Baro-metro

IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (01/21_22)

(dal 1º agosto al 31 ottobre 2021)

Il primo trimestre della stagione comincia con grande difficoltà. Inevitabilmente l’obbligo del Green Pass per accedere alle sale dal 6 agosto 2021, nel momento in cui la campagna vaccinale è in pieno corso, esclude una parte consistente di pubblico. Le restrizioni previste disincentivano ulteriormente. Ne fanno le spese i film previsti in agosto, soprattutto quelli dedicati agli adolescenti, i meno coinvolti fino ad allora nella prevenzione, mentre la situazione migliora gradualmente di settimana in settimana, grazie al costante miglioramento della situazione pandemica e al conseguente allentamento dei vincoli previsti. Non aiutano alcuni comportamenti distributivi, pensiamo ad After 3, prima fissato a inizio a settembre e poi lanciato esclusivamente in streaming.

Si arrivano a ottenere risultati significativi con i colossi a lungo invocati tra settembre e ottobre, ma siamo decisamente lontani dai risultati pre-pandemia e si conta che a fine ottobre circa il 50% degli spettatori non sia ancora ritornato in sala. Ma dove è finito?

Le voci, invero un po’ superficiali, attribuiscono gran parte della colpa alle piattaforme streaming, in realtà sono tante le variabili che incidono sulla “pigrizia” del pubblico. E le piattaforme streaming sono una voce tra le tante. Occorre infatti considerare che i colossi dello streaming scesi in campo negli ultimi mesi tolgono pubblico soprattutto alla tv generalista che infatti, dati auditel alla mano, ha perso spettatori. Del resto ciò che offrono è un consumo sullo stesso mezzo. Il cinema va invece considerato come altro, non è solo un film, ma un’esperienza: decidere di uscire di casa, recarsi dove si trova il cinema, parcheggiare, entrare nel buio di una sala, prendere posto e mescolarsi ad altre persone che non si conoscono. Il problema rispetto alle piattaforme streaming si pone in relazione alle nuove uscite, con forme ibride che non rispettano le consuete finestre ma prevedono una contemporanea tra sala e streaming. Una scelta che, soprattutto in base ai riscontri in America, dove le piattaforme sono molto più diffuse, ha dimostrato incassi inferiori alle aspettative per i film in sala. Se quindi la Warner Bros aveva pianificato tutte le sue uscite seguendo questa formula, Disney l’aveva seguita per alcuni titoli prevedendo un accesso Vip a pagamento, e altre case di distribuzione si stavano accodando, ora si sta tornando indietro. Non più come prima, ma comunque cercando di garantire alla sala cinematografica un’esclusiva in grado di far incassare e valorizzare i film per lo sfruttamento, poi, su altri canali.

Se quindi lo streaming solo in parte è stato un disincentivo alla sala, allora dov’è andato quel 40-50% di spettatori che non è ritornato al cinema dal 26 aprile a oggi? Il problema di fondo è che non tutti sono ancora pronti per riagganciarsi ai precedenti riti della quotidianità, perché il Covid fa ancora paura e ci ha insegnato che di alcune cose, e riti, e persone, possiamo fare a meno.

Ciò che si sta delineando è proprio un cambiamento della fruizione cinematografica, anche se probabilmente è ancora presto per trarre conclusioni. Funzionano i film che trasformano l’appuntamento con la sala cinematografica in un evento unico e irripetibile. Ecco ad esempio la ragione principale del successo di Me contro te – Il mistero della scuola incantata che uscendo a metà agosto riesce a intercettare il target giusto per il periodo (under 12, quindi senza obbligo di Green Pass) rendendo l’appuntamento al cinema un must per i più piccini (e i poveri genitori/nonni paganti). Non a caso il debutto superiore agli 800 mila euro in piena canicola estiva resta ancora imbattuto. Gli altri film che funzionano sono quelli per cui l’evento è vivere l’esperienza in sala, quindi quelli super spettacolari (come Dune e No Time to Die), mentre il cinema italiano fatica a imporsi.

