
(dal 1º febbraio al 30 aprile 2023)
Nella seconda parte del Barometro parliamo di cinema italiano, horror, cinema d’essai, film premiati con l’Oscar e flop. Ricordo che gli incassi sono calcolati al 30 aprile 2023 in base ai dati forniti da Cinetel.
TOP-10 FILM ITALIANI USCITI NEL III TRIMESTRE DELLA STAGIONE 2022/2023
POS |
TITOLO |
INCASSO |
1 |
L’ULTIMA NOTTE DI AMORE |
€ 3.179.223 |
2 |
TRAMITE AMICIZIA |
€ 3.002.117 |
3 |
IL SOL DELL’AVVENIRE |
€ 2.394.259 |
4 |
IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA |
€ 2.128.792 |
5 |
STRANIZZA D’AMURI |
€ 979.192 |
6 |
MIXED BY ERRY |
€ 971.835 |
7 |
SCORDATO |
€ 830.249 |
8 |
IL RITORNO DI CASANOVA |
€ 714.888 |
9 |
MIA |
€ 701.698 |
10 |
IL VIAGGIO LEGGENDARIO |
€ 589.173 |
Dopo l‘ottimo secondo trimestre, nel terzo si torna un po’ indietro. Film ce ne sono molti, ma che inducano a uscire di casa per entrare in un cinema pochi, e nessuno in grado di creare un grande fermento. O, meglio, fermento se ne capta parecchio, ma o non arriva alle orecchie giuste, oppure non è sufficiente a indurre alla sala. Sta di fatto che del film italiano più visto del trimestre, L’ultima notte di Amore, se ne legge ovunque, ha risconti critici più che positivi, gode di un’ottima distribuzione, piace (su Imdb il voto è 7,5), eppure, l’incasso è buono, considerato nel contesto di un cinema italiano che in sala funziona così così, ma non fa le scintille sperate. Anche perché il budget dichiarato è intorno ai 9,5 milioni di euro. Discorso analogo per la comicità di Alessandro Siani, per cui si tratta del peggior risultato dopo i 2,1 milioni di euro totalizzati dal precedente Chi ha incastrato Babbo Natale?, uscito però in un periodo ancora di allerta Covid. E anche in questo caso si parla di un budget sostanzioso, ben 8,8 milioni di euro.
Il sol dell’avvenire, partito pimpante a fine trimestre, ha un budget di 12,2 milioni di euro, ma può beneficiare sicuramente del mercato francese. Difficile invece che quadrino i conti Il primo giorno della mia vita (budget 8,3 milioni di euro), Mixed by Erry (budget 8,5 milioni di euro) e Il ritorno di Casanova (budget 7,5 milioni di euro). Situazione, insomma, poco rosea, in cui i conti hanno bisogno di altre entrate per quadrare (sovvenzioni?, streaming?, tv?). Come mai tutta questa disaffezione? L’argomento è già stato affrontato varie volte e sicuramente la scelta di bypassare la sala, o di uscire al cinema solo per pochi giorni, da parte anche di artisti italiani importanti, ha creato una mentalità di attesa in streaming. Il problema delle finestre, cioè del tempo che intercorre tra l’uscita al cinema e i successivi sfruttamenti, resta quindi un nodo cruciale, da affrontare con regole semplici e chiare il prima possibile.
