TRAMA
2022: un ex-marine finisce in un carcere di massima sicurezza. Viene poi trasferito nell’isola di Absolom, il cui territorio è conteso da due fazioni, gli animaleschi “esterni” e i più civilizzati “interni”.
RECENSIONI
Dramma carcerario e avventuroso come tanti, ma nelle mani di un regista capace: Martin Campbell, nato in Nuova Zelanda, gavetta nella Tv inglese, s’era già messo in luce con film di genere in cui la perizia tecnica, l’inventiva, la cura del dettaglio, la direzione potente e accorata, trasformavano il semplice B-movie d’intrattenimento in spettacolo di serie A. Qui gli sceneggiatori Gatlin e Gross, trasponendo il romanzo di Richard Herley, frullano convenzioni da Rambo con i sensi di colpa nei confronti della guerra del Vietnam, film carcerario futuribile (di soli due anni prima 2013 - La Fortezza di Stuart Gordon), con il topos del direttore della prigione crudele (da Brubaker a Sorvegliato Speciale s’è visto mille volte), le tribù post-apocalittiche alla Mad Max alla struttura da videogioco, fra stage, aree e fatiche di Ercole da superare. Tutti ingredienti che, se organizzati al meglio dalla regia, per quanto convenzionali non possono che essere gustosi: i tempi e il montaggio di Campbell sono praticamente perfetti, mentre in modo sagace il regista trasforma il manicheismo di fondo e la mera fisicità in un coinvolgente dramma che disserta sul ritorno agli albori e alle basi della convivenza sociale, contrapponendo civiltà e barbarie, additando la disumana privatizzazione selvaggia (delle prigioni, nella fattispecie), accompagnando il protagonista solitario, insofferente all’autorità e alle leggi, alla riscoperta del valore degli ideali e del legame con i propri simili. Tocchi artigianali ed eccentricità (con sprazzi sanguinolenti che il regista ama) che fanno la differenza.
