Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (04/2017) – 5

COSA IL PUBBLICO NON HA VISTO

È la sezione più ricca di titoli. In questo trimestre, infatti, l’andamento dei film riflette la situazione economica planetaria. Pochi ricchissimi rispetto a tanti in situazione di quasi povertà, con la scomparsa, o comunque l’assottigliarsi, della classe media. A dominare il gruppo sono quindi flop e cinema d’essai. I primi non sono riusciti a intercettare il pubblico. I secondi hanno sempre meno pubblico disposto a uscire di casa e a pagare per vederli. Con le dovute eccezioni perché, continuo a ricordarlo, tutto è in prospettiva. Tra parentesi la data di uscita in Italia.

Autopsy (dal 08/03) € 480.884,75

La verità, vi spiego, sull’amore (30/03) € 452.935,08

Underworld: Blood Wars (06/04) € 439.697,36

La luce sugli oceani (dal 08/03) € 428.361,66

Vi presento Toni Erdmann (02/03) € 408.923,12

Un tirchio quasi perfetto (16/03) € 404.510,15

Libere, disobbedienti, innamorate – In Between (06/04) € 371.487,51

La vendetta di un uomo tranquillo (30/03) € 344.245,12

Dopo l’amore (19/01) € 341.134,12

Falchi (02/03) € 334.535,82

La tartaruga rossa EVENTO € 324.877,05

Autobahn – Fuori controllo (16/02) € 318.549,31

Il segreto (06/04) € 298.027,96

Piccoli crimini coniugali (06/04) € 296.937,83

Loving (16/03) € 286.949,52

Barriere (23/02) € 271.333,68

The Startup – Accendi il tuo futuro (06/04) € 250.620,68

Le cose che verranno – L’avenir (20/04) € 238.005,44

Il Padre d’Italia (09/03) € 235.373,24

Personal Shopper (13/04) € 213.555,48

Slam – Tutto per una ragazza (23/03) € 208.043,77

Un re allo sbando (09/02) € 190.849,85

Ovunque tu sarai (06/04) € 189.664,15

La Parrucchiera (06/04) € 179.061,54

150 milligrammi (09/02) € 171.236,90

L’Accabadora (20/04) € 159.066,09

Mal di pietre (13/04) € 152.628,94

La legge della notte (02/03) € 142.621,11

Lasciami Per Sempre (20/04) € 130.636,08

Il Viaggio – The Journey (30/03) € 126.661,45

In viaggio con Jacqueline (23/03) € 124.106,20

La marcia dei pinguini – Il richiamo (23/02) € 100.128,50

Vieni a vivere a Napoli (23/03) € 85.068,15

Bandidos e Balentes: Il codice non scritto (23/02) € 58.416,82

God’s Not Dead 2 (02/03) € 52.015,10

Planetarium (13/04) € 48.647,54

Chi salverà le rose? (16/03) € 48.517,81

Vedete, sono uno di voi (16/03) € 48.165,00

17 anni (e come uscirne vivi) (30/03) € 47.598,70

La meccanica delle ombre (06/04) € 38.876,00

The Most Beautiful Day – Il giorno più bello (30/03) € 36.557,04

Billy Lynn: Un giorno da eroe (02/02) € 32.540,06

Virgin Mountain (06/04) € 23.164,00

Caro Lucio ti scrivo (dal 01/03) € 21.588,20

Il disprezzo (dal 06/02) € 17.894,00

MMA Love Never Dies (06/04) € 16.035,41

Varichina – La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis (02/02) € 14.606,24

Wilson (20/04) € 13.074,92

Life, Animated (02/02) € 11.872,00

Riparare i viventi (26/01) € 10.603,00

Vista Mare (dal 03/02) € 9.473,20

Crazy for Football (dal 20/02) € 7.673,40

SFashion (23/03) € 5.799,60

Per un figlio (30/03) € 5.507,50

Footprints – Il Cammino della Vita (dal 28/02) € 4.730,50

Ho amici in paradiso (02/02) € 4.702,94

Mothers (13/04) € 4.528,24

Victoria (23/03) € 4.062,36

Phantom Boy (09/03) € 4.059,40

31 (dal 01/04) € 3.924,18

The Space Between (20/04) € 3.444,00

Acqua di Marzo (20/04) € 3.441,50

Mister Universo (09/03) € 2.278,10

Dawson City: Il tempo tra i ghiacci (dal 20/03) € 2.012,04


Cominciamo con i flop.