Tra gli altri, passo in avanti per Ivano De Martino con Mia, meglio delle sue ultime produzioni (Villetta con ospiti – 161 mila euro, La vita possibile – 391 mila euro) e discreto risultato per il debutto alla regia di Giuseppe Fiorello con Stranizza d’Amuri che gode di un ottimo passaparola che lo mantiene in top-10 per tutto il mese di aprile. I due giovani youtuber siciliani “DinsiemE, invece, non diventano i nuovi “Me contro Te”, il loro esordio al cinema con Un viaggio leggendario si attesta infatti su risultati modesti e non diventa un evento per i più piccini, loro target di riferimento. Non sono mancati poi i flop, quindi i film che anche a fronte di un’uscita generosa non hanno raggiunto gli standard bassi del periodo, dai 557 mila euro di Quando, ai neanche 200 mila euro di Educazione fisica e Delta. Potevano andare meglio anche il documentario Laggiù qualcuno mi ama (€ 487.225) e la commedia Romantiche (€ 522.843). Forse, infine, un’uscita tradizionale e non come evento avrebbe potuto garantire numeri maggiori a La primavera della mia vita (€ 247.080), considerando anche la visibilità che Colapesce e Dimartino hanno avuto grazie al Festival di Sanremo.
I FILM (PIU’ O MENO) HORROR USCITI NEL III TRIMESTRE
TITOLO |
INCASSO |
L’ESORCISTA DEL PAPA |
€ 2.357.741 |
LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE |
€ 2.138.461 |
SCREAM VI |
€ 1.827.814 |
BUSSANO ALLA PORTA |
€ 930.466 |
THE OFFERING |
€ 327.312 |
PANTAFA |
€ 82.069 |
Horror e affini continuano a funzionare al botteghino mondiale, forti di un rapporto costi/benefici quasi sempre a loro vantaggio. Tra l’altro danno un senso all’esperienza in sala perché spaventarsi in un cinema pieno di persone, con cui condividere la stessa paura, è più bello, sdrammatizzante e liberatorio che farlo in solitudine (o comunque in pochi) nel buio del proprio salotto. La Casa – il risveglio del male e Scream VI fanno scintille soprattutto oltreoceano (108,1 milioni di dollari il secondo, 46,6 milioni di dollari il primo, però ancora in pieno sfruttamento), ma vengono distribuiti ovunque e il budget medio/basso li rende remunerativi già con il solo theatrical.
Riesce a quadrare i conti anche l’infaticabile M. Night Shyamalan con Bussano alla porta che, pur non brillando particolarmente rispetto ad altre sue opere e con la bocciatura del passaparola, riesce, grazie al budget di 20 milioni di dollari, a rientrare dei costi (incasso mondiale 54,7 milioni di dollari, di cui il 64,6% negli States).
Ci si chiede allora perché i timidi tentativi italiani di aderire al genere cadano invece nel vuoto. Pantafa arriva in un’ottantina di sale e non se lo fila nessuno. Come mai? Che sia perché non è stato minimamente promosso e ce lo si è ritrovato all’improvviso in programmazione? Che il pubblico vada un pochino aiutato a trovare la strada della sala?
I FILM D’ESSAI USCITI NEL III TRIMESTRE
TITOLO |
INCASSO |
DECISION TO LEAVE |
€ 514.043 |
MON CRIME |
€ 323.400 |
THE QUIET GIRL |
€ 278.466 |
ARMAGEDDON TIME |
€ 236.112 |
UN UOMO FELICE |
€ 232.374 |
TUTTO IN UN GIORNO |
€ 204.931 |
UNA RELAZIONE PASSEGGERA |
€ 168.047 |
AS BESTAS |
€ 165.161 |
HOLY SPIDER |
€ 133.119 |
LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO |
€ 130.398 |
PASSEGGERI DELLA NOTTE |
€ 127.432 |
A LETTO CON SARTRE |
€ 113.484 |
TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE |
€ 107.968 |
L’APPUNTAMENTO |
€ 87.303 |
TERRA E POLVERE |
€ 59.570 |
DISCO BOY |
€ 53.421 |
IL FRUTTO DELLA TARDA ESTATE |
€ 42.835 |
ARGENTINA, 1985 |
€ 27.770 |
BENEDETTA |
€ 27.706 |
LEILA E I SUOI FRATELLI |
€ 22.255 |
VERA |
€ 7.340 |
Classifica un po’ bislacca perché esclude i film italiani, di cui si parla a parte, e alcuni ibridi che hanno avuto ampia diffusione perché pluri candidati agli Oscar (The Whale e Gli spiriti dell’isola), quindi trattati anch’essi in apposita sezione. Difficile fare un discorso generale, perché ogni film è un caso a sé, c’è quello piccolino uscito in una cinquantina di sale e poi progressivamente sostenuto dalla distribuzione (The Quiet Girl), e quello che invece è subito arrivato in 250 sale per poi uscire rapidamente di scena (Armageddon Time). I numeri dei due film non sono così distanti tra loro, anzi, il piccolo film ha superato quello (sulla carta) più grande, ma dietro c’è una storia distributiva diversa e un differente percorso nelle sale. Ed è un po’ così per tutti i film. Una cosa che si può evincere a livello generale è come, e anche questo lo abbiamo già detto ripetutamente, le soglie per definire un film d’essai un successo si siano abbassate rispetto al passato. Ora un incasso di 500 mila euro rappresenta un buon risultato, poi, ovviamente, dipende dal film e dalle aspettative che pone, ma mediamente è così.
