
(dal 1° maggio al 31 luglio 2020)
Si conclude una stagione anomala, fatta di visioni per lo più casalinghe, con la sala cinematografica che nei primi mesi dell’ultimo trimestre sembra un miraggio, prima lontano e poi rischioso.
Fino al 15 giugno è buio pesto per la sala cinematografica, non perché tutti sono incollati allo schermo e stanno guardando film, ma perché i cinema sono chiusi e il lockdown perdura. Quattro mesi di chiusura totale sul territorio nazionale a causa del Covid, a partire dall’8 marzo, che hanno pesato enormemente sui risultati complessivi, ovviamente in calo, ma grazie al buon andamento dei mesi precedenti tutto sommato in grado di reggere abbastanza bene. Considerando la situazione pessima, un -23,14% negli incassi a livello stagionale ci sta tutto e poteva andare decisamente peggio.
La riapertura del 15 giugno, comunque, ha portato meno gioie di quelle attese. I motivi sono tanti:
- la naturale disaffezione dello spettatore italiano nei confronti della sala cinematografica all’approssimarsi dei primi caldi,
- la diffidenza verso i luoghi chiusi in un periodo in cui la cautela è d’obbligo,
- l’assenza di titoli nuovi,
- l’allentamento delle norme restrittive previste dal decreto solo a pochi giorni dalla riapertura (fino ad allora non si poteva nemmeno consumare nulla al bar, fonte di sostentamento per gran parte delle sale).
All’iniziale, attesa, fase di assestamento, non segue però il consolidamento, anzi, subentra una fase di stallo in cui il trend è caratterizzato unicamente dal buon riscontro delle arene estive, le sole a ottenere numeri dignitosi. Un segnale comunque importante che ha dimostrato la voglia del pubblico di tornare a sedersi davanti a uno schermo il più grande possibile, solo all’aperto però, perché la sale al chiuso vengono evitate. La programmazione non è certo di aiuto: nessun titolo nuovo, nemmeno quelli usciti solo in streaming durante il lockdown. Per dire, avrei visto volentieri L’uomo invisibile, ma non è praticamente stato programmato, mentre aveva del potenziale, e come lui anche altri titoli. Nel deserto di proposte, comprensibile ma non certo strategico, gli unici che riescono a distinguersi, anche perché minimamente supportati, sono I miserabili e Favolacce.
Si crea quindi un circolo tutt’altro che virtuoso che purtroppo si cristallizza nel corso delle settimane: non arrivano nuovi titoli, quelli annunciati (Onward, inizialmente previsto per il 22 luglio) se la danno a gambe levate e i successi della stagione vengono visti quasi esclusivamente nelle arene estive. Alla crescita, lenta ma costante, delle sale riaperte (dall’iniziale 5% a un quasi 20%) subentra quindi, verso la fine di luglio, un nuovo rallentamento: non tutti quelli che hanno riaperto decidono di restare aperti e si godono l’estate in modo più proficuo.
Appare infatti gradualmente tacito che fino a metà agosto di cinema commerciale nuovo non se vedrà e che fino ad allora si navigherà a vista. Box-office sempre più mesti, in cui è il successo di una singola proiezione a fare la differenza, caratterizzano quindi un’estate cinematograficamente molto povera che si spera atipica. Il rischio disaffezione da parte del pubblico è dietro l’angolo, ma la cosa non pare preoccupare più di tanto, o, se lo fa, nessuno se ne accorge.
Non sono certo di aiuto le notizie che provengono da oltreoceano, con una situazione Covid ben lungi dall’essere sotto controllo. Il film che dovrebbe rappresentare la ripartenza mondiale viene battezzato essere Tenet di Christopher Nolan, ma nel corso del trimestre viene ripetutamente spostato per poi trovare, per la gioia di esercenti e pubblico, una necessaria differenziazione tra i paesi con ancora problemi relativi alla pandemia, in cui il film arriverà più tardi, e quelli in cui la situazione è maggiormente sotto controllo, dove invece potrà arrivare prima. Il 26 agosto è quindi la data in cui, anche in Italia, il film riempirà in dosi massicce gli schermi di molti paesi segnando la fuoriuscita, almeno queste sono le intenzioni, da quella che può essere definita come la peggiore crisi che il cinema ha vissuto dal dopoguerra a oggi. Negli U.S.A., invece, Tenet viene pianificato per il 2 settembre.