Non è bastato includerlo in concorso a Venezia, attirare l’attenzione grazie alla coppia più glam del momento (in realtà così perfettini da risultare noiosi), promettere lacrime a profusione, La luce sugli oceani non se lo è filato nessuno. Un rifiuto netto ed eccessivo per un film non riuscito ma anche potenzialmente in grado di trovare un suo pubblico, che però non ha risposto all’appello. I 20 milioni di budget sono infatti rimasti scoperti perché l’incasso worldwide si è fermato a 25,3 milioni di dollari. A pesare è soprattutto l’insuccesso americano (12,5 milioni di dollari in 1.500 schermi). In Italia arriva agli inizi di marzo in 190 sale, ma il debutto è all’undicesimo posto con una media modesta (€ 1.209) e la settimana successiva è fuori dalla top-20 perché la Eagle Pictures lo molla per sostenere John Wick 2.

Autobahn – Fuori controllo di Eran Creevy esce in molti paesi nel 2016 con scarsi risultati, nonostante un cast di tutto rispetto (Nicholas Hoult, Felicity Jones, Anthony Hopkins e Ben Kingsley) e un genere, l’action/crime/thriller, che qualcosa tira sempre su. Anche  le successive uscite nel 2017 confermano il trend tutt’altro che esaltante. In particolare il flop assume proporzioni devastanti negli Stati Uniti dove in febbraio raggiunge 2.045 schermi incassando solo 2,2 milioni di dollari. Il totale worldwide di 4,8 milioni di dollari soccombe al budget di 21,5 milioni di dollari. La M2 Pictures gestisce la patata bollente distribuendo il film a metà febbraio in 187 schermi, ma il debutto è al 12° posto con una media per sala modesta (€ 1.210). La seconda settimana perde 140 schermi e rovina in 19esima posizione. Non esiste una terza settimana. Che qualcosa non abbia funzionato nel progetto lo si capisce già dal trailer, fiacco e banale. Con tanti film meritevoli che restano inediti, ci si domanda perché proprio quelli brutti debbano farcela a raggiungere il grande schermo. Certo, ragionare a posteriori è sicuramente più semplice.

Discorso analogo per il brutto Il segreto di Jim Sheridan che spreca un cast altisonante (Rooney Mara, Vanessa Redgrave, Theo James, Eric Bana) e punta alla lacrima facile, ma finisce per fare piangere soprattutto chi prova a venderlo al pubblico. Viene infatti distribuito poco e male, tanto che il risultato italiano è il migliore del mondo. Fa flop anche in Irlanda, patria produttiva del progetto, dove debutta a fine marzo al 16° posto in 79 schermi.

Per restare ai film dalle alte potenzialità non tradotte in incassi dignitosi, in febbraio esce anche l’ambizioso Billy Lynn: Un giorno da eroe di Ang Lee. Critica divisa ma, a parte alcuni superlativi, mediamente poco complice. Un disastro, invece, nelle sale americane, con appena 1,7 milioni di dollari nonostante i 1.176 schermi raggiunti. A ridurre le dimensioni del fallimento, potendo poco per evitarlo, l’incasso cinese di 23,7 milioni di dollari, insufficienti, insieme al magro bottino raccolto negli altri paesi (totale worldwide 30,9 milioni di dollari), a ripagare il budget di 40 milioni di dollari. In Italia il debutto a inizio febbraio è particolarmente disastroso: 24esima posizione del box-office settimanale con € 32.540 in 61 schermi: una media per sala di appena € 533. Fa meglio Mister Felicità a un mese dal debutto e ancora in 22 schermi. L’uscita di scena è pressoché immediata.

