Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (07/2016) – 4

HORROR

C’era un tempo in cui estate significava horror. I cinema chiudevano per ferie e i pochi che resistevano distribuivano per lo più brividi. Non siamo più a quel livello, ma finalmente, dopo un’annata piuttosto parca in tal senso, qualche cosa è arrivato. In rete è un pullulare di titoli in grado di accendere la curiosità anche dei più scettici, ma quelli che riescono a trovare una distribuzione sono sempre meno.

Il maggiore successo horror del trimestre è The Conjuring – Il caso Enfield,  con 2 milioni 382 mila euro, sequel di L’evocazione – The Conjuring, che però aveva superato i 3,6 milioni di euro. Il film di James Wan, nuovo Re Mida dell’industria americana grazie alla creazione delle saghe di Saw e Insidious e regista anche di Fast & Furious 7, mette d’accordo sia la critica che il pubblico ed è un successo planetario, capace di bissare la calorosa accoglienza riservata al capostipite. Riduce infatti l’incasso U.S.A. (che passa da 137 a 102 milioni di dollari), ma aumenta quello degli altri mercati, finendo per incassare esattamente la stessa cifra della prima puntata: 318 milioni di dollari. Considerando il budget modesto (passato da 20 a 40 milioni di dollari), il ritorno economico è davvero notevole.

Fa il suo sporco lavoro di dispensatore di brividi anche The Boy di William Brent Bell. Costato 10 milioni di dollari ne incassa 64 in tutto il mondo, di cui 35,8 negli Stati Uniti. In Italia supera i due milioni di euro e resta tre settimane in top-10.

Minore il riscontro per Somnia (836 mila euro), produzione U.S.A., che in originale si intitola Before I Wake, ma che nella sale U.S.A. non esce, mentre viene distribuito in molti paesi incassando però pochissimo (3,2 milioni di dollari). Il maggior risultato è quello della Russia (un milione di dollari) e al secondo posto c’è il nostro paese.

Prova incautamente a ravvivare l’estate anche la trasposizione di uno dei più brutti libri di Stephen King, Cell, co-sceneggiato dallo stesso King che quando si butta nel cinema fa disastri (ricordate l’imbarazzante Brivido?). Negli U.S.A. esce direttamente on demand in giugno (era previsto anche nelle sale a partire da luglio ma non ce n’è traccia), mentre nei pochi paesi in cui viene distribuito non trova alcun seguito. Anche in questo caso l’Italia, con i suoi modesti 322 mila euro, è il paese che tributa al film il maggior incasso al mondo.

La Koch Media, attraverso l’etichetta Midnight Factory, si è specializzata nel genere horror regalando chicche che altrimenti non avrebbero mai varcato la soglia del grande schermo. L’anno scorso ha trasformato, con un’ottima campagna promozionale, l’interessante Babadook nel successo dell’estate, con un incasso superiore a 1,6 milioni di euro, inferiore, a livello mondiale (dove non ha avuto un’ampia distribuzione), solo alla Gran Bretagna, in cui il film di Jennifer Kent ha superato i 2 milioni di dollari. Quest’anno la Koch Media ci riprova con uno dei film più chiacchierati in rete durante l’anno, l’altrettanto interessante It Follows di David Robert Mitchell, ma il risultato non premia lo sforzo distributivo (262 le sale a disposizione). A fine luglio, infatti, l’incasso nazionale è fermo a 564 mila euro e non sembra avere abbastanza carburante per resistere anche nel mese di agosto. Curioso come a livello mondiale sia, invece, andato decisamente meglio di Babadook. Ha infatti goduto di una distribuzione capillare che gli ha permesso di incamerare 20,6 milioni di dollari, di cui 14,6 dagli Stati Uniti, dove è arrivato in 1.655 sale.

Altrettanto curioso che un film come il tedesco Friend request – La morte ha il tuo profilo, con molte meno pretese e di cui non si è parlato granché, abbia incassato la stessa cifra di It Follows, anzi, un pochino di più (583 mila euro).