Come al solito, prima del dettaglio dei singoli mesi, ecco le imprescindibili fonti: Cinetel, BoxOfficeBenful/Cineguru (di grande aiuto nel reperimento di dati più dettagliati) e Boxofficemojo. Per questo trimestre nessuna percentuale mensile, non avrebbe senso paragonare i dati di un anno fa con il nulla.
MAGGIO
Fino a metà mese continua il lockdown, e dopo le sale restano comunque chiuse per tutto il mese. Le uniche uscite di cui si parla sono sulle piattaforme streaming. I titoli di maggiore richiamo sono I Miserabili e Favolacce che un po’ dispiace vedere bypassare la sala e indirizzati direttamente al piccolo schermo, ma pare sarà inevitabile un futuro di convivenza, speriamo pacifica, tra forme di fruizione differenti e non per forza incompatibili. Fioriscono intanto iniziative di ogni tipo per indurre il pubblico, avido di contenuti e novità, al consumo di streaming, anche attraverso nuove piattaforme in alcuni casi collegate alle sale cinematografiche (“Mio Cinema”, “Io resto in sala”). Tra gli altri titoli che si affacciano qua e là: Georgetown, The Lighthouse, Tornare, Qua la zampa 2. Non esistendo un sistema ufficiale di rilevazione degli accessi in streaming, non è chiaro quale sia l’effettivo impatto delle piattaforme sul pubblico ed è un peccato perché dati oggettivi permetterebbero di fare considerazioni più sensate.
GIUGNO
Si continua a vivere di streaming e c’è grande attesa (anche se forse solo in me e in pochi altri patiti della sala) per la fatidica data del 15, in cui i cinema “possono” riaprire. A preoccupare sono le norme stabilite da decreto che rendono l’esperienza in sala una corsa a ostacoli: oltre a tutti i divieti previsti (ma non sempre rispettati) per gli altri esercizi commerciali, anche l’obbligo della mascherina indossata sempre e il divieto di apertura dei punti ristoro. Tali divieti vengono tolti a un giorno dalla riapertura senza, però, che nessuno abbia modo di accorgersene e di sicuro il caos comunicativo non aiuta ad avere le idee chiare su cosa è possibile fare e cosa invece no; anche perché spesso intervengono norme regionali che modificano quanto previsto dal decreto differenziandone l’applicazione da regione a regione. A riaprire è quindi meno del 5% dei cinema (224 sale, 342 schermi) e il primo report di Cinetel (che monitora gli incassi) vede al primo posto I miserabili con appena 261 spettatori. Al piacere di vedere ritornare la classica top-10 che ci fa capire che la vita, nostra come delle sale, va avanti, si unisce la consapevolezza che la strada sarà lunga e in salita. Alla seconda settimana le sale diventano 325 e gli schermi 540 e la crescita conferma la voglia di cinema del pubblico, ma i risultati continuano a essere modesti e in linea con la prima: le sale aperte sono poche, le novità latitano e i pochi film che attirano il pubblico sono quelli inediti in sala (ma disponibili in streaming durante il lockdown) e quelli che avevano interrotto il loro percorso a causa della chiusura delle sale. L’assenza di cinema commerciale determina, forse per la prima volta, un podio improntato al cinema d’autore, dove a vincere è la qualità rispetto alla quantità. Riaprono anche alcuni circuiti multiplex ma la programmazione è disastrosa, con opere nemmeno della stagione in corso, ma persino di due o tre stagioni precedenti (Ti presento Sofia, Mamma o papà?, Quo vado?, qualche Marvel in naftalina). La domanda che emerge è: ma la distribuzione sta aiutando gli esercenti con una politica di noleggio favorevole in questo periodo particolare? La sensazione è che non ci sia una visione d’insieme e che le parti in causa (esercenti, distributori, istituzioni) non si parlino e non si aiutino come dovrebbe invece essere. A mancare, almeno nel breve periodo, sembra essere proprio una strategia comune.
