Drammatico

MALAVOGLIA

NazioneItalia
Anno Produzione2010
Durata94'
Tratto dadal romanzo di Giovanni Verga
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Il racconto inizia in un giorno di un anno qualsiasi agli albori del terzo millennio. ‘Ntoni Malavoglia assiste a uno sbarco di clandestini. Sulla nave c’è Alef, che approfittando della confusione riesce a scappare. ‘Ntoni lo aiuta, gli trova un lavoro nelle serre e una casa nel vicolo dove abita con la famiglia…

RECENSIONI


Dispiace dire male di questo film a suo modo coraggioso (non solo perché rivisita un classico della letteratura, a due anni dal precedente verghiano Rosso Malpelo, ma anche per l’inevitabile confronto col capolavoro di Visconti La terra trema, che risultava anch’esso una rilettura in chiave più attuale del medesimo romanzo) e di un autore che ha sempre dimostrato personalità e carattere, alle prese con opere mai conciliate e sempre volte a interrogare la realtà senza sconti o facili retoriche.
La storia, portata di recente a teatro dallo stesso regista, riflette quella del romanzo, trattando di un progresso che avanza, ma che rimane sconosciuto ai "vinti", le classi disagiate che, relegate ai margini di una società cieca ed indifferente alle loro disgrazie, sono condannati all'immobilità, non riuscendo a conoscere alcun tipo di riscatto; il film, pur supportato da immagini e momenti molto forti (tra cui un inizio davvero bello, in cui le parole di Verga si incrociano alle immagini sporche di un mare burrascoso riprese da una telecamera) e da un’attualizzazione del testo che ha, nella Sicilia dipinta da Scimeca, un'ambientazione simbolica e non prettamente verista, elevandosi questa terra a rappresentare un più ampio e generico sud del mondo, quasi subito si impantana nel suo tentativo intimista, più attento alle sfaccettature dei singoli personaggi che al quadro d’insieme, miniature che però interagiscono malamente e non si compongono mai in un insieme convincente.


Così il tentativo di descrizione di una realtà disperata - che non cambia con il passare del tempo e risulta priva di speranze e prospettive, esattamente come ai tempi della pubblicazione del romanzo - attraverso le vicende dei membri della famiglia protagonista, risulta nei fatti molto frammentario e superficiale. Certo, rimane l’indubbio occhio del regista, una costruzione visiva sempre molto attenta, ma il mondo che viene messo in scena (alla sceneggiatura collabora Tonino Guerra) perde quasi subito di spessore e intensità, risultando fuori registro e infelicemente banalizzante.