ESTATE

Tanti bla bla bla rimbalzati da un media all’altro durante la stagione fredda si sono tradotti in un fuggi fuggi quasi generale durante il periodo estivo. Pochi, e il più delle volte poco allettanti, infatti, i titoli proposti con la canicola. Se non fosse stato per Universal e Warner Bros anche i multiplex avrebbero chiuso. Ciò che è mancato è stato soprattutto il grande successo estivo, il blockbuster immune alle stagioni e capace in day-and-date di attirare le masse a ogni latitudine e temperatura. In teoria doveva essere l’estate di Independence Day: Rigenerazione, il sequel del grande successo del 1996 di Roland Emmerich, ma la prospettata uscita in luglio, in contemporanea con il resto del mondo, è slittata poi a settembre, nel malumore generale degli esercenti. Ma siamo sicuri che la decisione sia stata poi così sbagliata? Visti i pessimi riscontri critici e i risultati tiepidi con cui il film di Emmerich è stato accolto nel mondo, infatti, non potrebbe essere che la 20th Century Fox si sia resa conto di avere tra le mani un film meno acchiappapubblico del previsto, confidando in un arginamento dei danni nel più rassicurante, almeno a livello commerciale, mese di settembre? Eliminato Emmerich e retorica a stelle & strisce, restano alcuni film che si comportano discretamente, ma senza fare sfracelli.

Il maggiore successo è The Legend of Tarzan, che a sfruttamento ancora in corso, dopo soli 15 giorni di programmazione, raggiunge velocemente i 3 milioni di euro (diventeranno più di 4 in agosto). Vuoi pure che cambi la prospettiva, dalla città alla giungla e non viceversa, ma pensare che nel 2016 qualcuno sia ancora interessato all’ennesima rimasticatura dell’uomo scimmia dal celebre, misteriosissimo e prodigioso urlo colpisce. Il marketing aggressivo ha sicuramente contribuito a creare l’evento, Margot Robbie (questo è il suo anno) ha attirato l’adolescente in effervescenza ormonale e gli addominali di legno di Alexander Skarsgård devono aver fatto il resto, ma pensare che il film ha incassato in tutto il mondo ben 350 milioni di dollari, superando i 100 milioni di dollari negli Stati Uniti, lascia comunque stupefatti. Hanno perciò avuto fiuto Village Roadshow Pictures, Dark Horse Entertainment, Jerry Weintraub Productions e Riche Productions che lo hanno prodotto investendo ben 180 milioni di dollari. Una cifra di cui rientreranno con il solo theatrical.

Con 2,1 milioni di euro si mantiene in linea con i precedenti film della prolifica serie anche Star Trek Beyond, tredicesima pellicola del franchise e terza del reboot ad opera di J. J. Abrams, qui in veste di produttore. Questo in Italia, perché negli States i trekker hanno mostrato una battuta d’arresto. Il film di Justin Lin, infatti, incassa 145 milioni di dollari, ben al di sotto dei 228 milioni di Star Trek Into Darkness e dei 257 milioni di dollari di Star Trek – Il futuro ha inizio. Anche il riscontro internazionale pare più tiepido, ma mancano all’appello ancora molti mercati e prenotiamo al film un posto nella sezione SALVATI DALLA CINA, dove arriverà in settembre, e che gli permetterà probabilmente di rientrare del budget di 185 milioni di dollari, o perlomeno di limitare i danni.

Dopo il grande successo di Now You See Me (350 milioni di dollari in tutto il mondo), arriva in giugno il seguito. Il timone passa da Louis Leterrier a Jon Chu, il cast perde Isla Fisher e Melanie Laurent e acquista Daniel Radcliffe e Lizzy Caplan. Negli U.S.A. è delusione cocente (solo 65 milioni di dollari contro i 117 del precedente), ma avendo incassato in tutto il mondo 316 milioni di dollari, nonostante il budget medio/alto (90 milioni di dollari) riesce a rientrare dei costi anche senza il sostanzioso contributo della Cina (97 milioni di dollari). In Italia si comporta più che dignitosamente arrivando a 2,8 milioni di euro (per un sequel un calo fisiologico ci sta), mentre Now You See Me era arrivato a incassarne 4,4.

