(dal 1º novembre 2022 al 31 gennaio 2023)
Il problema di fondo, parlando del box-office di questo periodo, è che ormai si è detto tutto e il contrario di tutto, ma le tante analisi effettuate non hanno prodotto alcuna regola a cui attenersi, perché vige una imponderabile imprevedibilità. È davvero difficile, infatti, fare previsioni o dire cose sensate che non possano essere smentite nel giro di poco. L’unico dato oggettivo è quello numerico che in rapida sintesi mostra una disaffezione del pubblico alla visione in sala. Disaffezione in questo trimestre intorno al 30/40%, se si prendono come riferimento le annate pre-Covid, in miglioramento rispetto a un 2022 che ha raggiunto percentuali di calo negli incassi ben maggiori, superiori a quelle riscontatre in altri paesi europei (Francia -26,9%, Germania -26,4%, Regno Unito -28,7% e Spagna -37,8%). Da questo trimestre, un po’ per indurre all’ottimismo, un po’ perché è ora di guardare avanti anziché indietro, ricomincerò a basarmi sul confronto con l’anno precedente.
A quanto già evidenziato nei barometri precedenti (politiche autolesioniste di alcune distribuzioni, tendenza a eventizzare tutto da parte del pubblico, ritrosia del target adulto e delle famiglie a tornare in sala, meteo poco complice, offerta ininterrotta di sport in tv, concorrenza delle piattaforme streaming, cambiamento delle priorità nel post Covid), si aggiunge in questo trimestre l’assenza di prodotto: mancano i film. Non tanto i film ”belli” o presunti tali, quelli che la nicchia del pubblico d’essai continua a cercare, e spesso trovare, nelle sale dedicate, ma i film pensati per il grande pubblico, che non è detto non siano altrettanto “belli” (come non è detto che chi cerchi il film d’autore non disdegni il mainstream o che un film commerciale non sia anche d’autore), ma nascono con dichiarate esigenze più commerciali che artistiche e sono pensati per far gettare il telecomando al pubblico generalista attirandolo nel buio della sala. Il problema è evidente negli Stati Uniti, dove gennaio ha avuto un vuoto sconsolante di offerta, ma anche in Italia si sta facendo sentire.
In parte da noi si è compensato con il prodotto nazionale, ma nessun film italiano si è tramutato in un successo davvero grande, tale da compensare completamente la mancanza di prodotto commerciale proveniente dagli Stati Uniti. Sì, certo, Aldo, Giovanni e Giacomo con Il grande giorno hanno raggiunto il milione di spettatori, ma i 7,1 milioni di euro totalizzati sono distanti anni luce dai fasti del passato, dove i loro film superavano i venti milioni di incasso, e sono inferiori anche ai 7,5 milioni di euro di Odio l’estate, uscito appena prima del periodo pandemico. Ormai, come abbiamo già avuto modo di constatare, le soglie per definire un film un successo si sono notevolmente abbassate. I 10 milioni di euro sono un miraggio lontano e raggiungere i 5 milioni di euro è già una grandissima fatica. Poi ci sono gli outsider come Avatar – la via dell’acqua, ma anche l’incasso stratosferico che il film di James Cameron ha avuto finora in Italia (€ 43.377.556) è inferiore circa del 35% rispetto a quello del capostipite del 2009 (€ 68.675.722). Difficile capire quanto di quel 35% derivi dal calo fisiologico che tutti i sequel mediamente hanno e quanto invece dalla disaffezione alla sala del pubblico.
Mentre si naviga a vista cercando di interpretare quello che i numeri celano, vediamo com’è andata nei singoli mesi del II trimestre della stagione cinematografica 2022/2023. Ricordo, come al solito, le preziose fonti: Cinetel, Cineguru, Boxofficemojo, Anec, Cinema in sala e l’esercente Flavio Baldoni. Gli incassi sono al 31 gennaio 2023 e sono specificati tra parentesi dopo il titolo del film o nei riquadri riepilogativi. Le percentuali sono calcolate rispetto all’anno precedente, quindi 2021 per i mesi di novembre e dicembre e 2022 per gennaio.