Stesso destino anche per La legge della notte, quarta regia di Ben Affleck e trasposizione dell’omonimo romanzo del 2012 di Dennis Lehane. Anche in questo caso il progetto sulla carta era piuttosto interessante: genere noir, cast di volti noti (Ben Affleck, Elle Fanning, Sienna Miller, Zoe Saldana, Chris Cooper, Scott Eastwood e anche il nostro Remo Girone), origine letteraria solida. Eppure il film piace poco alla critica (solo il 34% di recensioni professionali positive su Rotten Tomatoes) e viene disertato dal pubblico. Negli U.S.A. esce in 2.822 schermi ma non va oltre i 10,3 milioni di dollari, il resto del mondo aggiunge 11,9 milioni di dollari per un totale di 22,2 milioni di dollari, ben lontano dal coprire il budget di 65 milioni di dollari. Il debutto in Italia è al 17º posto in 102 sale, poi la Warner Bros lascia spazio a Kong: Skull Island e il film di Affleck scompare dalla programmazione.

Non mancano però anche i film che pur essendo trascurati nel nostro paese se la cavano egregiamente nel complesso. È il caso di Underworld: Blood Wars, quinta puntata della saga che unisce azione, fantascienza, horror e avventura e gode di una solida fan base mondiale in grado di ripianare i conti. Gli 81 milioni di dollari raccolti, infatti, coprono il budget di 35 milioni di dollari nonostante il tiepido riscontro in America (30,3 milioni di dollari, il più basso della saga). In Italia, come nel resto del pianeta, l’episodio di massimo successo è stato il quarto, Underworld – il Risveglio del 2012, ma parliamo di 2,1 milioni di euro. Certo è che il quinto capitolo ha subito una brusca frenata, a dimostrazione di un gradimento non alle stelle, nonostante i numeri particolarmente positivi dell’episodio precedente. Come dire, fregato per la quarta volta non ci casco più. Nel nostro paese non è aiutato dall’uscita in un week-end, a inizio aprile, saturo di prodotti rivolti allo stesso target (Power Rangers e Ghost in the Shell).


A distinguersi tra i film d’essai è soprattutto Vi presento Tony Erdmann, che gode di una promozione di quasi un anno (dalla presentazione a Cannes 2016 agli Oscar 2017) ed è penalizzato da una durata notevole (2 ore e 42’) che allontana i più pavidi. Comunque sia, esce in tutto il mondo e gli 8,3 milioni di dollari incassati globalmente consentono un recupero dei costi pari a 3,2 milioni di dollari. Maggiore incasso mondiale ovviamente la Germania, patria della regista Maren Ade, con 4,8 milioni di dollari.

 

Brilla anche Libere, disobbedienti, innamorate – In Between, di Maysaloun Hamoud, nonostante una distribuzione iniziale da parte della Tucker Film piuttosto limitata (appena 20 sale). A essere straordinaria è la media per sala (€ 3.021), la migliore della top-20, dato che induce la Tucker ad aumentare le sale portandole a 51. Il film passa così dal 18° all’11 posto, posizione in cui, grazie all’ottimo passaparola, rimane anche alla terza settimana quando le sale diventano 58. Un risultato, per un piccolo film d’essai, davvero eccezionale, a dimostrazione di come i dati debbano essere interpretati e non considerati in modo oggettivo.

Assurda, invece, la decisione della BIM di trattare La tartaruga rossa, il film di Michaël Dudok de Wit candidato all’Oscar per l’animazione, come un evento. È stato infatti distribuito in sole tre giornate, dal 27 al 29 marzo, quindi a prezzo maggiorato. Una sorta di harakiri, perché trattasi di opera a target famiglie e sono davvero poche le famiglie che possono permettersi, e vogliono spendere, dai 10 ai 12 euro a persona per un film al cinema. Tant’è che poi il film ha continuato a comparire nella programmazione anche in alcune giornate successive a prezzo normale, generando un po’ di confusione nel pubblico. Uno di quei casi in cui da una distribuzione fin da subito normale il film avrebbe tratto sicuramente giovamento.

