TRAMA
Cosa rende la notte così misteriosa? Cosa c’è dietro alla miriade di piccole cose inesplicabili che fanno sì che la notte esista? Cosa ci induce al sonno e ci permette di sognare? Forse qualcuno, o qualcosa, che si assicura che tutto accada esattamente nel modo in cui accade? In verità Tom non si era mai posto simili domande prima. Fu solo quando vide cadere dal cielo quella fragile stellina, mentre se ne stava seduto sul terrazzo del tetto dell’orfanotrofio, che capì che qualcosa di negativo stava per accadere.
RECENSIONI
Quelli della notte
Quando il giorno sfuma nelle tenebre e il buio si accende comincia a vivere Nocturna, il paese che permette alla notte di esistere e di trascorrere nella tranquillità: ci sono interi reparti addestrati per spettinare i capelli dei dormienti, appannare i vetri, accorciare le coperte, mantenere le luci delle strade accese, addirittura un direttore d'orchestra per rendere armonica la sinfonia di cancelli stridenti, porte cigolanti, grilli canterini e finestre che sbattono. Ogni bambino, poi, si addormenta grazie al miagolio di un gatto che lo veglia. Una sorta di completamento della Monsters & Co. della Pixar, specializzata in sogni (qui c'è un reparto specifico per la preparazione dei soggetti dei sogni). Ma una notte arrivano le ombre, le stelle si spengono e la città rischia di sprofondare per sempre nelle tenebre. Sarà compito di un bambino riportare l'equilibrio a Nocturna. Il cinema spagnolo, molto attivo nel campo dell'animazione (Una pelìcula de huevos, inedito in Italia, ne è un simpatico esempio), non rinuncia alla bidimensionalità tradizionale e costruisce un mondo magico con estro e delicatezza. È l'idea di una vera e propria industria per creare gli aspetti notturni che si danno per scontati la forza del film, perché ammanta di poesia gesti quotidiani e apre le porte all'immaginazione. Disegnato con prevalenza di tratti morbidi e rotondeggianti (corpi grandissimi per minuscole estremità), privilegiando tonalità calde, il film, diretto dai giovanissimi Adrià Garcìa e Victor Maldonando (entrambi classe 1978), scivola con dolcezza e simpatia fino al lieto fine. Dedicato soprattutto ai più piccini, che si divertiranno molto, ha il solo limite di spiegare esageratamente il messaggio veicolato. Il superamento dei propri timori porterà infatti il giovane protagonista alla soluzione di tutti i problemi e consentirà il ritorno dell'armonia. La demonizzazione della paura del buio ha sicuramente intenti educativi ma risulta un po' troppo priva di reale problematicità. In fondo temere il buio significa porre qualche barriera all'irrazionale, a ciò che non si vede, e in alcuni casi può essere anche una salvezza. Psicologismi a parte, il film ha una grazia d'insieme che conquista e si configura come un'apprezzabile favola dai toni pacati.
