Drammatico

REVENIR

Titolo OriginaleRevenir
NazioneFrancia
Anno Produzione2019
Durata76'
Trattodal romanzo L’amour sans le faire di Serge Joncour
Fotografia
Scenografia

TRAMA

È la fattoria dove Thomas è nato. È la sua famiglia, Ritornare e ritrovare tutto ciò da cui era fuggito dodici anni prima.

RECENSIONI

Eccolo l’ennesimo ritorno alle radici: Thomas, che si era allontanato dalla famiglia, in conflitto col padre, vi ritorna dopo anni per visitare la madre morente. Bloccato nella trappola delle origini, di nuovo inquadrato nella casa che aveva lasciato, apprende le circostanze misteriose che avevano condotto alla tragica scomparsa del fratello. Nel frattempo, quasi naturalmente, sembra prenderne il posto: segue il nipotino rimasto senza padre, si avvicina fatalmente alla vedova di lui per possederla in un amplesso, consumato simbolicamente a contatto con quella stessa terra che sembra richiamarlo e respingerlo. Nello sfondo del dramma familiare la crisi economica, com’è vissuta nel mondo rurale: condizioni sempre più difficili, la sirena dell’estrema destra, una campagna che si svuota.
Palud, optando per una fotografia satura, un’immagine di forte intensità che sembra quasi rimandare gli afrori dei corpi e della natura che li circonda, mette in scena questa storia archetipale in cui il protagonista, tornando, ricostruisce una famiglia, perpetuandola attraverso la trasmissione dei saperi. Lo fa senza mai eccedere nelle spiegazioni (non viene mai chiarito il motivo del dissidio tra padre e figlio), ma dando per acquisite le situazioni e limitandosi a constatarne l’evoluzione. I dialoghi sono secchi, mai strategicamente informativi: è proprio in questo tono realisticamente laconico - e nella sostanziale resa degli stati d’animo dei personaggi - da rinvenire il principale pregio del film. Che se eccede è in un uso non proprio disinvolto della metafora (da ultima l’immagine primaria del bosco) che finisce col forzare un tono e una scrittura altrimenti asciutti.
Un onesto prodotto medio che ha conquistato un generoso (ma non del tutto immotivato) premio alla sceneggiatura (tratta molto liberamente da un romanzo di Joncour) nella sezione Orizzonti di Venezia 76.