
TRAMA
Forrest, con problemi nello sviluppo cognitivo, racconta ai passanti la propria vita: da campione di football e ping pong a eroe in Vietnam.
RECENSIONI
“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”. Gli Stati Uniti hanno eletto il simpatico Forrest Gump (un grandissimo Tom Hanks), Oltre il Giardino, a loro candido voltairiano, emblema dell’americano medio: se può apparire come uno stupido a-problematico, in realtà è capace di fare e provare cose eccezionali, senza (evolutivamente, verso il meglio) fermarsi mai. “Corri, Forrest, corri” (e lo fa, dall’Alabama all’Oceano Pacifico). Divertimento intelligente e pizzichi di allegorie esistenziali, in cui si ripercorrono quarant’anni di Storia Americana dagli anni cinquanta agli ottanta, dalle problematiche razziali alle dimostrazioni pacifiste, dal Watergate alla Apple, riponendo i drammi e le svolte culturali/politiche in un faceto tenero e nostalgico, comico e ammiccante, con traccia sentimentale (Jenny - Robin Wright). Strepitosi, per l’epoca, gli effetti digitali di montaggio che fanno interagire, alla Zelig, il protagonista con i presidenti Kennedy e Nixon e le rockstar John Lennon ed Elvis Presley (che ha la voce di Kurt Russell, che lo interpretò in un film di John Carpenter), cui Forrest, con protesi alle gambe, ispira il movimento del bacino. Dopo quella dell’entr’acte di Evelyn Brent in Le Notti di Chicago, c’è la scena del pedinamento di una piuma più famosa della storia del Cinema. Sei Oscar forse sono un’esagerazione, tenendo conto che, come molti film di Robert Zemeckis, non vanta una tenuta ad alto divertissement per tutta la sua durata e, contemporaneamente, non è abbastanza “sviscerato” da lambire l’etichetta d’autore, ma di grandi idee l’opera ne ha da vendere.
