Commedia, Sala

DUE SOTTO IL BURQA

Titolo OriginaleCherchez la femme
NazioneFrancia
Anno Produzione2017
Genere
Durata88'
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

Leila e Armand studiano a Scienze Politiche e si amano. I genitori di lui sono iraniani che hanno lasciato la patria dopo l’avvento di Khomeini. Lei invece si vede piombare in casa il fratello Mahmoud, reduce dallo Yemen dove ha aderito al radicalismo islamico. Una delle sue prime imposizioni è quella di impedire alla sorella di incontrare Armand. Il quale però trova una soluzione. Indossa l’abito integrale che lascia scoperti solo gli occhi e si presenta a casa di Leila come una fanciulla di nome Sheherazade bisognosa di lezioni. La ‘studentessa’ attrae però l’attenzione amorosa di Mahmoud e questo complica non poco le cose.

RECENSIONI

Cherchez la femme attraversa un campo minato, mettendo sul piatto questioni delicatissime e declinandole secondo una logica di tolleranza, la regista (che viene dal documentario) non abbandonando mai il tono dimostrativo: si ride, ma si riflette, - come si usava dire - e se il sottotesto moralistico si percepisce a ogni svolta, non per questo compromette l’equilibrio di un film grazioso, un’opera che può vantare aspetti di novità più rilevanti del suo esito finale (la scrittura non sempre è all’altezza delle intuizioni). Far convergere in uno script elementi sensibili (talebani, campi di addestramento in Yemen, ONU, jihad e relativi corollari su sesso, razza, religione), maneggiare certi ingredienti, mescolarli (soprattutto) e riuscire a mantenere felicemente l’equilibrio, non è cosa scontata: così anche il protagonista è indirizzato dai genitori (iraniani immigrati) verso un matrimonio di convenienza, sulla base di opportunismi tutti sociali e con direttive non meno dittatoriali di quelle riscontrabili sul fronte opposto, a dire di un pregiudizio di marca occidentale che si è fatto strada e va strategicamente a bilanciare il discorso.
Ma la grande trovata del film sta soprattutto in quel rovesciare la logica del burqa sul suo stesso terreno, in quel sovvertire una tenuta costrittiva rendendola sofisticato travestimento - duttile, piegato a scopi differenti a seconda delle situazioni -, esaltando il carattere brillante della commedia degli equivoci. Un gioco classico di apparenze, sostituzioni, inganni, incardinato in una pochade sì popolare (il triangolo ha del farsesco), ma in cui la provocazione, mirando al cervello, non è mai gratuita.