Altra considerazione generale riguarda poi alcune bolle social (tra cui la mia), in cui alcuni film sono imprescindibili e comunque se ne parla moltissimo, ma ciò non fa di loro un successo, neanche piccolo e limitato alle aspettative (non alte) del d’essai. È il caso, ad esempio, di un film molto discusso come As bestas, il fatto che sia considerato unanimemente bello e imprescindibile non lo ha reso di colpo popolare, ma succede lo stesso, anche se con meno clamore, per altre opere che sono passate per vetrine prestigiose, come La cospirazione del Cairo, Holy Spider, Disco Boy, Leila e i suoi fratelli. Tutte opere mediamente apprezzate e invece trascurate in sala. Nella nicchia cinefila, poi, di Benedetta si è parlato allo sfinimento, il fatto che sia arrivato in sala a due anni dalla presentazione a Cannes non lo ha di sicuro aiutato, perché chi aveva voglia di vederlo nel frattempo se lo è scaricato illegalmente, ma i numeri ottenuti al cinema sono davvero poco incoraggianti. Dell’inutilità di fare uscire Argentina, 1985 in dieci sale, dopo settimane in cui era disponibile in streaming, abbiamo già parlato nella prima parte del Barometro. Prevedibile invece il riscontro tiepido per il Leone d’Oro Tutta la bellezza e il dolore – opera difficilmente collocabile in ambito distributivo, perché con il supporto di un premio molto prestigioso ma non accattivante per il pubblico, se non quello già interessato (del resto i festival servono ad allargare gli orizzonti) – previsto fin da subito come evento, anche se con una coda lunga in cui ha avuto modo di arrotondare un po’ i suoi numeri, comunque bassi.
Miglior risultato del trimestre è Decision to Leave. L’opera di Park Chan-wook viene distribuita con buoni riscontri in tutto il mondo, ma dei 23,2 milioni di dollari incassati totalmente, ben 15 provengono dalla Corea del Sud, dove è stato per dieci settimane in top-10. L’esclusione dalla cinquina finale agli Oscar come migliore film internazionale lo ha probabilmente penalizzato sul mercato statunitense, dove ha incassato 2,1 milioni di dollari con una distribuzione in 169 sale.
Ho incluso anche Mon Crime perché è partito subito molto bene, ma è uscito a fine trimestre e a fine corsa i suoi numeri, già sopra la media, saranno molto più alti.
