TRAMA
All’inizio del Ventesimo secolo, a Shanghai, si fronteggiano due scuole d’arti marziali: una cinese di kung fu e l’altra giapponese di karate. Il maestro della prima educa gli allievi alla non violenza, ma le provocazioni della seconda raggiungono l’apice quando uccidono l’amato insegnante. Chen, l’allievo più ribelle, medita vendetta.
RECENSIONI
In Occidente i film di arti marziali provenienti da Hong Kong avevano ottenuto una certa popolarità grazie a Cinque Dita di Violenza (che aveva, oltretutto, un racconto simile): quest’opera, invece, svelò la stella di Bruce Lee, tanto da far uscire poco dopo Il Furore della Cina Colpisce Ancora, seppur girato l’anno precedente. L’opera di Wei Lo è assai esile drammaturgicamente, semplicistica nel delineare psicologie e sentimenti, ai limiti dell’inguardabile in tutto ciò che esula dai combattimenti. Quando, però, Bruce Lee tende i muscoli, digrigna i denti e, infine, colpisce, s’è di fronte ad un fenomeno unico nel suo genere, che si stamperà nella coscienza collettiva del genere umano al pari di altri semidei prematuramente scomparsi e diventati iconici, Marilyn Monroe e James Dean. Molti imitatori a seguire, nessuno che ne abbia uguagliata la tecnica di arte marziale o il furore fisico.
