Commedia, Drammatico, Sala

LA CANDIDATA IDEALE

NazioneArabia Saudita, Germania
Anno Produzione2019
Durata101'
Fotografia

TRAMA

La candidatura inaspettata di una giovane e determinata dottoressa saudita alle elezioni comunali sconvolge la sua famiglia e la comunità locale, che si misura con la difficoltà di accettare la prima candidata donna della città.

RECENSIONI

L’abusatissimo aggettivo “necessario” calza a pennello per il film di Haifaa Al Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita, rivelatasi nel lungometraggio con La bicicletta verde nel 2012 e già scesa in campo a livello internazionale con il poco apprezzato Mary Shelley nel 2017 e con la commedia Dacci un taglio nel 2018 per Netflix. Con The Perfect Candidate torna entro i confini del suo paese partendo dal ruolo delle donne saudite nella società. Un ruolo messo in discussione dalla giovane protagonista, figlia di una coppia di artisti e quindi più aperta verso il nuovo rispetto alle tante coetanee meno inclini al cambiamento. La ragazza lavora come dottoressa in un ospedale difficile da raggiungere a causa di una strada costantemente allagata. Più per caso che per effettiva consapevolezza decide di partecipare alle elezioni comunali prefiggendosi come obiettivo la sistemazione della strada. Una scelta controcorrente rispetto alla tradizione che vede ogni novità passare attraverso il filtro e l’autorità del genere maschile. L’innovazione che propone non mira a obiettivi alti, lontani e generici, ma prova a sensibilizzare l’elettorato verso i problemi concreti della realtà quotidiana: sistemare la strada in modo che l’accesso all’ospedale sia più facilmente percorribile da tutti. Il film segue le conseguenze della decisione della giovane protagonista sondandone le motivazioni e il contesto di appartenenza, sia famigliare che sociale. Attraverso la figura del padre musicista - che grazie alle recenti riforme può finalmente passare dal cantare per i matrimoni a esibirsi in pubblico con il suo gruppo (prima dell’approvazione nel 2016 del nuovo piano di sviluppo socio-economico, Saudi Vision 2030, concerti, cinema e gallerie d’arte erano proibiti) - lo sguardo della regista si fa duplice e abbina alla tematica sulla condizione delle donne saudite quella dell’importanza delle tradizioni culturali e artistiche nel processo di rinnovo che il paese sta faticosamente portando avanti.

La materia narrativa è quindi tanta e tutta potenzialmente incendiaria agli occhi di un paese fortemente conservatore. La destinazione a un pubblico internazionale il più vasto possibile mette la regista nella condizione di cercare un equilibrio tra temi forti e massima fruibilità. Non semplice trovare un compromesso e per farlo Haifaa Al Mansour opta per il registro della commedia, genere potenzialmente ricco di spunti ma esplicitato con una forma piuttosto convenzionale e priva di guizzi. Tra scelte accattivanti (una protagonista bellissima), numeri musicali, passaggi retorici (l’uomo anziano che si ravvede, capisce il valore della dottoressa come medico e decide di farsi curare da lei) e bilanciamenti sempre un po’ schematici nella facilità con cui mostrano i germi del cambiamento nei tanti personaggi, il film procede in linea con il messaggio di apertura al nuovo che vuole veicolare. L’intrattenimento è garantito, una maggiore conoscenza del mondo saudita anche, ma la leggerezza del tocco, apprezzabile nelle intenzioni, rischia la superficialità.