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IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (04/22_23) – PARTE 2

(dal 1º maggio al 31 luglio 2023)

Nella seconda parte del Barometro parliamo di cinema italianohorrorcinema d’essai, eventi e riedizioni e flop. Ricordo che gli incassi sono calcolati al 31 luglio 2023 in base ai dati forniti da Cinetel e che sono stati inclusi anche film usciti alla fine del III trimestre che sono entrati in pieno sfruttamento durante il IV trimestre.

Top-10 film italiani usciti nel IV trimestre della stagione 2022/2023 

POS TITOLO INCASSO
1 IL SOL DELL’AVVENIRE € 4.082.584
2 RAPITO € 1.787.037
3 SCORDATO € 1.091.727
4 LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO €    919.480
5 DENTI DA SQUALO €    248.691
6 UN MATRIMONIO MOSTRUOSO €    192.316
7 CATTIVA COSCIENZA €    153.875
8 LA CACCIA €     88.786
9 RIDO PERCHÉ TI AMO €      83.073
10 HAI MAI AVUTO PAURA? €     72.586

 

Continua il periodo buio del cinema italiano. L’ultimo trimestre della stagione in tal senso è una mezza tragedia. Funzionano solo gli autori consolidati (Nanni Moretti, Marco Bellocchio, Rocco Papaleo, Pupi Avati), e comunque con risultati inferiori al passato, mentre tutti i tentativi di fare qualcosa di nuovo vengono bocciati. In molti casi a mancare, più del supporto distributivo, è un po’ di marketing in grado di costruire il percorso dei film un passettino per volta. Manca infatti la curiosità intorno ai titoli italiani, non vissuti come eventi ma distribuiti in sala, anche parecchie, così, all’improvviso, senza che nessuno li attenda. A pagarne le conseguenze sono Denti da squalo (che arriva in 290 sale), Un matrimonio mostruoso (267 sale), Cattiva coscienza (203 sale), La caccia (223 sale) e Rido perché ti amo (252 sale). E il problema non sono tanto i film. Prendiamo il caso di Cattiva coscienza, un film che se fosse americano e interpretato da due star avrebbe avuto ben altri numeri perché supportato in modo diverso, con mesi di anticipo, invece così cade nel vuoto nonostante Cinema Revolution (quindi biglietto a 3,5 euro) e gli sforzi di Vision Distribution di collocarlo in piena estate con un’ampia distribuzione. Si dirà che poi si riprenderà nei passaggi successivi, soprattutto in streaming, e uno dei punti è proprio questo: perché si è abituato il pubblico a fruire dei film italiani, delle commedie soprattutto, non più in sala ma direttamente sul piccolo schermo? Occorre invertire la marcia grazie a buoni film e a buone strategie comunicative che facciano venire voglia di vedere i film italiani. Con la folta presenza nazionale a Venezia qualcosa potrebbe cambiare, perché ci sono titoli e autori davvero forti. Deve essere un’occasione da cavalcare al meglio. Incrociamo le dita e speriamo.

I FILM (PIU’ O MENO) HORROR USCITI NEL IV TRIMESTRE 2022/2023

TITOLO INCASSO
LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE € 3.003.674
INSIDIOUS – LA PORTA ROSSA € 1.434.439
THE BOOGEYMAN €    787.512
LA MALEDIZIONE DELLA QUEEN MARY €    330.535
RENFIELD €    201.708
HAI MAI AVUTO PAURA? €     72.586
PIGGY €     36.073

Il genere horror si conferma uno dei più redditizi per la visione collettiva in sala. Avere paura insieme ad altri rassicura e sdrammatizza, è un’esperienza che deriva buona parte della sua efficacia dall’essere vissuta in sala, di fianco a sconosciuti che condividono gli stessi brividi. Nonostante un certo vuoto distributivo (un tempo l’estate era il regno di horror e affini), i pochi titoli che escono hanno modo di distinguersi. E anche in questo caso, come ahimè tutto ormai, essere legati a un franchise di successo è di grande aiuto. Continua quindi il suo percorso positivo, cominciato nel trimestre precedente, La casa – il risveglio del male che anche a livello mondiale si conferma ampiamente remunerativo (budget 19 milioni di dollari, incasso worldwide 146,7 milioni di dollari). E funziona molto bene Insidious – la porta rossa, quinto e ultimo capitolo della saga “Insidious” cominciata nel 2010 con la regia di James Wan ma anche sequel diretto del secondo capitolo della saga: budget 16 milioni di dollari, incasso mondiale 185,9 milioni di dollari (il più alto dei cinque film della saga). Fa il suo lavoro, anche se senza guizzi, The Boogeyman (budget 35 milioni di dollari, incasso globale 82,3 milioni di dollari), non legato a un franchise ma a un immaginario consolidato, mentre stentano maggiormente gli altri. In particolare affanno Nicolas Cage in versione Dracula con Renfield (budget 65 milioni di dollari, incasso mondiale 26,7 milioni di dollari). L’Italia ci prova con Hai mai avuto paura?, ma nonostante gli incentivi di Cinema Revolution, con un prezzo del biglietto a soli 3,50 euro, i risultati non brillano.