OSCAR 2023: I FILM PREMIATI
TITOLO |
INCASSO |
AVATAR – LA VIA DELL’ACQUA |
€ 44.784.571 |
TOP GUN: MAVERICK |
€ 13.200.000 |
BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER |
€ 8.464.734 |
THE WHALE |
€ 3.395.705 |
EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE |
€ 2.652.603 |
GLI SPIRITI DELL’ISOLA |
€ 2.168.909 |
TAR |
€ 671.255 |
WOMEN TALKING |
€ 145.362 |
NAVALNY |
€ 11.700 |
Non lasciamoci ingannare dai numeri delle prime posizioni, si tratta infatti di opere sì premiate con l’Oscar, ma con contentini tecnici per celebrare i maggiori succesi commerciali dell’anno (Avatar – La via dell’acqua, Top Gun: Maverick e Black Panther: Wakanda Forever); in realtà è già da qualche lustro che gli Oscar più prestigiosi inseguono i festival cinematografici, in cerca di un’anima che non è la loro, guadagnando probabilmente in qualità, ma perdendo la loro caratteristica tesa fondamentalmente a celebrare il cinema americano. I maggiori riconoscimenti finiscono così a film che non diventano davvero popolari, come potevano essere titoli che hanno segnato davvero un’epoca, pensiamo a Il gladiatore, Titanic, Forrest Gump, Balla coi lupi, La mia Africa, Amadeus, ma anche Qualcuno volò sul nido del cuculo, La calda notte dell’ispettore Tibbs, My Fair Lady, Ben-Hur, o andando ancora più indietro nel tempo, Da qui all’eternità, Eva contro Eva, Casablanca o Via col vento. Titoli che si ricordano immediatamente a decenni di distanza. Con tutto il rispetto per opere comunque significative, chi si ricorda (e sono passati pochi anni) di film come CODA – I segreti del cuore, Nomadland, Moonlight o Il caso Spotlight? Quest’anno il più premiato è stato Everything Everywhere All at Once, grande successo U.S.A. (77,1 milioni di dollari) che solo le statuette attribuite hanno reso popolare negli altri mercati, portando a un incasso complessivo di 140,1 milioni di dollari. Sull’ottimo riscontro statunitense ha inciso di sicuro il periodo di uscita, in concomitanza con Doctor Strange e il multiverso della follia, di cui è stato interpretato come la variante indipendente, aspetto che gli ha attirato subito il benvolere di un pubblico ampio. Nel nostro paese ha avuto tre vite, la prima in ottobre, senza particolare clamore, con un incasso intorno ai 500 mila euro, la seconda all’annuncio delle candidature, che ha aggiunto altri 400 mila euro, e la terza dopo le sette statuette vinte che ha portato a numeri più sostanziosi. Per alcune settimane è diventato il film da vedere, quello in grado di incuriosire, molti ne hanno sentito parlare per la prima volta solo dopo gli Oscar conquistati e la grande visibilità lo ha aiutato nel suo percorso nelle sale. Sempre comunque senza le scintille che il “miglior film” agli Oscar ha spesso avuto, almeno in passato.
In proporzione, più sorprendente il riscontro per The Whale, operazione commerciale perfettamente riuscita, con un budget dichiarato di 3 milioni di dollari e un incasso mondiale di 53,9 milioni di dollari. E comunque, dopo Stati Uniti (17,9 milioni di dollari) e Messico (8,7 milioni di dollari), quello italiano è il terzo migliore risultato del mondo. Ottimo, quindi, il lavoro della I Wonder che lo ha distribuito nel nostro paese.
Tra gli altri vincitori di Oscar, bene Gli spiriti dell’isola (budget 20 milioni di dollari, incasso worldwide 50,3 milioni di dollari, grazie soprattutto ai mercati extra-americani che rappresentano il 78,5% del totale), meno invece Tar, dove a incidere, oltre a un minore riscontro (incasso mondiale 27,4 milioni di dollari), è il budget più elevato (25 milioni di dollari).
Disastro invece per Women Talking, in Italia distribuito in ben 136 copie, e con un totale mondiale di 8,9 milioni di dollari.
