

– Dice che hai iniziato a fare i film per i critici.
_x000D_– Questo spiega perché mi amano.
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_x000D_Il regista del titolo è Ingmar Bergman, ma il libro non è una biografia o un’analisi critica della sua opera, è un romanzo, un romanzo che parla della lavorazione di uno dei suoi capolavori, Luci d’inverno.
_x000D_Il film, secondo capitolo della trilogia del silenzio di Dio, è un banco di prova esistenziale per l’artista svedese alle prese con la storia di un sacerdote che ha perso la fede, che non ha più la forza per credere in un Dio che forse ha sempre ritenuto inesistente. Il Bergman del romanzo, che ha sempre vissuto la messa come un rituale vuoto e insopportabile, dipinge un pastore che si rende conto di svolgere un lavoro routinario e che si mostra indifferente anche alle rimostranze della sua amante: il silenzio di Dio, che pesa su di lui, si riverbera nel suo silenzio nei confronti della donna.
_x000D_Bergman si confronta anche con la sua storia personale di figlio di un pastore che avrebbe voluto, per Ingmar, lo stesso destino: col film intende mandare un messaggio al padre, col quale ha da sempre una comunicazione difficoltosa, e raccontargli se stesso se avesse ceduto alla sua imposizione di farsi pastore.Quanto leggiamo è una romanzata e non necessariamente veridica storia di ciò che avvenne durante la lavorazione di un film che si presentò fin dall’inizio molto travagliata. Nel dubbio che potesse essere il più noioso della storia (chi ha bisogno di un film di Bergman su un pastore che non crede?), con tutte le conseguenze produttive del caso, Ahndoril lo immagina come diretto a un singolo spettatore: Bergman, i cui film il padre rifiuta, spera e vuole che venga visto dal genitore. Che questo si pronunci. Che lo approvi, finalmente.
_x000D_Circondato dai suoi sodali, Sven (Nykvist) Gunnar (Björnstrand), Ingrid (Thulin), Max (Von Sydow) il regista porta avanti la lavorazione tra mille difficoltà, un contrasto con il protagonista, mille dubbi sull’efficacia delle sue scelte e la complicata relazione con Kabi, la sua compagna dell’epoca._x000D_La scrittura di Ahndoril – stilizzata e molto secca, composta di frasi brevi, periodi scarni – con i suoi insistenti dettagli, le descrizioni ambientali, l’attenzione ai suoni, ai colori, alle luci, narra la storia con gli stessi toni e atmosfere di un film del regista; non cedendo mai alla tentazione di una facile drammatizzazione della materia, ma attenendosi allo scabro registro prescelto, lo scrittore descrive con convincente profondità il tormento legato alla creazione di un’opera personale e dolorosa.
_x000D_Bergman, che lesse il romanzo (pubblicato in Italia a cinque anni dalla sua uscita), se ne disse inizialmente lusingato, per poi respingerlo recisamente al momento della pubblicazione (Questo romanzo è un insulto e un umiliazione)._x000D_