 

I FILM D’ESSAI USCITI NEL IV TRIMESTRE

TITOLO INCASSO
MON CRIME € 879.175
BEAU HA PAURA € 473.447
RITORNO A SEOUL € 342.743
EMILY € 305.617
DALILAND € 170.855
ANIMALI SELVATICI € 101.534
L’INNAMORATO, L’ARABO E LA PASSEGGIATRICE €  82.453
AFTERWORK €  79.320
PETER VON KANT €  68.867
PLAN 75 €  64.559
L’AMORE SECONDO DALVA €  61.433
A THOUSAND AND ONE €  55.363
SPOILER ALERT €  48.115
CREATURE DI DIO €  48.002
BILLY €  42.874
PRIGIONE 77 €  38.074
CANE CHE ABBAIA NON MORDE €  36.240
PIGGY €  36.073
HOURIA €  32.898
IL RESPIRO DELLA FORESTA €  28.019

Resta la classifica più bislacca, perché non è semplice definire cosa è d’essai e cosa no al di là delle definizioni ufficiali del MIC che però includono il cinema italiano, nel Barometro trattato invece a parte. Diciamo che sono presenti tutti i film che non si ritengono mainstream e godono di una distribuzione medio/piccola, ma vige una certa soggettività. Una cosa che salta subito all’occhio è la difficoltà per i più piccoli di imporsi, anche nella stretta cerchia di riferimento del pubblico d’essai che è quello tendenzialmente più maturo, nel post Covid trai più restii a tornare alle vecchie abitudini. Anche i maggiori successi, come Mon Crime, non raggiungono comunque il milione di euro che resta un miraggio lontano. In questa stagione solo Triangle of Sadness ha raggiunto tale obiettivo e si tratta comunque di un film vincitore della Palma d’Oro a Cannes, con tre nomination agli Oscar, due ai Golden Globe e di cui si è parlato moltissimo. Insomma, convincere il pubblico ad andare in sala per i film d’essai è una grande fatica. Oltre al film di François Ozon Mon Crime, che però con l’altra sua (precedente) regia, Peter von Kant, non incontra il favore del pubblico, il primo titolo che riesce a distinguersi, escludendo l’ibrido Beau ha paura (trattato nei flop), è Ritorno a Seoul. Un’opera che probabilmente incuriosisce a partire dal titolo evocativo e ha modo di bucare l’indifferenza del pubblico verso tutto ciò che non è sulla bocca di tutti. Anche Emily si difende (anche se in tutto il mondo ha incassato solo 4,2 milioni di dollari), ma di film d’essai che passo dopo passo sono riusciti a diventare piccoli fenomeni sulla bocca di tutti, o perlomeno della stretta cerchia di riferimento, non ce ne sono. C’è da ragionarci su.

Cinema Revolution, con la possibilità di vedere i film europei a 3,50 euro (con ulteriori tre euro a carico del MIC), può fare poco perché i titoli che tentano l’uscita estiva sono davvero pochi. E purtroppo i pochi che arrivano (Animali selvatici, Afterwork, Houria, A Thousand and One, Falcon Lake, Rodeo, Piggy) non se li fila nessuno. Agire sulla leva del prezzo non è quindi la soluzione e, anzi, alla lunga, potrebbe essere controproducente perché indicativo di un prodotto di serie B.

