TRAMA
La vita sofferta e intensa della pittrice Frida Kahlo.
RECENSIONI
Una cartolina dal Messico con l'immagine di Frida, un'operazione calligrafica e bastarda, in cui inglese e spagnolo si fondono con inspiegabile comicità. Risibile e pomposo, non mancando di alcuni spunti visivi riusciti ma per lo più naufraganti nella melassa semplicistica, e temiamo compromissoria, di una messincena sfarzosa e ridondante, fatta di belle facce e divi in trasferta, FRIDA, film stravoluto dalla produttriceattrice Salma Hayek, scritto anche dal suo compagno Edward Norton (che appare nel ruolo di Rockfeller jr.), è un biopic che si perde mestamente nell'aneddoto, un dramma che si fa enfasi e accozzaglia di tableau vivant (danno una mano i favolosi Brothers Quay) altrimenti affascinanti ma che in cotal guisa diventano solo parte di una vuota celebrazione agiografica in versione extralusso. Non mancano alcuni tentativi della Taymor di sfuggire al rigido meccanismo del film biografico puntando sul visivo puro (la parodia di King Kong, l'arrivo negli USAGringolandia) ma questi frammenti, lungi dal riscattare l'imperante tono da telenovela, squilibrano ulteriormente un film chiassoso e confuso che non perde nessun appuntamento col ridicolo. Momento di trash sublime: Trotskij mentre parla al registratore di STATO E RIVOLUZIONE di Lenin si interrompe per pomiciare con la protagonista. Un tonfo sonoro per Salma Fri(gi)da.