Debutta in top-10, e sorprende, anche l’andamento di Le cose che verranno – L’avenir, premio per la migliore regia a Mia Hansen-Løve alla Berlinale 2016, che alla seconda settimana perde appena il 16% degli incassi. Segno che anche i piccoli film possono farsi strada nell’interesse del pubblico. Gran parte del merito è di Isabelle Huppert, attrice molto chiacchierata nel trimestre grazie alla candidatura all’Oscar come Migliore Protagonista per Elle. In questo senso ci si aspettava sicuramente di più da Personal Shopper: premio per la migliore regia ad Olivier Assayas a Cannes 2016, protagonista Kristen Stewart al massimo dell’allure, titolo ammiccante, invece dopo una buona partenza (10° posto del box-office settimanale a metà aprile), alla seconda settimana passa in 16esima posizione e perde il 46% degli incassi. Indice, in questo caso, di un passaparola non particolarmente positivo.


In questa sezione anche i titoli italiani più bistrattati:

La verità, vi spiego, sull’amore, commedia di Max Croci, con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini, che debutta a fine marzo in 269 schermi ma non va oltre il sesto posto del box-office settimanale con una media assai modesta (€ 1.061). Seconda settimana in caduta libera al 19° posto. Cosa non ha funzionato? Mah, un po’ tutto, a partire dalla confezione, dal cast di soliti noti, dal poster, dal passaparola che ha remato contro, dalla distribuzione che l’ha lanciato allo sbaraglio senza poi sostenerlo. Insomma, un progetto che si è rivelato fallimentare.

Piccoli crimini coniugali era sulla carta il film che mancava al trimestre: due star nostrane (Sergio Castellitto e Margherita Buy), un’origine letteraria solida (l’omonimo romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt) e premesse intriganti, con un marito che ha perso la memoria dopo un incidente e una moglie che cerca di fargliela tornare oscurandone le ombre. Un quasi thriller, eppure niente da fare. Esce a inizio aprile in 160 schermi e debutta nel primo week-end al nono posto con una media per sala modesta (€ 1.090). Anche in questo caso la seconda settimana è un mezzo disastro, con il film in caduta al 16° posto. Alla terza settimana è 32esimo. Ho provato a interrogare qualche esercente sull’insuccesso del film e le risposte più gettonate parlano di un’opera non così riuscita e di una distribuzione (Koch Media) che fatica a imporre il proprio prodotto.

Sulla carta anche The Startup – Accendi il tuo futuro di Alessandro D’Alatri aveva buone possibilità di attirare il pubblico. È infatti una sorta di instant movie, la storia “vera” di Matteo Achilli, il diciottenne romano che ha raggiunto il successo internazionale inventando “Egomnia”, il social network che consente di fare incontrare offerta e domanda di lavoro attraverso un algoritmo che classifica i candidati in base al merito. Peccato che il film arrivi nella sale quando il personaggio è già stato ridimensionato dagli stessi media che lo hanno prima un po’ troppo rapidamente esaltato. Risultato: le informazioni che circolano in rete bruciano il film rendendolo obsoleto e a provare interesse nei confronti del film sono davvero pochini. Al debutto a inizio aprile la 01 Distribution azzarda un’uscita in 233 schermi, ma nel box-office settimanale si posiziona solo 11º, con una media sconsolante di € 543. La seconda settimana scende al 18º posto, perde il 74% degli incassi e la media per sala crolla a € 226.

Caso peculiare, data la solida base letteraria, è anche Slam – Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli. Si tratta infatti di una libera trasposizione del romanzo del 2007 “Tutto per una ragazza” di Nick Hornby, che però sposta l’ambientazione da Londra a Roma. Esce a fine marzo distribuito da Universal in 213 schermi e il debutto è in 11esima posizione con una media per sala scoraggiante (€ 712). L’uscita di scena è pressoché immediata.


SE IL TITOLO NON AIUTA

Anche questo trimestre tante le opportunità offerte dai titoli di giocare con le parole. Perché anche il titolo contribuisce a creare quella magia in grado di incuriosire, o allontanare, il pubblico. Il rischio confusione, per lo spettatore meno attento ma anche per quello più coscienzioso, è sempre dietro l’angolo.

Ad esempio, a una sola settimana di distanza, nel mese di aprile, ci si ritrova a dover scegliere tra Lasciati andare, commedia italiana di Francesco Amato con Toni Servillo e Lasciami per sempre, sempre commedia, ma questa volta corale e sotto la direzione di Simona Izzo. Due film dal titolo simile in uscita quasi contemporanea e indirizzati allo stesso target di pubblico. Più difficile l’ambiguità con il documentario di Gianfranco Pannone uscito a fine gennaio Lascia stare i santi, che attraverso materiali di repertorio analizza processioni e feste religiose in Italia.

Forse è invece voluto lo spaesamento procurato da In viaggio con Jacqueline, commedia franco/marocchina di Mohamed Hamidi, uscito il 23 marzo, in coda a Jackie, il non biopic di Pablo Larrain, nelle sale dal 23 febbraio. Nel primo, infatti, Jacqueline  è l’unica mucca di un contadino in un piccolo villaggio algerino, mentre nel secondo caso è Jacqueline Kennedy, la first lady della Casa Bianca, moglie del presidente John F. Kennedy, di cui il film ripercorre i tragici momenti successivi all’assassinio del marito il 22 novembre 1963.
Si identificano poi alcuni temi ricorrenti.

La palma va sicuramente al “viaggio”. Si comincia il 26 gennaio con Il Viaggio di Fanny di Lola Doillon, si prosegue il 23 marzo con il già citato In viaggio con Jacqueline, si rincara la dose il 30 marzo con Il Viaggio – The Journey di Nick Hamm e ci si mette pure l’animazione dal 6 aprile con I puffi: Viaggio nella foresta segreta. Insomma, trimestre piuttosto itinerante.

Anche la vita, poi, nella sua accezione inglese, ricorre parecchio: il documentario A German Life, intervista a Brunhilde Pomsel segretaria di Joseph Goebbels, esce strategicamente il 27 gennaio (Giorno della Memoria), Life, Animated , il documentario candidato agli Oscar di Roger Ross Williams, è nelle sale dal 2 febbraio e la fantascienza di Life – Non oltrepassare il limite di Daniel Espinosa arriva dal 23 marzo.

Colore del trimestre il rosso. Si succedono infatti il thriller dall’est Il ragno rosso di Marcin Koszalka (dal 19 gennaio), Ferzan Ozpetek e il suo Rosso Istanbul (dal 2 marzo) e il poetico film d’animazione La tartaruga rossa di Michaël Dudok de Wit (dal 27 marzo).

Chi è stato al festival di Venezia e ha visto la presentazione Fuori Concorso di The Bleeder di Philippe Falardeau, con Liev Schreiber e Naomi Watts, rimane un po’ spesato quando l’8 marzo arriva nelle sale Bleed – Più forte del destino di Ben Younger, con Miles Teller e Aaron Eckhart. Entrambi i titoli sono tratti da storie vere e ambientati nel mondo della boxe, si pensa quindi che si tratti dello stesso film con il titolo italiano ritoccato/aggiustato/cambiato (come spesso accade), invece si tratta di due opere ben distinte. Semplice coincidenza.

Qualche confusione la generano anche altri due titoli in uscita in aprile. Si comincia il 6 aprile con Libere, disobbedienti, innamorate – In Between di Maysaloun Hamoud, riflessione sulla condizione femminile in Israele, ma il 20 aprile arriva anche Libere di Rossella Schillaci, documentario sul ruolo delle donne nella Resistenza italiana. Tra l’altro il film ambientato a Tel Aviv ha un sottotitolo, In Between, che crea più di un’ambiguità con The Space Between, coproduzione italo-australiana di Ruth Borgobello in arrivo a fine aprile. Curioso, poi, che The Space Between sia anche un film canadese del 2017 di Amy Jo Johnson e che in febbraio in U.S.A., e in buona parte del pianeta, sia arrivato The Space Between Us di Peter Chelsom con Gary Oldman e Carla Gugino, sull’esperienza del primo uomo nato su Marte in transito sulla Terra (è ora su Netflix con il titolo Lo spazio che ci unisce). A fine 2016 era arrivato anche il documentario Marina Abramović – The Space In Between. Insomma, titolo gettonatissimo ed evidentemente molto evocativo. Troppo?


E per concludere qualche considerazioni su alcuni titoli:

– Ovunque tu sarai si confonde tra mille titoli di film, canzoni, libri, dediche, magliette. Difficile associarlo alla commedia italiana di Roberto Capucci sbarcata nelle sale dal 6 aprile.

– In originale era Patriots Day, mentre in Italia è diventato, grazie alla 01 Distribution, Boston – Caccia all’Uomo ed è uscito il 20 aprile. Per una volta la scelta è stata lungimirante perché il titolo originale fa riferimento a una festa prettamente americana: il 3º lunedì di aprile di ogni anno negli Stati federati del Massachusetts, del Maine e del Wisconsin si commemora l’anniversario della battaglia di Lexington che si tenne il 19 aprile 1775 e che segnò l’inizio della guerra di indipendenza americana. È anche il giorno in cui si corre la maratona di Boston, fulcro del soggetto del film di Peter Berg, ma il titolo originale avrebbe evocato patriottismo e retorica, disperdendo parte del pubblico. Più pertinente, quindi, e in grado di chiarire ciò di cui parla il film (l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile 2013), il passaggio a Boston – Caccia all’Uomo. Ciò non è bastato a farne un successo, ma tant’è!

– La marcia dei pinguini – Il richiamo è uscito nelle sale il 23 febbraio ma è stato un flop notevole. Nel week-end di debutto si posiziona al 17º posto nonostante le 238 sale a disposizione, con una media per copia disastrosa di € 293. Il titolo non ha aiutato. Parte infatti dall’idea che La marcia dei pinguini, titolo del grande successo del 2005, sia una sorta di brand. In realtà utilizzato in abbinamento a Il richiamo e alle immagini del trailer, sembra si tratti di una riedizione piuttosto che di un film nuovo. Un po’ più di fantasia, forse, avrebbe aiutato il film a raggiungere qualche spettatore in più.

The Great Wall avrebbe stonato come La Grande Muraglia, universalmente nota a grandi e piccini?


Infine il grande mistero di questo trimestre, ma riguarda più il film che il titolo: il più volte posticipato Le spie della porta accanto, in originale Keeping Up with the Joneses, previsto per l’8 febbraio è uscito? È stato recensito, quindi anteprime per la stampa ne sono state fatte, ma non compare in nessuna classifica di quel week-end. Possibile abbia incassato meno di Lion al 20esimo posto con € 44.775? Indipendentemente dalla qualità del film, il potenziale, a partire dal cast, era discreto (Gal Gadot, Isla Fisher, Zach Galifianakis, Jon Hamm). Ho scritto alla 20th Century Fox per chiedere chiarimenti su un’eventuale uscita tecnica in pochissime copie, ma non è arrivata nessuna risposta. To be continued.


IL POSTER CHE VERRÀ

È pianificato per il 19 ottobre 2017 e già due trailer piuttosto azzeccati ne stanno spianando la strada verso il successo. Riuscirà l’argentino Andrés Muschietti, dopo l’abbandono di Cary Fukunaga, a fare giustizia del cult generazionale di Stephen King? I precedenti non sono particolarmente illustri, perché la miniserie tv del 1990 ha scontentato più di un fan, interpretazione di Tim Curry a parte. Il progetto sembra abbia avuto anche il beneplacito dello scrittore e per essere fedele alle 1.300 pagine del romanzo si sviluppa attraverso due parti. La prima, incentrata sulle vicende dei protagonisti da bambini, è quella prevista per ottobre ed è attualmente in fase di post-produzione. La seconda, con gli stessi protagonisti da adulti, pare sia in corso di lavorazione, ma a circolare sono soprattutto rumors e forse una dichiarazione ufficiale arriverà dopo i primi riscontri del pubblico. Nella parte della malvagia creatura multiforme lo svedese Bill Skarsgård, figlio dell’attore Stellan Skarsgård e già presente in The Divergent Series: Allegiant. Più che mai evocativo il poster che richiama paure ancestrali accostando la tenerezza di un bimbo in mantellina gialla con l’oscurità e il male sempre in agguato. La curiosità è già tanta.


Non mi resta che augurarvi buone visioni, su queste pagine e in sala.

Come sempre, per confronti, opinioni, chiacchiere, consigli, proposte, suggerimenti, l’indirizzo è:

LUCA BARONCINI


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ANALISI BOX_OFFICE – III TRIMESTRE STAGIONE 2016 / 2017

OSCAR

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