TRAMA
Una giovane coppia, dopo la perdita del figlio neonato, organizza un weekend nei boschi per ricominciare.
RECENSIONI
Dopo il trauma di una perdita, una coppia disgregata si rifugia nella casa nel bosco in cerca della palingenesi. La situazione è ripresa in fieri: non sappiamo i precedenti di Nicola e Viola, non conosciamo (troppi) particolari sullo shock subito. Sviluppando il suo mediometraggio Il marito perfetto, Lucas Pavetto scandisce un film di genere in tre tempi: il viaggio verso la dimora, i primi strani eventi, lesplodere del conflitto. Manovrando il non detto dellItalia familista, il regista prende unesemplare coppia etero per smontarne lantifrastica perfezione: la presenta decostruita, la ricompone in superficie, poi la cala gradualmente nellabisso, ne segue la rottura nel sangue. Già nellincipit preparatorio vari segnali anticipano la mattanza. Oltre agli indizi narrativi, come la fragilità della donna abbinata al suo appetito sessuale, lambiguità dei dialoghi, la sostanziale distanza della coppia cè un chiaro presagio visivo: linquadratura dallalto di lei, come esanime su un tavolo di obitorio, che suggerisce implicita la degenerazione a venire.
Il regista ha citato Alexandre Aja, in particolare Alta tensione, ma evidentemente sviluppa molte influenze (Antichrist è la più clamorosa) e lintero sotto-genere horror sulla distruzione della coppia: nel suo climax la trama visiva guarda allo slasher e sfiora il torture, non risparmiando bruciature di sigarette, colpi dascia e dita mozzate, ricoprendo tutto di una patina di ambiguità programmatica. La rivelazione finale impone la consueta rilettura a posteriori, suggerita da facili raccordi di montaggio che guidano lo spettatore. Imperfetto e già visto, costellato da trucchi evidenti (tensione acustica, zoom sulle armi, dissolvenze in bianco), The Perfect Husband è sfacciato nel maneggiare il basso budget, valorizzare gli attori inattendibili (lo sballato rapporto Bret Roberts/Gabriella Wright trova senso nel massacro), infine credere nella sua scorretta agnizione. Così la vicenda si riconfigura come possibile errore damore del marito perfetto, che rifiuta di internare la moglie e sceglie di curarla fuori dal manicomio. Le conseguenze sono il film. Nella sua ingenuità, al tempo della distribuzione addomesticata, una variazione sul topos marito/moglie che esagera senza paura.
