Criminale, Noir, Recensione

CITTÀ VIOLENTA

TRAMA

Jeff è un sicario della malavita che viene tradito dalla sua donna e dai suoi committenti e si fa due anni di galera. Una volta uscito, accetta un ingaggio proprio dall’uomo che ha sposato l’amata.

RECENSIONI

Sergio Sollima era un alfiere del cinema italiano di genere da esportazione. Qui guarda al cinema poliziesco hollywoodiano, ingaggia un cast anglosassone, gira a New Orleans, si affida alle musiche di Ennio Morricone e regala sequenze senza dialoghi di un certo fascino. Peccato che il soggetto di vendetta di Dino Maiuri e Massimo De Rita sia risaputo e che il piglio tragico-rabbioso della trama ordita dagli sceneggiatori (fra cui Lina Wertmüller), finisca per essere oltremodo artificioso e raffazzonato, soprattutto nei colpi di scena e negli umori cinici. Azione (western?) a parte, infatti, senza solidi profili psicologici è difficile essere credibili e coinvolgenti quando si tira in ballo l’onore dei criminali in lotta con l’infamia degli opportunisti.