NEL PAESE DEI SOGNI

Anno Produzione2002

TRAMA

Tre vicende si intrecciano nella Taiwan d’oggi: il sogno della quiete di un campo di miglio percorso dal vento le unisce. Un aborigeno della tribù Atayal, un giovane apprendista in un ristorante giapponese, un’inserviente di giostra.

RECENSIONI

Gli aborigeni sono l'ultima fascia sociale a Taiwan, relegati ai lavori più umili e dispersi nel territorio boscoso dove la città non riesce ad arrivare, il regista ha dedicato loro alcuni documentari etnografici ed una trilogia televisiva. Un passato che è radicalmente rimosso dalla memoria taiwanese non viene ripreso per il valore che ciò comporta a livello sociale ma è il punto di partenza per un'indagine sulla povertà, non solo monetaria, che serpeggia nella popolazione: solitudini, alcool e sogni dimenticati.
Il miraggio della pace, così vicina all'oblio del mondo, si condensa nell'immagine dell'irraggiungibile, forse inesistente campo di miglio scosso dal vento: questo attrae promesse d'amore, d'incontro e di ricostruzione. Un percorso che non approda ad altro che all'acuirsi di un dolore latente. In ciò il primo episodio è certamente il più riuscito, Watan operaio edile ora zoppo viene richiamato in cantiere per il ritrovamento del portafoglio perso dieci anni prima, oltre al denaro ritrova, nell'attonita sequenza dello scalpellamento del blocco che ancora trattiene il triste malloppo, il coraggio - ma può' benissimo essere l'ultima speranza d'un alcolizzato - di fronteggiare una storia d'amore chiusa da lungo tempo. Il motivo guida è la riscoperta oltre che di un valore d'appartenenza anche dell'individuale dignità, un viaggio che (non) finisce la notte sotto un ponte. Cheng ha il rigore e la libertà del documentarista ed infonde a "Sogno Tribale" un andamento discontinuo affascinante e doloroso ma arriva ad essere toccante solo nel primo degli episodi mentre i restanti due, decisamente scontati e giocati troppo a lungo sul non-detto, restano solo un corollario che appesantisce: i due giovani protagonisti che vivono isolati, i cui unici contatti avvengono tramite agenzie, sono emblemi più che figure resistenti, purtroppo.