TRAMA
Parlate della vostra scuola.
RECENSIONI
Piccioni apre il quaderno di 'bella' e sceglie, prevedibilmente, il tema di attualità (che peraltro è tale da almeno trent'anni), quello della scuola alla deriva tra demotivazione congenita, difficoltà economiche, incomprensioni, segreti & bugie, qualche timido accenno di speranza, subito soffocato da una routine che sì, però, ma in fondo (alla base di tutto, un libro di Marco Lodoli). Insomma, il campionario abituale posto in essere dal cinema italiano 'carino' per (auto)definizione, che vuole 'dire', essere 'chiaro', 'leggibile' e riesce solo ad adeguarsi all'esistente, ai volti e alle vicende da fiction (mondo in cui, non per caso, la figura dell'insegnante mediamente in crisi pullula e prospera), scegliendo, o meglio, subendo un andamento che si vorrebbe rapsodico ed è invece solo balbuziente, perennemente indeciso fra scenari di sconsolata cupezza e repentine quanto improvvide aperture all'ottimismo della (buona) volontà, a formare un racconto prigioniero degli schemi (la voce off intradiegetica, peraltro subito abbandonata, la metafora facile, che sia l'aiuola del professor Fiorito o la penna dell'ombrosa alunna, lo stesso finale, con un''ultima lezione' che sa più di conclusione affrettata che di consapevole elissi) nel momento in cui vorrebbe proclamare la propria indipendenza e inafferrabilità, e peggio ancora, sceneggiato con poca verve (malgrado il romanesco generosamente profuso). Tutto, al solito, riposa sulle spalle degli attori, e se quelle di Herlitzka sono supercollaudate (da applausi la declamazione antifrastica di 'Pianto antico') e Lucia Mascino ha un'intensità che riscatta almeno in parte la piattezza del personaggio, né Scamarcio né un'esausta Buy hanno la forza di uscire dal guscio protettivo dei propri stereotipi prediletti (il bello-e-sensibile e la nevrotica, per l'occasione in salsa grigio pastello). La scuola? Un altro pianeta.