Un chiaro segnalo di come il pubblico più restio a tornare in sala sia quello generalista è l’andamento sottotono di Come un gatto in tangenziale – ritorno a Coccia di Morto che esce coraggiosamente a fine agosto ma supera di poco, e con grande sforzo distributivo, i 3 milioni di euro. Funzionano meno anche i film family (essere tutti in famiglia allineati al protocollo vaccinale non è scontato) e anche il pubblico maturo fatica a riprendere le vecchie, già non così frequenti, abitudini, probabilmente perché più timoroso in quanto più vulnerabile al Coronavirus. I film d’essai, che in assenza di offerta mainstream avevano dominato, pur con numeri piccoli, nella fase di riapertura, seguono la scia e continuano a godere di una nicchia di fedelissimi, ma una nicchia non sostiene il mercato. La situazione è quindi abbastanza critica.

Ce lo conferma il supporto dei numeri che confrontiamo con il 2019, con il 2020 funestato da un lungo periodo di chiusura non avrebbe senso. Ricordo, come al solito, le preziose fonti: Cinetel, Cineguru, Boxofficemojo e Cinema in sala. Gli incassi sono al 31 ottobre (o alla data più vicina in cui è stato possibile reperire il dato).

BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO AL 31 OTTOBRE 2021

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        NO TIME TO DIE – € 7.536.265 – 1.035.794

2        DUNE – € 7.173.100 – 995.622

3        VENOM: LA FURIA DI CARNAGE – € 6.196.095 – 861.402

4        ME CONTRO TE – IL MISTERO DELLA SCUOLA INCANTATA – € 5.093.239 – 804.822

5        FAST & FURIOUS 9 – € 4.864.243 – 668.510

6        SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI – € 3.822.152 – 550.778

7        COME UN GATTO IN TANGENZIALE – RITORN OA COCCIA DI MORTO – € 3.162.894 – 465.267

8        SPACE JAM – NEW LEGENDS – € 3.050.765 – 448.095

9        THE SUICIDE SQUAD – MISSIONE SUICIDA – € 1.977.204 – 281.911

10      TRE PIANI – € 1.918.922 – 297.242

Si parte con un -61,73% negli incassi nel mese di agosto. La situazione migliora in settembre dove il calo si riduce a un -50,03% e il -45,42% di ottobre ha perlomeno dalla sua un andamento in progressione, ma siamo ancora ben lontani dal pre pandemia. Siamo quindi in una situazione in cui i film ci sono, con un’offerta distributiva quanto mai ricca e varia, mentre il pubblico è ancora parecchio titubante. A farne le spese sono tutti i film proposti, anche i successi, con un ridimensionamento generale dei numeri: il milione di spettatori, quindi un incasso tra i 7,5 e gli 8 milioni di euro, diventa l’obiettivo per parlare di grande successo, un film italiano che raggiunga il milione di euro di incasso è già un buon risultato e un film d’essai intorno al mezzo milione di euro è un traguardo ambito.

La prima vittima illustre è in agosto Fast & Furious 9, fino a fine ottobre il maggiore incasso mondiale occidentale in tempo di pandemia con un totale di 721 milioni di dollari, che nel nostro paese in agosto incassa molto al di sotto dei suoi standard (il precedente capitolo aveva incassato in Italia 14,7 milioni di euro e lo spin-off Fast & Furious – Hobbs & Shaw aveva chiuso la sua corsa a 6,4 milioni di euro). In agosto non decolla nemmeno Free Guy che non raggiunge nemmeno il milione di euro (mentre in America è un successo da 121,6 milioni di dollari, tanto che è già in cantiere il sequel); per fortuna in settembre arrivano finalmente Dune e No Time to Die che rappresentano per molti italiani il ritorno in sala dopo mesi lontani dal grande schermo. Si difendono anche sia Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, in U.S.A. il primo film in tempo di pandemia a raggiungere i 200 milioni di dollari di incasso, che Space Jam – New Legends (3 milioni di euro). Ottobre vede poi sbarcare l’atteso Venom 2 e il fatto che sia bruttarello non incide sul target di riferimento.