LUGLIO
Le prime settimane sono all’insegna della timidezza: qualche nuova sala che decide di riaprire, un aumento del pubblico minimo ma costante, il dominio dei cinema all’aperto. Questo almeno fino alla metà inoltrata del mese, poi, quando diventa chiaro che nulla cambierà fino a metà agosto senza che nuovi titoli commerciali si profilino all’orizzonte, cominciano i ripensamenti. Sale che avevano deciso di riaprire posticipano infatti l’alzata delle serrande e alcuni cinema che avevano riaperto, invece, richiudono. Un panorama non molto confortante, anzi, decisamente desolante, che però non sembra turbare più di tanto nessuno. A risollevare le sorti del mese dovrebbe essere il ritorno in sala di Gli anni più belli di Gabriele Muccino che arriva il 15 luglio (ma perché non il 15 giugno?) e raggiunge 60 sale facendo quel che può che però non è granché. Probabilmente un’uscita più tempestiva avrebbe sortito effetti migliori. Ormai il pubblico sembra avere deciso: fino a quando non arriveranno titoli nuovi e commerciali (grazie soprattutto a Movies Inspired, il d’essai arriva, ma in pochissime sale), le uniche sale frequentate saranno i drive-in, tornati alla ribalta e perfetti per favorire il distanziamento, e, soprattutto, le arene estive. Il loro apporto negli anni passati è sempre stato minimo, anche perché pochissime erano associate a Cinetel e quindi monitorate negli incassi. Quest’anno la situazione è un po’ cambiata, un numero maggiore di arene risulta monitorato (un’ottantina, circa un quinto di quelle presenti sul territorio) e ciò che emerge è la preferenza del pubblico per le visioni all’aperto. Sono infatti le arene estive (che rappresentano circa un quinto del totale di sale riaperte) a coprire fino al 60% degli incassi giornalieri, il che la dice lunga sulla sofferenza di monosale al chiuso e multiplex.
Resta un mistero perché film usciti in streaming ma inediti sul grande schermo non siano stati minimamente sostenuti in questo periodo (L’uomo invisibile, Trolls Word Tour, La sfida delle mogli, The Grudge, Emma) considerando che erano gli unici, in assenza di nuove uscite, ad avere un potenziale commerciale inespresso in sala.
A colpire ulteriormente è la scelta di distribuire alcuni titoli nuovi direttamente sulle piattaforme e bypassando la sala, tra l’altro senza alcuna forma di promozione: 47 Metri Uncaged, Stay Still, Scooby, Monster School, Radioactive, Sabbie e fuoco, Il ladro di cardellini, An Affair To Die For, Valhalla?
Chi davvero si è accorto del loro arrivo?
BOX OFFICE DAL 15 GIUGNO AL 31 LUGLIO 2020
1 – FAVOLACCE – € 126.937
2 – PARASITE – € 120.880
3 – I MISERABILI – € 120.261
4 – GLI ANNI PIU’ BELLI – € 117.363
Nel periodo post lockdown, le sale cinematografiche che decidono di riaprire sono poche, non esce nessun film nuovo e solo pochi film, inediti in sala ma già usciti in streaming, si affacciano nei cinema; fare una classifica dei titoli più visti serve più che altro per capire la portata della crisi del settore. È una “guerra” all’ultimo spettatore, visto che le prime posizioni sono tutte molto vicine e la differenza è data dal successo di singole proiezioni. Basta un giorno di pioggia, considerando l’incidenza delle arene estive, a fare la differenza.
Favolacce e I miserabili si inseguono per tutto il mese e mezzo che va dal 15 giugno al 31 luglio e anche quando il film dei fratelli D’Innocenzo riesce a superare l’opera premiata a Cannes, lo fa inizialmente solo come incassi e non come numero di spettatori. La vittoria come Miglior Film ai Nastri d’Argento dà probabilmente a Favolacce quello slancio in più che finisce per farlo svettare. Il bel film francese di Lady Lj viene superato, anche se solo per qualche centinaio di euro, pure da Parasite che conferma il suo grande appeal sul pubblico. Gli anni più belli avrebbe probabilmente avuto un impatto maggiore, aiutando maggiormente gli esercenti, se fosse uscito subito, il 15 giugno; lasciarlo per un mese in sospeso, pur non facendolo uscire sulle piattaforme, lo ha invece un po’ bruciato. Quando raggiunge nuovamente i cinema fa quindi quel che può, visto che aveva sfortunatamente interrotto la sua corsa a poche settimane dall’uscita in sala, ma non recupera molto, comunque meno del previsto. Si calcola un mancato incasso di almeno due milioni di euro.