I FLOP DEL III TRIMESTRE
TITOLO |
INCASSO |
SHAZAM! FURIA DEGLI DEI |
€ 1.656.143 |
MAGIC MIKE – THE LAST DANCE |
€ 802.714 |
IL RITORNO DI CASANOVA |
€ 714.888 |
EMPIRE OF LIGHT |
€ 377.009 |
THE SON |
€ 249.365 |
ARMAGEDDON TIME |
€ 236.112 |
DELTA |
€ 194.290 |
EDUCAZIONE FISICA |
€ 181.746 |
WOMEN TALKING | € 145.362 |
MARCEL – THE SHELL |
€ 136.205 |
PANTAFA |
€ 82.069 |
NOVEMBER |
€ 78.492 |
BENEDETTA |
€ 27.706 |
TILL |
€ 25.181 |
Privo di oggettività numerica anche il paragrafo relativo ai flop, in cui quello che fa più rumore è un film il cui incasso italiano farebbe la gioia di parecchi film nostrani. Come sempre è questione di investimenti e lecite aspettative e la situazione cambia da titolo a titolo. Nel caso specifico si parla di supereroi, e quando c’è di mezzo un personaggio in calzamaglia con qualche superpotere che finisce per darle di santa ragione, sembra che il pubblico impazzisca e non possa perderlo. O, meglio, sembrava. Finora infatti è stato così, ma ora (vedi anche il bene ma non benissimo di Ant-Man and the Wasp: Quantumania) il pubblico seleziona di più e con Shazam! Furia degli dei ha deciso di non stare più al gioco. A fronte di un budget dichiarato tra 110 e 125 milioni di dollari il film ha incassato globalmente 133,4 milioni di dollari, meno della metà del precedente Shazam! (367,7 milioni di dollari), il che rende sempre più traballante il già fragile futuro del DC Extended Universe.
Non decolla nemmeno Magic Mike – The Last Dance che nonostante la triade Soderbergh, Tatum e Hayek è ben lungi, con un incasso globale di 56,8 milioni di dollari, di ripagare il budget di 45 milioni di dollari. Deludono anche gli incassi di Empire of Light (11,1 milioni di dollari in tutto il mondo), così come quelli di The Son, completamente ignorato nonostante il cast altisonante e il successo del precedente The Father dello stesso regista Florian Zeller (si è passati da 28,4 milioni di dollari a 3,6). Entrambi va detto, ma di solito non incide molto sugli incassi, poco amati anche dalla critica. Poco fermento anche intorno ad Armageddon Time che incassa in tutto il mondo solo 6,3 milioni di dollari contro un budget di 15 milioni di dollari.
Sul fronte italiano, il fatto che Il ritorno di Casanova, un film di Gabriele Salvatores con due attori del calibro di Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio, incassi un decimo di ciò che è costato la dice lunga sulla scollatura tra buone intenzioni e capacità di mediare l’urgenza comunicativa con i gusti del pubblico. Bocciati anche Delta ed Educazione fisica, arrivati senza adeguato marketing e puntando tutto solo sul cast di nomi noti. Niente da fare nemmeno per Pantafa che aveva dalla sua un genere, l’horror, finora tra i più ricettivi, e invece buttato nella mischia allo sbaraglio.
Bocciatura unanime, poi, per Till, il cui andamento è stato segnato dall’esclusione dalla stagione dei premi nonostante recensioni molto positive. I 20 milioni di dollari di budget vengono solo in parte recuperati dai 9 milioni di dollari incassati negli States che rappresentano il 79,6% degli introiti complessivi (11,3 milioni di dollari).
Completamente ignorati, infine, sia Marcel – The Shell – schivato dalle famiglie nonostante la candidatura all’Oscar come miglior film di animazione e un piccolo riscontro solo negli Stati Uniti (con 6,3 milioni di dollari che rappresentano il 92,3% del modesto incasso mondiale) – che il francese November, in patria invece grande successo da 17,9 milioni di dollari.
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IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (03/22_23) – PARTE 1