NOVEMBRE 2022
Il trimestre comincia in calare con gli incassi che segnano -1,25% e le presenze -1,44%. La parte del leone la fa prevedibilmente Black Panther: Wakanda Forever (8,4 milioni di euro) che in Italia supera il Black Panther del 2018 (7,2 milioni di euro), ma la vera sorpresa è La stranezza (5,5 milioni di euro) che nessuno si aspettava avesse un riscontro così positivo. Tra i film italiani si distinguono anche L’ombra di Caravaggio (2 milioni di euro) e Diabolik – Ginko all’attacco! (1,2 milioni di euro) che però incassa meno della metà del primo film, lasciando intendere un gradimento non alle stelle e poche speranze di riscatto per il previsto terzo capitolo. Bones and All (1,3 milioni di euro), sulla scia dello sberluccichio della prima milanese e di una buona partenza, illude possa diventare un grande successo, invece, esaurita la nicchia che lo attendeva con ansia, sono in pochi, sicuramente meno del previsto, a lasciarsi incuriosire, in U.S.A. soprattutto, dove è arrivato in 2.727 sale e ha incassato solo 7,8 milioni di dollari (mentre a livello globale l’incasso è stato di 14,5 milioni di dollari). Tra i film del mese sicuramente anche The Menu (2,1 milioni di euro), emblema di quel cinema medio linfa per l’esercizio, sufficientemente misterioso e accattivante per svolgere egregiamente la sua funzione commerciale (budget di 30 milioni di dollari già ricoperto con il solo theatrical grazie a un incasso globale di 79,2 milioni di dollari). Nel d’essai si distingue, sfiorando il milione di euro, Il piacere è tutto mio, di cui è difficile valutare la resa commerciale perché in alcuni mercati importanti (Stati Uniti, Canada, Brasile) è uscito direttamente in streaming. Da segnalare, infine, il buon andamento di Lo schiaccianoci e il flauto magico (1,5 milioni di euro) che in assenza di concorrenza si gode la possibilità di essere il maggiore incasso del mese per il target famiglie.
DICEMBRE
Il mese di dicembre – grazie soprattutto al confronto con un 2021 in cui la nuova ondata di Covid aveva messo a tacere ogni possibile entusiasmo (a parte l’eccellente resa di Spider-Man: No Way Home, immune a qualunque virus) e all’ottimo esito di Avatar – la via dell’acqua (43,3 milioni di euro) – segna un +26,05% negli incassi e +17,53% nelle presenze. Il divario tra incassi e presenze è dovuto alla maggiorazione di prezzo per il 3D per il film di James Cameron. Oltre ad Avatar il Natale vede il ritorno in gran forma di Aldo, Giovanni e Giacomo con Il grande giorno (7,1 milioni di euro), maggiore incasso italiano di questo primo scorcio di stagione e unico film nazionale a raggiungere il milione di presenze. L’Italia trova conferme anche nel debole pre-festività grazie a Vicini di casa (1,5 milioni di euro), mentre Le otto montagne (5,4 milioni di euro) comincia la sua corsa proprio a Natale per poi resistere in tenitura fino alla fine del mese di gennaio (e nel mese di febbraio riesce pure a superare La stranezza). Il gatto con gli stivali 2 (5,8 milioni di euro) procede con passi graduali e costanti confermandosi la scelta preferita, ancorché quasi unica, per le famiglie. Il bistrattato Strange World (1,5 milioni di euro), infatti, arriva già con l’etichetta di flop dagli Stati Uniti, sparisce dalla programmazione in tutta fretta e a Natale è già in piattaforma (sono queste le “politiche autolesioniste di alcune distribuzioni” di cui parlavo nella introduzione). Procede a piccoli ma inesorabili passi anche The Fabelmans (€ 2.986.464) di Steven Spielberg, in programmazione fino a febbraio inoltrato, aiutato anche dall’essere tra i front runner della stagione dei premi. Niente da fare invece per Whitney (€ 967.998) che si rivela, abbastanza inaspettatamente, come uno dei flop della stagione.
GENNAIO
Il primo mese dell’anno gode di un buon andamento: +88,41% gli incassi e +76,09% le presenze. Il merito è essenzialmente di Avatar – la via dell’acqua che guida gli incassi per tutto il mese con risultati strabilianti, fino all’Epifania a suon di un milione di euro al giorno. Finalmente il cinema italiano trova occasione di imporsi grazie alla debolezza di quello statunitense, che a parte Avatar – la via dell’acqua non propone granché. I titoli nazionali totalizzano incassi per 20,9 milioni di euro, con una quota di mercato che passa dal 20,94% del mese precedente al 42,6%. Il merito è dell’ottima tenuta di Le otto montagne (5,4 milioni di euro) che resta in top-10 per tutto il mese, dei buoni numeri de Il grande giorno (7,1 milioni di euro), che fino alla Befana consolida il proprio risultato, del successo di Tre di troppo (4,6 milioni di euro), anche se i 7,5 milioni di euro di 10 giorni senza mamma sono un ricordo lontano (non ha certo aiutato l’uscita direttamente in streaming di 10 giorni con Babbo Natale), e degli importanti risultati medi di I migliori giorni prima (1,8 milioni di euro) e di Grazie ragazzi poi (2,1 milioni di euro). Gli altri due titoli significativi del mese sono M3gan (2,2 milioni di euro), che conferma l’horror come genere ancora in grado di funzionare in sala, e Babylon (1,8 milioni di euro), che grazie soprattutto al cast all star (aspetto che funziona più sui mercati internazionali che in U.S.A.), riesce a distinguersi per qualche settimana, un po’ come La fiera delle illusioni l’anno scorso, filmone dai grandi nomi e dalla regia illustre che ha fatto flop in patria cercando, e in parte trovando, riscatto negli altri mercati.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2022 AL 31 GENNAIO 2023