IL PODIO

1) NO TIME TO DIE. Doveva uscire nell’aprile del 2020 e dopo vari posticipi causa pandemia arriva finalmente il tempo del 25° Bond. Debutta nelle sale italiane giovedì 30 settembre prevedibilmente al primo posto con un ottimo incasso di 487 mila euro, superiore al già buon debutto di Dune (poco più di 400 mila euro) ma inferiore a quello di Black Widow (quasi 600 mila euro). Anche il primo week-end è suo con 2,5 milioni di euro, e diventa il maggiore incasso per un film in un week-end da quando è cominciata la pandemia, almeno fino all’arrivo di Venom 2. Dopo il primo fine settimana sono già 119 i milioni di dollari incassati dal film. Nel Regno Unito l’incasso di 34,8 milioni di dollari rappresenta addirittura la maggiore apertura per un Bond con Daniel Craig. Al secondo week-end perde solo il 30%, mentre al terzo cede il posto a Venom 2. La tenuta è comunque buona e il film non molla il podio neanche alla terza settimana. Si ipotizza un totale in Italia intorno agli 8 milioni di euro, che è moltissimo dato il periodo, tra l’altro in linea con gli 8 milioni di euro di Casino Royale e i 7,1 milioni di Quantum of Solace, ma distante dalla svolta impressa da Skyfall, primo film della saga a superare il miliardo di dollari mondiale (12,8 milioni di euro in Italia) e in grado di imprimere ulteriore slancio ai già sostanziosi numeri rendendo l’appuntamento con Bond/Craig imperdibile per buona parte del pianeta. Il totale mondiale arriverà nel mese di novembre a superare quello di Fast & Furious 9 diventando così, con 734,3 milioni di dollari, il film occidentale più visto al mondo in tempo di pandemia.

 2) DUNE. Altro film dai molti posticipi e attesissimo, con una gigantesca macchina promozionale che ha puntato sulla visione in sala con standard qualitativi elevati per poter godere appieno del viaggio. Chi si reca in sala non vede solo un film, quindi, ma vive un’esperienza sensoriale che il grande schermo e l’ottima acustica, se presenti, amplificano e valorizzano. Tanti sforzi sono stati ripagati da un ottimo andamento. Il debutto italiano il 16 settembre è buono (419 mila euro) ma non eccezionale. Il primo week-end superiore ai due milioni di euro rappresenta il maggiore esordio in tempo di pandemia (fino ad allora, ovviamente, poi arriverà dopo poco No Time to Die e dopo ancora Venom 2). Ottima la tenuta nelle settimane successive, ma il dover far posto a nuovi titoli gli toglie ulteriori opportunità di incasso. In America esce il 22 ottobre, in concomitanza con la piattaforma streaming HBO Max e segna il maggiore debutto di sempre per un film uscito in forma ibrida, però un esordio di 41 milioni di dollari non sembra essere sufficiente per dare il via libera alla produzione del secondo capitolo; si resta con il fiato sospeso per un paio di giorni temendo il peggio, poi Warner Bros e Legendary confermano che il secondo capitolo si farà e tiriamo tutti un respiro di sollievo.

3) VENOM: LA FURIA DI CARNAGE. Arriva nelle sale italiane il 14 ottobre e conferma le aspettative dopo il successo negli States dove ha debuttato a fine settembre con un week-end da 90 milioni di dollari. Il primo fine settimana italiano, con 2,75 milioni di euro, è il migliore non solo della stagione, ma di qualunque film uscito in tempo di pandemia e l’andamento nelle settimane successive conferma l’inesauribile voglia di supereroi del pubblico di ogni latitudine. Negli U.S.A è il secondo film, dopo Shang-Chi, a superare l’ambita soglia dei 200 milioni di dollari e il totale mondiale è destinato a oltrepassare abbondantemente i 400 milioni di dollari. Le stroncature pressoché unanimi della critica non intaccano minimamente il suo appeal commerciale.