EVENTI E RIEDIZIONI

TITOLO INCASSO
THE FIRST SLAM DUNK € 563.270
TUTTI SU! BUON COMPLEANNO CLAUDIO € 373.901
ROGER WATERS THIS IS NOT A DRILL € 272.464
PONYO SULLA SCOGLIERA € 163.391
IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LA COMPAGNIA DELL’ANELLO € 157.064
KIKI – CONSEGNE A DOMICILIO € 145.843
IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LE DUE TORRI € 145.323
IL SIGNORE DEGLI ANELLI: IL RITORNO DEL RE € 136.382
IL CASTELLO NEL CIELO € 117.683
TORO SCATENATO € 113.444
SUGA – AGUST D TOUR D-DAY € 102.001
RAFFA €  80.872
ALIEN €  72.860
PROFONDO ROSSO €  68.340
TXT ACT : SWEET MIRAGE : LIVE IN €  63.718
CASABLANCA €  50.588
SUPERMAN – 45° ANNIVERSARIO €  21.112
ANIMAL HOUSE €  20.129
LE ALI DELLA LIBERTA’ €  15.158
LYNCH/OZ €    9.757

In questa categoria rientrano tutte le opere che sono state programmate solo per un numero limitato di giorni, quindi concerti, riedizioni, documentari, anche film normali che si è scelto strategicamente di distribuire in modo differente dal solito. Il prezzo è di solito maggiorato perché rientrano il più delle volte sotto l’etichetta di “eventi”. I risultati sono ovviamente i più diversi a seconda della forza pervasiva delle distribuzioni, del marketing, dell’unicità dei contenuti e non è raro che se gli incassi nei giorni stabiliti si siano ritenuti soddisfacenti la programmazione sia poi continuata anche per qualche giornata successiva. È successo con The First Slum Dunk, ma anche con Profondo rosso. Certo, non basta programmare un film, anche mitico, perché la gente accorra (vedi i risultati modesti di Le ali della libertà o Superman) e il fatto che il prezzo sia spesso maggiorato per un titolo che magari si ha già in dvd non è sempre un valido alleato. Ma non ci sono vere e proprie regole, se Frankenstein Junior nel trimestre precedente ha sbancato, in questo trimestre le riedizioni sono aumentate ma con minore effervescenza. Si punta sulle nicchie e con alcuni generi (la saga Il Signore degli anelli o l’animazione d’Oriente con un nuovo ciclo su Hayao Miyazaki) si va sempre sul sicuro.

I FLOP DEL IV TRIMESTRE

TITOLO INCASSO
THE FLASH € 2.665.368
RUBY GILLMAN LA RAGAZZA CON I TENTACOLI €   975.067
65: FUGA DALLA TERRA €   622.360
BEAU HA PAURA €   473.447
BOOK CLUB 2 – IL CAPITOLO SUCCESSIVO €   463.944
HYPNOTIC €   290.370
RENFIELD €    201.708
PAPÀ SCATENATO €    122.358
LA CACCIA €     88.786
RIDO PERCHÉ TI AMO €     83.073
LA STANZA DELLE MERAVIGLIE €     35.766

Il più soggettivo dei paragrafi, perché non sappiamo mai davvero la contabilità dei film. Quello della sala è infatti un primo fondamentale passo, ma poi arrivano i diritti per streaming, home video, tv e in alcuni casi subentra anche il merchandising o altre forme di indotto (tipo i parchi a tema). Insomma, fare i conti in tasca ai film non è mai una scienza esatta a meno di non essere il contabile della casa di produzione. Certo, i toni sensazionalistici di certa stampa non aiutano perché attribuiscono con grande superficialità l’etichetta di flop a film ancora prima che vedano la luce delle sale. E l’etichetta non aiuta di certo ad attirare spettatori. Chi vuole andare a una festa pensando che non ci sia nessuno? Solo i più motivati, quelli indecisi magari decidono di optare per una pizza d’asporto.

Succede quindi che un film che incassa globalmente 268,3 milioni di dollari come The Flash sia da considerarsi un flop perché si suppone che mai rientrerà del budget di 200 milioni di dollari (più altri 100 per il marketing), di sicuro non con il theatrical (dovrebbe incassare almeno 400 milioni di dollari), però è stato visto da milioni di persone, ha incassato cifre che farebbero la gioia di qualunque altra produzione, ma per lo standard dei cinecomic è un risultato basso, insufficiente. Forse occorrerebbe davvero trovare un nuovo termine per parlare di quei film dai budget talmente alti che nonostante incassi sostanziosi nelle sale non riescono ad andare in pari. Rientra tra questi anche Indiana Jones e il quadrante del destino, per cui si parla di un incasso U.S.A. di 170 milioni di dollari, mondiale di 368,4 milioni di dollari, ma quando il budget è di 300 milioni di dollari hai ancora molta strada da fare per raggiungere la parità. Io le dichiarerei “patate bollenti”, perché puoi fare anche ripetutamente il tutto esaurito in sala ma se non diventi un fenomeno di tendenza mondiale difficilmente rientri dei costi, perlomeno con il solo theatrical.