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 AVATAR – LA VIA DELL’ACQUA – € 43.377.556 – 4.900.337
2 MINIONS 2 – € 14.778.351 – 2.187.409
3 BLACK PANTHER – WAKANDA FOREVER – € 8.463.794 – 1.140.969
4 IL GRANDE GIORNO – € 7.171.423 – 1.010.179
5 IL GATTO CON GLI STIVALI 2 – € 5.876.488 – 885.301
6 LA STRANEZZA – € 5.533.397 – 854.978
7 LE OTTO MONTAGNE – € 2.302.695 – 332.130
8 BLACK ADAM – € 5.120.059 – 710.402
9 TRE DI TROPPO – € 4.628.879 – 672.555
10 ME CONTRO TE IL FILM – MISSIONE GIUNGLA – € 3.949.390 – 606.189
Come sempre accade nel secondo trimestre della stagione, il box-office è completamente rivoluzionato dai nuovi titoli che sono arrivati. Escono quindi dalla classifica ben sette film (la release di Avatar, Bullet Train, Il colibrì, Dc League of Super-Pets, Ticket to Paradise, Halloween Ends, Don’t Worry Darling e Smile) e ne entrano altrettanti, arrivati in prevalenza nel periodo delle festività. Torna nell’interesse del pubblico, anche a causa della scarsità di alternative, il cinema italiano. Metà classifica è infatti coperta da titoli nazionali, ancora lontani da grandi risultati, ma gradualmente capaci di ristabilire la sintonia perduta a causa di troppi film andati direttamente in streaming, e non solo nel periodo di chiusura delle sale. Basta pensare che quest’anno la gara tra cinepanettoni si è compiuta tra piattaforme e non in sala (Amazon vs Netflix). Poco male diranno in molti, in realtà il cinema è di tutti e snobbare il prodotto prettamente commerciale, così come lo spettatore disattento e/o occasionale, finisce per penalizzare un po’ tutti perché, e lo abbiamo visto nella faticosa riapertura delle sale dopo il periodo pandemico in cui il prodotto commerciale ha latitato, con i soli film di nicchia non si riesce a sostenere il mercato.
Su Avatar – la via dell’acqua si è detto e letto di tutto e di più. James Cameron si conferma regista capace di cogliere una sensibilità planetaria ridando un senso all’esperienza in sala. Il successo è strabiliante, in Italia come ovunque. A sfruttamento ancora in corso ha raggiunto i 2.174,4 milioni di dollari globali, di cui il 70,7% dai mercati extra-americani. Una cifra che lo pone al quarto posto nella classifica dei maggiori incassi di tutti i tempi, dietro a Titanic (2.194,6 milioni di dollari), Avengers: Endgame (2.799,4 milioni di dollari) e Avatar (2.923,7 milioni di dollari). Nel mese di febbraio la riedizione di Titanic in 3D per il 25° anniversario darà ulteriore sprint al film, quindi per Avatar – la via dell’acqua raggiungere il terzo posto potrebbe essere più faticoso del previsto. Una cosa, però, è certa. Dei quattro maggiori incassi di tutti i tempi, tre sono diretti da James Cameron.
Dietro ad Avatar – la via dell’acqua non è il vuoto ma quasi. Tutti gli altri titoli presenti in top-10, infatti, come incassi e presenze sono a distanza siderale. Tra le nuove entrate spicca Black Panther – Wakanda Forever che in Italia va addirittura meglio del Black Panther del 2018 che aveva incassato 7,2 milioni di euro. Diverso l’andamento negli Stati Uniti dove Black Panther non è stato solo un film, ma un vero e proprio fenomeno sociale, un manifesto di inclusione, capace di incassare 700,4 milioni di dollari, mentre il secondo capitolo si è assestato intorno ai 450 milioni di dollari.
Il gatto con gli stivali 2 ha un andamento tiepido, ma l’assenza di concorrenza lo rende la prima scelta per il target delle famiglie consentendogli di restare in top-10 sia nel mese di dicembre che nel successivo gennaio. Cosa che accade anche negli Stati Uniti, dove il vuoto distributivo finisce per premiarlo consentendogli un incasso theatrical superiore ai 150 milioni di euro che sommati ai 217,8 milioni di dollari ottenuti dagli altri mercati fanno un totale di 369,5 milioni di dollari, in grado di coprire con le sole sale il budget di 90 milioni di dollari. Sono comunque lontani fasti del primo film che nel 2011, pur costando di più (130 milioni di dollari), aveva però incassato 555 milioni di dollari.
A seguire:
IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (02/22_23) – PARTE 2
Buona lettura.