ITALIA

Tra gli italiani, escludendo i Me contro Te, ad avere la meglio è Come un gatto in tangenziale – ritorno a Coccia di Morto, ma il fatto che il maggiore incasso nazionale del trimestre superi di poco i 3 milioni di euro, mentre il primo capitolo ne aveva incassati 9,7, fa già capire come la situazione sia decisamente preoccupante. L’altro blockbuster su cui si puntava, Freaks Out di Gabriele Mainetti, debutta sottotono ma grazie al passaparola si riprende nelle settimane successive; un incasso a fine novembre di neanche 2,5 milioni di euro per un kolossal dalle grandi ambizioni è però davvero poca cosa. Nanni Moretti con Tre piani incassa circa due milioni di euro, molto sotto i suoi standard (Mia madre aveva staccato biglietti per circa 3,5 milioni di euro), mentre La scuola cattolica gode di un indotto notevole a causa del divieto ai minori di 18 anni stabilito dalla commissione per la censura che gli procura grande visibilità, ma un incasso intorno a 1,5 milioni di euro, considerando l’impossibilità di essere programmato sulla tv generalista, gli impedirà di andare in attivo. Le uniche note davvero positive arrivano da Qui rido io che è invece uno dei pochi titoli a superare le attese e anche gli standard abituali del regista (Mario Martone non è mai stato un acchiappapubblico, tranne per i 6,1 milioni di euro de Il giovane favoloso). Tutti gli altri titoli sono sotto il milione di euro, con punte prevedibilmente basse per i film dal minore appeal commerciale (Il buco, Welcome Venice, Mondocane, Sulla giostra), a parte un cinema medio con risultati superiori ai 500 mila euro, ma inferiore al milione di euro, che fatica a sostenere l’esercizio (Marilyn ha gli occhi neri, Ariaferma, Con tutto il cuore, Una notte da dottore). Non decollano invece, incassando meno di 500 mila euro, Il materiale emotivo, Il silenzio grande e L’Arminuta. Per finire una domanda: possibile che A Chiara, di cui si è parlato parecchio, prima in estate da Cannes e poi in prossimità dell’uscita, abbia incassato solo 115 mila euro?

Comunque il maggiore incasso nazionale è Me contro te – Il mistero della scuola incantata con 5 milioni di euro. Anche in questo caso, però, si è perso per strada quasi il 50% del precedente Me contro te il film – la vendetta del signor S che in tempi pre pandemici aveva incassato 9,6 milioni di euro. Vedremo quale sarà l’accoglienza per Me Contro Te il Film – Persi nel Tempo, terzo film del duo di youtuber, in sala dal 1° gennaio 2022.

ANIMAZIONE

L’animazione è ferma al palo. Come specificato il target famiglie fatica infatti a ritrovare la strada della sala cinematografica e anche i film di maggiore successo incassano infinitamente meno rispetto al passato. Pensiamo a Baby Boss 2 (1,2 milioni di euro) contro Baby Boss (7,1 milioni di euro). Tutti sotto il milione di euro gli altri che, perlomeno, nelle giornate di sabato e soprattutto domenica, hanno comunque modo di distinguersi (Paw Patrol, Il giro del mondo in 80 giorni, Ron – un amico fuori programma).

HORROR

L’horror continua ad avere un suo pubblico di riferimento, ma alla fisiologica ritrosia del periodo si aggiunge un altro elemento: gli orari. Lo dico da appassionato del genere. Quasi tutti gli horror vengono confinati a orari impossibili, probabilmente indirizzandosi al teenager, presumibilmente destinatario di riferimento, ma primissimo pomeriggio e sera inoltrata escludono tutta un’altra ampia fetta di pubblico. Il problema è poi estendibile a tutta la distribuzione in generale. E questo apre un’altra questione, trasversale e bruciante: nelle grandi città più o meno si riesce a vedere tutto, ma come si deve comportare chi vive lontano dai centri abitati o in piccoli paesi? Si dirà che è sempre stato così, e in passato forse è stato anche peggio, però lo streaming ha reso la fruizione dei film più democratica e questo è un dato di fatto di cui tenere conto. Se le abitudini cambiano è anche perché non sempre è facile accedere ai contenuti che si vuole.