Più facile parlare di flop per Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli, sia perché gli standard Dreamworks sono decisamente più alti, sia perché il budget è medio (70 milioni di dollari) e il ritorno davvero basso (totale mondiale 40,1 milioni di dollari), con un disastroso debutto in U.S.A. da 5,5 milioni di dollari in 3.400 sale. Nemmeno 65: Fuga dalla Terra con Adam Driver in fuga dai dinosauri ha brillato. Poteva farlo come film medio, infatti gli incassi sono stati tali (32 milioni di dollari in U.S.A. e 60,7 worldwide), ma il budget di 45 milioni di dollari è medio/alto e dovrà attendere i successivi sfruttamenti per andare almeno in pari. Non funziona al botteghino nemmeno un film dalle grandi ambizioni come Beau ha paura, con un attore molto amato come Joaquin Phoenix: budget 35 milioni di dollari e incasso mondiale di 11,4 milioni di dollari (negli U.S.A. ha raggiunto 2.125 sale ma l’incasso non è andato oltre 8,1 milioni di dollari).

Conferma la ritrosia del pubblico agée a riprendere l’abitudine di andare in sala l’insuccesso di Book Club – Il capitolo successivo (titolo davvero brutto per un sequel) che non sarà un capolavoro, ma non lo era nemmeno il capitolo precedente, però Book Club – Tutto può succedere aveva incassato in tutto il mondo 104,4 milioni di dollari (budget 14,1 milioni di dollari), mentre il sequel si ferma a un totale worldwide di 27,9 milioni di dollari (budget 20 milioni di dollari).

Niente da fare nemmeno per Nicolas Cage in versione Dracula, ruolo perfetto per le sue doti istrioniche, eppure Renfield è stato trascurato dal pubblico di ogni latitudine con un incasso mondiale di appena 26,7 milioni di dollari a fronte di un budget di 65 milioni di dollari.

Curioso il caso di due film diversissimi come Hypnotic e Papà scatenato, accomunati dalla distribuzione italiana di Leone Film Group che opta per un’uscita tecnica in poche sale (45 per il film di Robert Rodriguez e 35 per quello con Robert De Niro). Entrambi ottengono medie per sala significative, in alcune giornate le migliori della top-10, ma non cambia la strategia, le sale restano quelle e non si espandono. Un po’ un peccato, perché potevano ottenere risultati migliori (Papà scatenato è in programmazione anche in agosto e succederà la stessa cosa con Demeter – il risveglio di Dracula). Il loro destino internazionale, invece, è di sonoro flop: Hypnotic incassa globalmente 8,7 milioni di dollari a fronte di un budget di 65 milioni di dollari (probabilmente il più alto di sempre per Rodriguez, notoriamente abile nel massimizzare i profitti minimizzando i budget, a partire dal caso del 1992 El Mariachi); per Papà scatenato il divario è più contenuto ma sempre in passivo (budget 29 milioni di dollari, incasso mondiale 17,6 milioni di dollari). Il poco appeal commerciale di questi due film ci fa capire come per commedia e thriller la strada in sala non sia semplice, entrambi più fruiti in streaming che al cinema, un percorso che si è accentuato nel post Covid e che non si è (ancora) riusciti a invertire. Ma le medie per sala alte ci dicono anche altro, e cioè che in realtà, vuoi per la presenza di star, oppure proprio perché si tratta di generi non così presenti in sala, intorno a questi film c’è curiosità. E una distribuzione più attenta potrebbe fare la differenza per rimpolpare quel grande vuoto determinato dall’assenza di cinema medio.

Venendo all’Italia, per cui il budget non è quasi mai noto, l’insuccesso deriva dall’accoglienza in base al numero di sale in cui il film è stato distribuito. I casi più eclatanti di rifiuto da parte del pubblico sono La caccia (223 sale) e Rido perché ti amo (252 sale) che nonostante gli sforzi distributivi hanno finito per ottenere numeri molto bassi e scomparire quasi immediatamente dalla programmazione.

Il francese La stanza delle meraviglie, invece, non ha funzionato solo da noi, dove è sbarcato in 158 sale senza riuscire a trovare occhi per vederlo, a conferma della difficoltà del cinema medio di trovare spazio. Diversa la situazione in Francia dove è stato visto da 547.639 spettatori. Anche in questo caso si conferma un dato di fatto: un successo va preparato e costruito, arrivare in molte sale impreparati non attira il pubblico.

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