Baro-metro

IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (10/2018) – 1

(dal 1º agosto al 31 ottobre 2018)

La nuova stagione è cominciata e, visti i risultati non esaltanti del primo trimestre, pare subito difficile trovare un equilibrio tra le parti in campo. Gli esercenti lamentano l’applicazione di condizioni capestro e la mancanza di trasparenza nei rapporti con i distributori, oltre al disinteresse del pubblico. I distributori devono decidere con largo anticipo il destino delle opere in cui credono e a volte, nonostante un grande lavoro, basta un week-end di troppo sole per bruciare titoli importanti e dall’alto potenziale. Il pubblico dal canto suo pensa di non avere voce in capitolo e di limitarsi a vedere ciò che offre il mercato, non rendendosi conto che è con le proprie scelte che quel mercato si condiziona, sostiene e tiene in piedi. Poi ci sono i film. E quelli non conoscono declino. Perdersi in storie è un’esigenza atavica che stimola il confronto con la propria sensibilità. È sempre stato così e probabilmente lo sarà sempre. Ciò che cambia ed evolve è la tecnologia, il modo di fruizione, ma uno schermo grande, piccolo, enorme, minuscolo, in casa, in palestra, per strada, al cinema, racconterà sempre, attraverso le immagini, flussi in cui perdersi.

La sala cinematografica resta il contenitore per eccellenza di tali immagini e il dispensatore di sogni e incubi con cui molti di noi sono cresciuti e a cui vogliamo più bene. Nella fase di transito che stiamo vivendo, però, le contaminazioni sono le più varie, ne è un esempio il “caso” Sulla mia pelle, disponibile in contemporanea su Netflix e nelle sale, di cui parleremo approfonditamente più avanti. E qualcosa di analogo succederà in dicembre con il Leone d’Oro di Venezia, l’acclamato Roma di Alfonso Cuarón.

Nel frattempo è cominciata la nuova stagione cinematografica con un trend altalenante fatto soprattutto di superlativi, schegge impazzite, piattume e impossibilità di andare troppo al di là dell’oggettività dei numeri sbilanciandosi in previsioni attendibili (quando mai lo sono, peraltro?). Per un film che supera ogni più rosea previsione (Shark, ma anche Hotel Transylvania 3) ce ne sono decine che stentano e di cui nessuno si accorge. Pochi, in questo primo scorcio di stagione, i risultati degni di nota e tante le promesse non mantenute. Prima di tutto del cinema italiano, con gli esercenti che lottando contro i mulini a vento (ok, ok, la questione non è così semplice, ma potrebbe esserlo di più senza erigere muri) boicottano uno dei pochi titoli che avrebbe potuto garantire un ritorno economico non sicuro ma ipotizzabile (sempre Sulla mia pelle). Basta pensare che il film nazionale più visto del trimestre è La fuitina sbagliata, un’opera regionale, uscita solo nel Meridione, il cui titolo a molti non dirà nulla perché non ne hanno sentito parlare e avuto modo di vederlo. E dire che di film italiani, anche con attori importanti, ne sono usciti, da Una storia senza nome (773 mila euro) a Un nemico che ti vuole bene (330 mila euro). Nessuno è però riuscito a ottenere consensi significativi.

Entriamo intanto nel vivo del barometro per capire cosa è successo nei singoli mesi del primo trimestre della nuova stagione 2018/2019. Prima però le doverose e preziosissime fonti (Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful) e il post-it virtuale per ricordare che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2017 e i dati sono aggiornati, ove possibile, al 31 ottobre 2018 (dove impossibile, alla data più vicina):

AGOSTO parte alla grandissima; dopo la penuria di luglio sembra che il pubblico abbia proprio voglia di cinema e i film proposti sono quelli giusti per intercettare la fame di evasione che si respira: Shark, Hotel Transylvania 3, Ant-Man and the Wasp, Come ti divento bella; intanto continua ad attirare spettatori anche Ocean’s 8 e si insinua in profondità Hereditary. L’andamento del mese (+36,26% gli incassi e +34,64% le presenze) dovrebbe essere di monito ai distributori per far capire che un’adeguata programmazione può ottenere risultati più che lusinghieri anche al di fuori dei mesi autunno/invernali; chissà se dopo anni di parole e promesse qualcosa cambierà in questa nuova stagione; i numeri una riflessione la inducono di sicuro.

SETTEMBRE. Considerato incautamente il mese del ritorno in massa nelle sale, quindi con un numero considerevole di uscite, ottiene invece risultati in calo: -11,5% gli incassi e -9,76% i biglietti venduti. Funzionano, ma meno del previsto, Mamma Mia! Ci risiamo, Mission Impossible – Fallout, Ritorno al bosco dei 100 acri, ma anche Gli incredibili 2, mentre non funzionano per niente titoli su cui si riversavano lecite aspettative: La ragazza dei tulipani (mannaggia a Weinstein), Revenge (parte della critica si esalta, ma solo lei), Darkest Minds (non tutti i futuri distopici riescono col buco), Dog Days (aumentano i cinofili, ma evidentemente non vanno al cinema), La profezia dell’armadillo (stroncatissimo, ma di solito non influisce), New York Academy – Freedance (Step Up dove sei?), Mary Shelley (Shailene batte Elle 1 a 0). Non sono quindi sufficienti l’exploit di Resta con me, il successo annunciato di The Nun, l’andamento controcorrente di Gotti e il riscontro positivo di Un affare di famiglia per volgere i numeri in positivo.

OTTOBRE replica il disorientamento in corso e il numero consistente di uscite non trova sufficienti occhi per dare una sterzata al segno meno: -11,40% gli incassi e –9,31% le presenze. Manca un grande successo italiano ed è sicuramente il punto debole del trimestre. Per il resto, molto bene Venom e A Star Is Born e bene la partenza di Halloween; male invece Opera senza autore (poteva avere un suo pubblico ma la durata di 188 minuti lo rende difficilmente collocabile), The Predator (del resto è talmente brutto), 7 sconosciuti a El Royale (i futuri cult incassano poco quando escono). In mezzo a questi estremi una ampia, troppo ampia, zona grigia.

A dominare tra i distributori è la Warner Bros, una delle poche ad avere creduto nel periodo estivo: metà classifica stagionale è sua.

Migliora, rispetto a un anno fa, la quota di mercato dei film italiani che passa dal 15,43% al 22,20%, conseguentemente cala quella U.S.A., dal 67,96% al 61,79%.

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BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2018 AL 31 OTTOBRE 2018

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        HOTEL TRANSYLVANIA 3 – € 12.232.439 – 1.930.376

2        GLI INCREDIBILI 2 – € 11.737.958 – 1.826.953

3        VENOM – € 8.205.013 – 1.193.867

4        THE NUN – € 5.456.712 – 793.755

5        A STAR IS BORN – € 5.254.894 – 774.673

6        MISSION IMPOSSIBLE: FALLOUT – € 5.244.149 – 766.681

7        SHARK – € 5.023.634 – 732.858

8        ANT-MAN AND THE WASP – € 4.882.031 – 751.772

9        MAMMA MIA! CI RISIAMO – € 3.377.714 – 518.103

10      RESTA CON ME – € 3.208.023 – 496.593

Come sempre nella prima classifica della stagione sono tutte novità. Da notare come la metà dei titoli presenti siano usciti in agosto, a dimostrazione della forza di un mese in genere invece sottovalutato. Metà dei titoli sono anche sequel e ben tre appartengono al mondo dei supereroi. Pochi gli outsider, sicuramente Shark, per cui nessuno si aspettava risultati così sorprendenti, ma anche Resta con me. Per A Star Is Born, invece, dopo il trionfo di consensi alla prima al festival di Venezia, non era difficile ipotizzare un buon riscontro anche da parte del pubblico. Da notare il primeggiare dell’animazione (su una cosa i genitori non hanno dubbi: intrattenere e silenziare con ogni mezzo possibile la prole) e, per quanto riguarda i sequel, pare stia diventando poco cool specificare il numero del capitolo a cui si è giunti, per cui anziché Mission Impossible 6 abbiamo il più suadente Mission Impossible – Fallout e Mamma mia! 2 diventa l’autoironico Mamma mia! Ci risiamo. Più misterioso capire perché al semplice 2 accanto ad Ant-Man si sia preferito il più complicato And The Wasp. Praticamente scomparso il 3D; in questo caso è stato il pubblico a decidere disertando le proiezioni stereoscopiche: non puoi farmi pagare di più per poi non darmi un valore aggiunto.

Andiamo per ordine e analizziamo tutti i titoli della classifica stagionale partendo dalla posizione più bassa.

Al decimo posto sorprende il risultato superiore alle attese di Resta con me, uno dei tanti film in circolazione, e non certo il migliore, a target adolescenziale. Shailene Woodley si conferma eroina del genere dopo la serie Divergent e il dramma lacrimevole Colpa delle stelle. Il fatto che il soggetto derivi da fatti realmente accaduti ha probabilmente aumentato l’appeal sul target di riferimento. Operazione commerciale che nel nostro paese ha funzionato meglio che altrove; dopo gli States, in cui non ha brillato (31,4 milioni di dollari in 3.015 sale), è infatti quello italiano il maggior incasso mondiale. Complice un efficace lancio della 01 Distribution (318 sale la prima settimana che diventano 356 la seconda vista la buona accoglienza del pubblico), con tanto di anteprime che hanno accresciuto la curiosità intorno al film; ha aiutato anche la collocazione temporale: ormai il pubblico adolescenziale si aspetta un film a lui dedicato dopo l’estate e se ben titillato risponde a dovere. Nel complesso il risultato ha invece deluso, considerando il budget di 35 milioni di dollari e il risultato globale di 57 milioni di dollari. Shailene Woodley batte comunque nettamente la diretta rivale Elle Fanning, nelle sale italiane con Mary Shelley, rivolto allo stesso target di pubblico nel medesimo periodo di fine agosto: minore il numero di sale previsto da Notorius al debutto (186), ma decisamente inferiore anche la media per sala: € 932 contro € 3.205 di Resta con me, per un incasso totale di 335 mila euro. Non è andata meglio nel resto del mondo, dove il film è uscito con il contagocce raggranellando solo 1,9 milioni di dollari.

Nono posto per il ritorno dell’allegra combriccola canterina di Mamma Mia! che al secondo capitolo aumenta il budget (da 52 a 75 milioni di dollari), punta più sui fuochi d’artificio che sulla sostanza (la trama è quasi inesistente) ma riduce notevolmente gli incassi passando, a livello mondiale, da 609,8 milioni di dollari a 393 milioni di dollari. In Italia la caduta è più verticale, infatti Mamma mia! aveva incassato circa 9 milioni di euro; forse un’uscita estiva in concomitanza con il resto del mondo, considerando il vuoto di proposte, lo avrebbe maggiormente valorizzato. Non ha di certo aiutato il fatto che il film sia piuttosto modesto. Tutto ciò, comunque, non gli ha impedito di essere ampiamente remunerativo e di chiudere in largo utile grazie soprattutto ai risultati americani (calo moderato, con 120,6 milioni di dollari contro i 144,1 del primo film) e alla fedeltà dei sudditi di Sua Maestà (in Gran Bretagna il film ha incassato ben 85 milioni di dollari, non così distante dai 94 milioni di dollari di Mamma Mia!).

All’ottavo posto il primo dei supereroi presenti in classifica. Ant-Man si era rivelato una piacevole sorpresa, molto più leggero e sdrammatizzante dei film Marvel, il secondo capitolo perde per strada l’equilibrio tra commedia e action e sbanda deciso verso la stupidaggine. L’euforia nei confronti dei cinecomic, vero trend mondiale del momento, gli consente però ottimi incassi, in Italia, dove il film consolida il risultato del capostipite, come nel resto del mondo, dove l’opera aumenta i già consistenti numeri del primo film (519,3 milioni di dollari) arrivando a 622,4 milioni di dollari. In aumento anche il budget che passa dai 130 milioni di dollari di Ant-Man a 195 milioni di dollari. In Italia esce il 14 agosto in 617 sale e debutta al primo posto nel primo week-end; la seconda settimana cede lo scettro a Hotel Transylvania 3 e alla terza scende in sesta posizione, spodestato dal ritmo febbrile delle nuove uscite. Quarta settimana già fuori dalla top-10 in 12esima posizione.

Supera qualunque aspettativa Shark che pareva un B-movie come tanti sull’ennesimo pesciolone vorace e invece dimostra che le dimensioni contano. Aiuta di sicuro un trailer quanto mai accattivante che promette molto più di ciò che è poi in grado di mantenere. In Italia è un vero toccasana dopo un’estate cinematograficamente tragica; una boccata d’ossigeno per il botteghino con incassi, anche feriali, da blockbuster invernale. Nel week-end che precede Ferragosto è primo con 1,6 milioni di euro e una media per sala (e sono 402) stratosferica per il periodo: ben € 4.097. Per dire, Ocean’s 8 al secondo posto è in 375 sale ma incassa 300 mila euro, con una media per sala di € 798. Seconda settimana al secondo posto, dietro Ant-Man and The Wasp, ma la migliore media della top-10 è sempre sua (€ 1.936). Terza settimana al quarto posto, quarta al settimo e con settembre esce dalla top-10 con un totale davvero sorprendente. Ed è andata così in tutto il mondo: 143 milioni di dollari negli States, 153 milioni di dollari in Cina e numeri soddisfacenti in tutti i paesi, e sono tanti, in cui è stato distribuito. Totale mondiale di 527,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 130 milioni di dollari che sulla carta, dato il tenore del film, pareva irrecuperabile. A incidere sull’exploit quello di essere un film abbastanza trasversale in grado di compiacere un pubblico ampio, dalla famiglia all’adulto senza dimenticare l’adolescente. Ovviamente tutto ciò indipendentemente dalla modestia del risultato artistico ma, si sa, non è sempre la qualità quella che gli incassi prediligono.

Tom Cruise realizza (perché in fondo il film è lui, Christopher McQuarrie è una sua pedina) il sesto capitolo che diventa, tra i sei film della saga, quello dei superlativi: il più costoso (178 milioni di dollari), il maggiore incasso in U.S.A. (220 milioni di dollari), il maggiore incasso nei mercati extra-americani (571 milioni di dollari), il maggiore incasso mondiale (791 milioni di dollari), anche quello con il più alto riscontro critico tra Rotten Tomatoes (97%) e Metacritic (86). In mezzo a tanti record l’Italia guasta un po’ la festa perché il risultato è decisamente sottotono; nonostante il trailer mozzafiato il film assottiglia il già non strabiliante bottino del quinto episodio (5,4 milioni di euro), a sua volta in calo rispetto al quarto capitolo (lo spassosissimo Protocollo Fantasma con 5,9 milioni di euro). Un trend discendente in contrasto con l’andamento mondiale che vuole la serie, e quindi il baldo Tom, con ancora cartucce da sparare.

Quinto posto, ma è destinato a salire, per la coppia Gaga/Cooper e l’ennesimo remake dell’evergreen A Star Is Born; la trionfale prima, fuori concorso, al Festival di Venezia aveva già fatto capire che si sarebbe trattato di un grande successo, sia di critica (un po’ un abbaglio, va detto) che di pubblico. E così è stato: in meno di un mese l’incasso mondiale è già di 263 milioni di dollari a fronte di un budget di 36 milioni di dollari. Sicuramente, ad attirare, la curiosità di vedere Lady Gaga alle prese con un ruolo cinematografico di rilievo e il bel Bradley diviso tra scrittura, regia, palco e set, oltre al fascino intramontabile della storia del brutto anatroccolo talentuoso che ama, e surclassa, il maestro. La pioggia di candidature agli Oscar aggiungerà altri dollaroni sonanti al redditizio progetto. Intanto Bradley Cooper ci ha preso gusto ed è già al lavoro sulla biografia del mitico compositore, pianista e direttore d’orchestra Leonard Bernstein.

Il quarto è il posto dei brividi, o presunti tali. Lo spin-off della fortunata saga The Conjuring, grazie a un marketing straordinario, che diffonde ad arte immagini spaventose della iconica protagonista, e a un trailer di grande efficacia, diventa un successo superiore a ogni più lecita aspettativa e il film più remunerativo delle serie: 364 milioni di dollari globali a fronte di un budget di 22 milioni di dollari. Picchi in U.S.A. (117,1 milioni di dollari), Messico (22,2 milioni di dollari), Brasile (20,4 milioni di dollari) e Gran Bretagna (14,7 milioni di dollari). In Italia non sfrutta l’estate, in cui avrebbe sicuramente dominato (vedi il successo di Annabelle 2 uscito il 3 agosto 2017), ma si inserisce nella competizione di inizio autunno. Ottimo comunque l’abbinamento con Gli Incredibili 2, visto il target opposto. A vincere la competizione del primo week-end è il film Disney (le sale a sua disposizione sono ben 853), ma è di The Nun la migliore media per sala (e sono 441) della top-20 (€ 5.480). Un’operazione commerciale perfettamente riuscita che però rischia pochissimo a livello di estetica e contenuti e limita la paura a salti sulla sedia che non lasciano traccia. Visto il risultato eclatante, sono già in studio e lavorazione altri film e ulteriori appendici della saga: Annabelle 3 è previsto nel corso del 2019, The Conjuring 3 arriverà nel settembre 2020 ed è ancora avvolta nel mistero, ma annunciata, la produzione di uno spin-off dedicato a The Croocked Man. Come sempre, sarà il primo flop a porre fine alla serie, ma visto il rapporto costi (bassi)/benefici (stratosferici), si presume che la strada sarà ancora lunga.

