Amazon Prime, Drammatico, Recensione

LA TERRA TREMA

NazioneItalia
Anno Produzione1948
Durata162’

TRAMA

Aci Trezza è un piccolo paese di pescatori vicino a Catania. ‘Ntoni è stufo del salario da fame che gli danno i grossisti e si mette in proprio. Ma un’infausta tempesta gli fa perdere tutto.

RECENSIONI

Il neorealismo che si rifà al verismo (il soggetto s’ispira a ‘I Malavoglia’) ma sempre alla maniera di Luchino Visconti, colto uomo di teatro, amante del melodramma verdiano e dei gruppi familiari, formalista che “filtra” la realtà in modo elaborato e composito: propensioni coniugate con il desiderio di catturare l’uomo concreto, dal basso, con codici realistici estremi (l’opera nacque come documentario) e socialmente critici, tenendo a mente L’Uomo di Aran di Flaherty (in chiave angosciosa), il cinema sovietico e, forse, Ai Confini del Mondo di Michael Powell. Gli stessi abitanti di Aci Trezza sono chiamati a recitare se stessi: il loro dialetto è incomprensibile e in contraddizione con la scelta (di compromesso) di inserire la voce narrante e ridondante di Mario Pisu, atta a riassumere i fatti (nonostante questo, dopo la presentazione a Venezia, fu distribuito in sala accorciato e doppiato). Finanziato anche dal Partito Comunista Italiano, non contiene tracce militanti (per quanto lo stesso Visconti ammise di aver riletto Giovanni Verga attraverso Gramsci): quella che si invoca, al limite, è una giustizia universale perché il misero che si ribella ai padroni, infine, non è schiacciato dal suo simile ma dal Destino. La potenza di questo capolavoro sta, da una parte, negli squarci di “verità” assoluta che riesce a carpire dai volti, dai corpi, dai movimenti espressivi degli attori non professionisti, dai luoghi di Aci Trezza fotografati con maestria da G. R. Aldo, talmente “vivi” da far sentir l’odore della salsedine, del pesce appena pescato, del bagnato, dei temporali; dall’altra nella vena tragica, pessimista del racconto, senza pietà per questi disgraziati che entrano in una spirale di degrado e povertà. Il film è un tuono terribile che assorda e impaurisce: la perfetta riproduzione di quel sentimento d’angoscia profonda, disperata che l’essere umano può provare, ed è col suo grido che la terra trema. Pensato come prima parte di una trilogia sui lavoratori siciliani (il sottotitolo è “Episodio del Mare”: in seguito avrebbe dovuto raffigurare contadini e minatori), fu un insuccesso commerciale.