In un’estate in cui i sequel si dimostrano piuttosto deboli, arranca anche Cattivi Vicini 2. Il primo in America era stato un successo da 150 milioni di dollari che nel mondo aveva raggiungo i 270 milioni di dollari. Il sequel in America è un disastro (55 milioni di dollari), e anche gli altri mercati sono molto più tiepidi (52 milioni di dollari contro i 120 del capostipite). Essendo però il budget assai modesto (35 milioni di dollari), i 107 milioni di dollari globali sono in grado di ripagarlo. Per l’Italia cambia poco. Il primo, uscito nell’agosto del 2014, aveva incassato 827 mila euro, il sequel supera di poco i 500 mila euro.

Nel periodo estivo entrano nel box-office settimanale anche altri titoli che, pur con numeri piccoli dato il modesto appeal, trovano un’inaspettata ribalta e che, forse, in altri periodi con maggiore concorrenza, nessuno avrebbe visto. I cosiddetti fondi di magazzino o opere meno eclatanti di altre ma degne di nota? A voi, cari spettatori, l’ardua sentenza. Ecco quindi:

l’adrenalinico Bastille Day – Il colpo del secolo di James Watkins con Idris Elba, Richard Madden, Charlotte Lebon (300 mila euro)

La Battaglia degli Imperi – Dragon Blade (800 mila euro), tentativo di affiancare a livello commerciale oriente (Jackie Chan) e occidente (Adrien Brody e John Cusack) con un risultato nullo negli Stati Uniti (74 mila dollari) ma mirabolante in Cina (116,8 milioni di dollari).

gli spagnoli My Bakery in Brooklyn – Un pasticcio in cucina, di Gustavo Ron (507 mila euro), e Kiki & i segreti del sesso, di Paco León (285 mila euro).

A distinguersi maggiormente, con un totale che sfiora il milione di euro, è solo l’inglese L’uomo che vide l’infinito, scritto e diretto da Matthew Brown, che ripercorre la storia vera di Srinivasa Ramanujan, matematico indiano nato in povertà, ammesso poi a Cambridge e all’avanguardia nell’elaborazione di teorie matematiche. Anche in questo caso la calura ha giovato al film che ottiene il miglior risultato al mondo dopo gli Stati Uniti (3,8 milioni di dollari).


IL MISTERO

Pur essendo un sequel atipico, che con il predecessore ha poco a che spartire a livello di trama, 10 Cloverfield Lane viene da un grande successo (costato 25 milioni di dollari Cloverfield ne ha incassati globalmente 170), tra i produttori ha J.J. Abrams, Viagra dei maggiori successi cinematografici e televisivi degli ultimi anni, ha due interpreti bravi e con un loro pubblico come Mary Elizabeth Winstead e John Goodman, non appartiene a un genere ben definito ma sfuma dal thriller alla fantascienza e all’horror, ha ottenuto riscontri critici ottimi, eppure nel nostro paese è stato distribuito poco e male. In U.S.A. ha incassato 72 milioni di dollari, nel resto del mondo altri 36. In Italia esce grazie a Universal a fine aprile in 84 sale e ottiene una media discreta di € 1.641 al 14º posto, ma scompare praticamente all’istante di scena con un misero bottino di 138 mila euro. Non si capisce perché trasformare un film atteso e molto discusso sui social in un’uscita tecnica. Come diretta conseguenza, la maggior parte di chi lo voleva vedere lo ha scaricato illegalmente dalla rete. Ho provato a contattare la Universal Italia per chiedere chiarimenti, ma non ho ricevuto risposta.


La prima parte del Barometro, con l’INTRODUZIONE e CANNES dal punto di vista degli incassi la potete trovare qui.

La seconda parte del Barometro dedicata ai FLOP la potete trovare qui.

La terza parte del Barometro dedicata a ANIMAZIONE E FILM PER FAMIGLIE, CINEMA D’ESSAI E ITALIA la potete trovare qui.

A seguire, la quinta  parte del Barometro, con uno sguardo su  CINA ed EVENTI