Medaglia di bronzo al film dedicato a Venom. Progetto un po’ ibrido perché non Marvel, ma Sony, e quindi estraneo all’universo cinematico della Marvel. Il film dedicato a uno dei nemici più noti di Spider-Man resta quindi episodio a sè stante. Nonostante recensioni pessime e lo scontento dei fan, che stroncano pesantemente l’opera, Venom è un grande successo, a dimostrazione che il trend supereroi continua a funzionare indipendentemente dalla qualità del risultato: budget di 100 milioni di dollari ampiamente ripagato dai 514,8 milioni di dollari raccolti worldwide (di cui 192,7 in U.S.A.). E in Cina è arrivato solo a partire dal 9 novembre, quindi non è incluso in questi conteggi. Come mai tanto clamore intorno a un film fondamentalmente fallimentare dal punto di vista creativo/artistico? La risposta è nella capacità della Warner Bros di distribuire i film Sony arrivando, attraverso i canali più disparati (in primis i social) al target di riferimento primario: gli adolescenti e gli amanti dei cinecomic. Per capire la potenza di tali azioni di marketing basta pensare ai risultati clamorosi di altri film che hanno subito lo stesso trattamento: Jumanji e Hotel Transylvania 3. Di grande aiuto l’efficacia del trailer e la scelta come protagonista di Tom Hardy, attore non solo belloccio ma con pure un’anima.

Il secondo posto vede un risultato inaspettato. Si attendeva metà settembre per vedere trionfare Gli incredibili 2 dopo gli oltre 600 milioni di dollari incassati negli Stati Uniti (nono risultato migliore di tutti i tempi) e i 1.238 milioni di dollari globali (15esimo risultato migliore di tutti i tempi). Succede invece che il secondo capitolo dedicato alla famiglia di supereroi nel nostro paese attecchisca meno del previsto, finendo battuto da Hotel Transylvania 3. Decisamente sottotono l’andamento del film di Brad Bird, campanello d’allarme di una stagione che, dopo l’exploit del mese di agosto, non vuole saperne di decollare. Quali le cause? Potrebbe essere che all’enorme successo del primo film nel 2004 (15,6 milioni di euro) non sia corrisposto un gradimento altrettanto grande e che dopo 14 anni, nonostante il marketing aggressivo, non si sentisse poi così tanto il bisogno di un nuovo capitolo. Altro aspetto da non sottovalutare, il minore appeal dei supereroi in Italia rispetto ad altri paesi (agli U.S.A. di sicuro). Parliamo comunque di numeri importanti, di cinque settimane in top 10 di cui 2 al vertice della classifica, ma negare che ci si aspettasse di più considerando non tanto il film, quanto il riscontro che ha avuto più o meno ovunque, sarebbe una bugia.

La prima posizione, quindi il film più visto in questo inizio di stagione, è una vera sorpresa. Hotel Transylvania 3 conferma la forza del brand e la capacità della Warner Bros di snidare il pubblico facendogli nascere il bisogno impellente di entrare in una sala cinematografica. Tutto ciò alla luce di un film così così che già nel capitolo 2 raschiava il fondo del barile senza avere molto da offrire. Ma il pubblico sembra non essersene accorto ed è partito ben disposto fin dal primo giorno. Mercoledì 22 agosto il film incassa più di un milione di euro, giovedi 750 mila euro, venerdì 700 mila euro. Feriali da capogiro e un primo week-end da quasi 4 milioni di euro con una media per sala (660) di € 6.040. In crescita anche i risultati mondiali con 525 milioni di dollari a fronte di un budget di 80 milioni di dollari. Ormai si tratta di personaggi entrati nell’immaginario e in grado di compiacere una platea mondiale.

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A seguire

I CASI DEL PRIMO TRIMESTRE

Buona lettura.