Tra gli altri successi estivi si distinguono anche Jojo Rabbit che in molte serate nelle arene fa il tutto esaurito ed è perfetto per il target famiglie, La dea fortuna che si conferma molto amato, ma anche Cena con delitto, nonostante lo sbarco su Amazon Prime, e Piccole donne.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2019 AL 31 LUGLIO 2020
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 TOLO TOLO – € 46.190.708 – 6.672.346
2 IL RE LEONE – € 37.516.159 – 5.694.521
3 JOKER – € 29.619.376 – 4.238.834
4 FROZEN II – € 19.048.823 – 2.953.717
5 IL PRIMO NATALE – € 15.347.622 – 2.364.114
6 PINOCCHIO – € 14.994.327 – 2.262.866
7 STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER – € 13.243.180 – 1.778.871
8 MALEFICENT – SIGNORA DEL MALE – € 12.376.389 – 1.874.336
9 JUMANJI: THE NEXT LEVEL – € 12.386.714 – 1.753.614
10 C’ERA UNA VOLTA A…HOLLYWOOD – € 11.976.445 – 1.732.024
Classifica inevitabilmente invariata rispetto allo scorso trimestre che conclude una stagione bislacca e ovviamente terribile, per tanti aspetti e anche per le sale cinematografiche, chiuse per più di 4 mesi e con gli ultimi mesi, quelli estivi, non dispensatori di grandi soddisfazioni.
Nessun cambio di posizione, quindi, ma solo il consolidamento dei numeri grazie alla riproposizione dei maggiori successi nelle arene estive e nelle poche sale al chiuso che hanno il coraggio di riaprire. In particolare a giovarne, pur senza grandi scossoni, sono Joker, Pinocchio e C’era una volta a…Hollywood.
L’unico film con il totale invariato rispetto al trimestre precedente è Maleficent – Signora del male, probabilmente non riproposto nelle sale, e nemmeno nelle arene estive, a causa della sua disponibilità su Disney + a partire dal 29 maggio.
A livello generale:
- a guidare la classifica è Checco Zalone che ha spopolato durante le festività natalizie (lontano comunque dai 65,3 milioni di euro di Quo vado?),
- non compaiono all’orizzonte supereroi (a meno di non considerare l’ibrido Joker come un Cinecomic),
- l’unico film di animazione è Frozen II e la onnivora Disney è presente solo con quattro titoli,
- l’Italia non sfigura, grazie a Ficarra e Picone e all’ottimo Garrone,
- Quentin Tarantino si conferma uno dei pochi autori amati incondizionatamente sia dalla critica (nonostante le recensioni tiepide di parte della stampa ricevute alla prima mondiale a Cannes) che dal grande pubblico.
Non ci sono “casi” da analizzare in questo quarto trimestre, vista la penuria di uscite in sala.
Non resta che sperare che la ripresa, avviata da metà agosto ed entrata nel vivo con l’uscita dell’atteso Tenet, porti i risultati sperati o, almeno, cenni di miglioramento (i primi risultati lasciano ben sperare). La voglia di cinema c’è, il pubblico lo ha dimostrato, i film speriamo che continuino ad arrivare (la decisione della Disney di bypassare le sale rendendo disponibile Mulan su Disney + a 21,99 euro non è un bel segnale in tal senso).
Occorre solo affrontare le proprie resistenze, quanto mai lecite, e cercare la sala più vicina per tornare a provare l’effetto che fa. In base alla mia esperienza di questi mesi le sale si stanno rivelando tra i posti più sicuri in cui andare, ma ovviamente la percezione è soggettiva e il bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti non sempre contestualizza i numeri a dovere.
Incrociamo quindi le dita e, se ce la sentiamo ovviamente, torniamo al piacere di rintanarci nel buio della sala lasciando il mondo fuori.
Buone visioni!
Per qualunque osservazione scrivetemi: