Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (04/2016) – 4

GLI ALTRI FILM DEL TRIMESTRE

Un trimestre affollato di titoli, tutti in cerca di un posto al sole, anzi, del buio di una sala, possibilmente affollata di spettatori avidi di bellezza … soprattutto paganti.

Pur non entrando in top-10 il risultato più eclatante è quello di Deadpool, che riesce a intercettare un pubblico enorme spacciandosi per qualcosa di diverso rispetto ai soliti film con supereroi. Sarà, ma è invincibile, deve vendicarsi perché è stato sfigurato dal solito cattivone senza scrupoli, picchia a destra e a manca fino allo scontro finale e deve anche riconquistare la ragazza che ha abbandonato. Ma diverso da cosa, viene da chiedersi? Non è che qualche battutaccia volgare (facesse almeno ridere), delle teste che volano e un toys nel sesso siano poi sta gran rivoluzione. Il pubblico, però, e buona parte della critica, la pensano diversamente e i 761 milioni di dollari raccolti nel mondo ne sono una conferma. Che dire, touché!! È record negli Stati Uniti, con 362 milioni di dollari (più de I guardiani della galassia e dei primi due Iron Man per intenderci), ma fa sfracelli ovunque (53 milioni di dollari in Gran Bretagna, 33 milioni di dollari in Australia, 29 milioni di dollari in Francia, 26 milioni di dollari in Russia, 24 milioni di dollari in Germania e Corea del Sud, 20 milioni di dollari in Brasile). Considerando i mercati mediamente più remunerativi, il risultato italiano di 7 milioni 370 mila euro è uno dei più tiepidi del mondo, ma il film fa tendenza anche da noi e per un paio di settimane smuove anche i più riottosi. Potere di un marketing aggressivo che, come spesso accade, promette senza preoccuparsi di mantenere. Ok, Ok, touché!!

Tra i molti altri titoli, pur superando i 3 milioni e mezzo di euro delude Il cacciatore e la regina di ghiaccio, bislacco seguito dell’altrettanto bislacco Biancaneve e il cacciatore. È ancora presto per dire flop, lo sfruttamento commerciale è in pieno corso, ma le premesse non sono delle più rosee: in U.S.A. solo 36 milioni di dollari, nel resto del mondo 97 milioni di dollari, per un totale di 113 milioni di dollari, pari circa al budget del film. Biancaneve e il cacciatore, costato 170 milioni di dollari, era stato un successo, con 155 milioni di dollari solo negli U.S.A. e un totale mondiale di quasi 400 milioni di dollari. In Italia, nonostante l’uscita estiva, ben 9 milioni di euro. Pare impossibile che il sequel possa avvicinarsi a queste cifre. Imprevedibile? No di certo! Il riscontro critico del capostipite è stato piuttosto debole, c’era Kristen Stewart all’apice del suo successo, il tormentone della rivisitazione delle fiabe classiche era appena cominciato. Eppure la Universal ci ha incautamente riprovato, confidando nel carisma della cattiva Charlize Theron, nella popolarità di Chris Hemsworth e nelle new-entry Emily Blunt e Jessica Chastain. Ma non tutte le ciambelle, anche per la Universal (che l’anno scorso ha dominato il box-office mondiale), riescono col buco.

Tra gli altri, triplicano il budget (22 milioni di dollari) i fratelli Coen con Ave, Cesare!, che ormai possono godere, oltre che di un nutrito gruppo di star disposte a tutte pur di lavorare con loro, anche di un pubblico di fedelissimi che va a vedere ogni loro film a prescindere. In Italia 2 milioni e mezzo di euro, in linea con il precedente A proposito di Davis, a sua volta in linea con il precedente Il Grinta, che non differiva troppo da A Serious Man. No, Burn After Reading – A prova di spia fu invece un vero e proprio successo, con ben 6,1 milioni di euro!

In Italia perde 800 mila euro il brand Attacco al potere, passando dai 3 milioni 652 mila euro di Attacco al Potere – Olympus Has Fallen, ai 2 milioni 865 mila euro di Attacco al potere 2. Trend in calo a livello globale. Il primo episodio aveva infatti incassato 161 milioni di dollari (budget 70 milioni di dollari), mentre la seconda puntata si ferma a…191 milioni di dollari?!?! Ma allora altro che inversione di tendenza!! Eppure tutti i dati sono in calo…tranne che… in Gran Bretagna, dove passa da 9 a 16 milioni di dollari (del resto Londra è la protagonista, quindi il successo è un atto dovuto) e in Cina, che in pochi anni è diventata l’ago della bilancia di molte produzioni hollywoodiane, a volte adattate appositamente a un mercato in crescita esponenziale e sterminato. Sono 52 i milioni di dollari provenienti dal mercato cinese, una cifra in grado di rendere il film un successo commerciale, più che altro capaci di evitarne il tonfo! Il precedente Attacco al Potere – Olympus Has Fallen in Cina aveva incassato  5 milioni 800 mila dollari e questa differenza ci fa capire come è evoluto il mercato in soli tre anni.
Tra gli altri film usciti nel trimestre si segnalano, in ordine di uscita:

Single ma non troppo, la romcom con Dakota Johnson, riesce a fare presa sul pubblico giovane e debutta con una media, nelle 248 sale in cui la Warner Bros lo distribuisce, piuttosto buona, di ben € 3.852. Non viene però sostenuto, alla seconda settimana le sale che lo programmano restano infatti 182 e in breve esce di scena non sfruttando appieno il potenziale dimostrato, per un totale di un milione 896 mila euro. Nel mondo riesce a fare il suo dovere: 110 milioni di dollari globali, di cui il 42,5% dagli States, che oltre a coprire il budget di 38 milioni di dollari lasciano anche un margine significativo.

Particolarmente gentile il nostro paese con il genere parodistico. Cinquanta sbavature di nero incassa infatti un milione 331 mila euro. Solo Stati Uniti (11 milioni 686 mila dollari) e Brasile (quasi 3 milioni di dollari) fanno meglio, ma il totale di 21 milioni di dollari è sufficiente a ripagare i bassi costi (5 milioni di dollari) e le basse pretese di un’opera derivativa che si limita a fare il verso a Cinquanta sfumature di grigio, film già di per sé piuttosto parodistico.

Da noi non fa scintille (594 mila euro) e nemmeno negli U.S.A. (35 milioni di dollari), ma La quinta onda riesce comunque a rientrare del budget (38 milioni di dollari). Esce infatti in tutto il mondo e, pur senza picchi significativi (massimo risultato in Francia con 7 milioni 220 mila dollari), si comporta discretamente ovunque, raccogliendo ben 75 milioni di dollari. Considerando i riscontri critici pessimi, un risultato da baciarsi i gomiti. Essendo la trasposizione del primo romanzo dell’ennesima trilogia young/adult (l’autore è Rick Yancey), a questo punto la domanda che ci si pone è: gli altri due romanzi troveranno la strada del cinema? Per ora tutto tace…
Cosa ha fatto Nia Vardalos nei 13 anni passati dopo il trionfo mondiale de Il mio grosso grasso matrimonio greco (368 milioni di dollari), oltre a diventare miliardaria? Ha provato a realizzare una serie televisiva dal film, che è stata presto cancellata, e ha girato qualche commedia sempre rimescolando il fortunato passato (Le mie grosse grasse vacanze greche e 5 appuntamenti per farla innamorare). Quasi inevitabile che si giungesse a un sequel. 13 anni non sono pochi e il successo è inevitabilmente inferiore, ma 85,8 milioni di dollari ripagano ampiamente il budget di 18 milioni di dollari: 58 milioni di dollari dagli U.S.A., 11 milioni di dollari dall’Australia, 5 milioni e mezzo di dollari dalla Gran Bretagna. In Italia il film passa e va, senza che si abbia modo di focalizzarlo, ma un milione 700 mila euro li incassa con solo due settimane in top-10.

Risultati di tutto rispetto anche per Race – il colore della vittoria (un milione 820 mila euro), Nonno scatenato (due milioni di euro), con un discusso De Niro in versione cinepanettone, e Suffragette (un milione 400 mila euro), che ottiene il massimo risultato il Giorno della Donna (8 marzo), in cui raggiunge il secondo posto del box-office giornaliero.

Risultati modesti, infine, per alcuni titoli di cui ci dimenticheremo presto:

Hardcore!:  € 537.375,57

Codice 999:  € 538.729,58

The Other Side of the Door: € 121.925,03

Zona d’ombra – Una scomoda verità: € 586.294,69

Criminal: € 772.368,06


EVENTI

Ormai consolidata la strada degli eventi. Tanti, infatti, gli appuntamenti nelle sale in grado di attirare l’attenzione del pubblico. A svettare è sicuramente Vasco – Tutto In Una Notte: Live Kom 015, il concerto di Vasco rossi registrato il 3 luglio 2015 allo Stadio San Paolo di Napoli durante il tour Vasco Live Kom ‘015, che è proiettato per tre giorni, dal 14 al 16 marzo, in 280 sale. In tre giornate feriali fa il tutto esaurito, incassando 595 mila euro e dimostrando sia il mito di Vasco Rossi nell’immaginario nazionale che la validità dell’utilizzo della sala cinematografica per accomunare un pubblico in cerca anche di altro rispetto alla mera esperienza cinematografica. Aspetto che si riscontra anche nel successo di Astrosamantha (203 mila euro), documentario su Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, che viene proiettato nelle sale cinematografiche i primi due giorni di marzo.

L’arte al cinema continua ad avere un pubblico di fedelissimi:

Goya – Visioni Di Carne e Sangue il 2 e il 3 febbraio incassa 136 mila euro,

Renoir: Riverito ed oltraggiato il 22 e 23 marzo incassa 97 mila euro,

San Pietro e Le Basiliche Papali di Roma dall’11 al 13 aprile (durante la Festa del Cinema, quindi un po’ penalizzato), incassa 233 mila euro.

Ottima, poi, l’accoglienza per Amleto – National Theatre Live il 19 e 20 aprile, in cui Benedict Cumberbatch interpreta Amleto in una versione dal National Theatre di Londra diretta da Lyndsey Turner. In entrambe le giornate l’evento conquista il secondo posto del box-office per un totale di 210 mila euro.

Ormai ha un pubblico di fedelissimi anche  Royal Opera House 2015-2016, la presentazione in tutta Italia delle produzioni della Royal Opera House.

I dubbi maggiori sono nel tentativo di trasformare in evento singoli film, riedizioni e non. I risultati non sono infatti esaltanti:

La ricompensa del gatto – 9 e 10 febbraio: 141 mila euro

Lupin III – Il film – dal 22 al 24 febbraio: 123 mila euro

– il documentario Hitchcock – Truffaut dal 4 al 6 aprile: 112 mila euro

Lui è tornato – dal 26 al 28 aprile: 186 mila euro

Fuori classifica la riprosizione de I predatori dell’arca perduta dal 26 al 27 aprile.

Siamo sicuri che attraverso una programmazione normale, quindi non a un prezzo maggiorato che va dai 10 ai 13 euro, questi titoli non avrebbero ottenuto risultati migliori? Una politica di distribuzione così fuori mercato (un dvd di un film rieditato su grande schermo costa ormai la metà del biglietto) si sta confermando scelta non vincente. Meditate distributori, meditate.


La prima parte del Barometro, con l’INTRODUZIONE e gli OSCAR dal punto di vista degli incassi la potete trovare qui.

La seconda parte del Barometro dedicata ai FLOP la potete trovare qui.

La terza parte del Barometro con uno sguardo su ANIMAZIONE E FILM PER FAMIGLIE, D’ESSAI e ITALIA la potete trovare qui.

A seguire la quinta e ultima parte del Barometro, con il BOX-OFFICE STAGIONALE.