Tornando all’horror, il più visto è Halloween Kills che beneficia di una programmazione strategica (a ridosso di Halloween, appunto), ma anche in questo caso il confronto con il precedente film che nel 2018 ha riaperto la saga è impari (1,7 contro 3,4 milioni di euro). Gli altri horror del periodo si attestano tra i 600 mila euro di Escape Room 2 e i neanche 200 mila euro di La casa in fondo al lago e Candyman, passando per i 436 mila euro di Malignant.

D’ESSAI

Abbastanza tragico l’andamento dei film d’essai, opere di provenienza prevalentemente festivaliera di cui si parla molto tra una nicchia di appassionati ma alla fine poco influenti sulle masse e quindi in grado di fare numeri inevitabilmente piccoli. In fondo è sempre stato così, anche durante la pandemia, in cui i film d’essai finivano tutti in top-10 perché erano gli unici a essere distribuiti, ma rispetto agli anni ancora precedenti anche loro hanno subito una ulteriore contrazione e raggiungere i 500 mila euro pare un miraggio lontano. L’asso pigliatutto del trimestre è Madres Parallelas (per ora circa 2 milioni di euro), ma anche Pedro Almodovar deve accontentarsi di incassi minori rispetto ai suoi maggiori successi (e questo aveva tutte le carte in regola per esserlo).  A distinguersi nel trimestre sono anche Il collezionista di carte (400 mila euro) e Supernova (265 mila euro), mentre gli altri hanno tutti importi irrisori: Titane nonostante il tanto parlarne deve accontentarsi di 145 mila euro, Drive My Car di 125 mila euro e tutti gli altri sono sotto i 100 mila euro: La padrina, France, I’m Your Man, #iosonoqui, Il matrimonio di Rosa, Figli del sole, Quo vadis, Aida?, Volami via, Il gioco del destino e della fantasia, Falling. Rifiuto totale, poi, per L’uomo che vendette la sua pelle (appena 20 mila euro), mentre in proporzione alle sale in cui è arrivato (solo 27) si difende bene Petite maman che raggiunge i 50  mila euro.

FLOP

Non mancano i flop, quei film trasversali a qualsiasi genere che si pensava per il tenore degli investimenti, del marketing, dei talenti coinvolti, insomma, delle aspettative, che andassero decisamente meglio (tra parentesi l’incasso italiano):

Respect (300 mila euro). È andato male ovunque, anche in U.S.A. dove con un’uscita wide ha incassato solo 24,2 milioni di dollari e il totale mondiale di 31,3 milioni di dollari è ben lontano dai 55 milioni di dollari investiti nel progetto; potrebbe rifarsi un pochino con la candidatura all’Oscar di Jennifer Hudson, ma il divario economico è troppo esteso per pensare di ripagarlo con il solo theatrical.

The Suicide Squadmissione suicida (circa 2 milioni di euro). In Italia esce in una settimana problematica, nel momento in cui diventa obbligatorio il Green Pass per accedere alle sale, tanto che viene anticipato a suon di anteprime un po’ improvvisate e fa del suo meglio, ma i 12 milioni di euro del capostipite del 2016 sono un miraggio lontano; e questo nonostante il precedente sia stato stroncatissimo e questo invece lodatissimo. Flop soprattutto negli U.S.A., con un incasso di 55,8 milioni di dollari. Il totale globale di 167,4 milioni di dollari potrebbe essere un buon risultato per un film qualunque, ma non per un’opera dal budget di 185 milioni di dollari.

Candyman (169 mila euro). In Italia non se lo fuma nessuno e anche nel resto del mondo, a parte gli U.S.A. dove incassa ben 61,1 milioni di dollari. Il totale mondiale di 77,1 milioni di dollari riesce comunque a ripagare il budget di 25 milioni di dollari. Il flop è quindi ovunque tranne che in patria.

Ancora più bello (223 mila euro). Secondo capitolo di una trilogia non particolarmente fortunata al botteghino. Il primo film Sul più bello aveva debuttato proprio alla vigilia della lunga chiusura delle sale in ottobre 2020, per poi finire precocemente su Amazon Prime; probabilmente una fruizione su piccolo schermo ha inciso in negativo sulla voglia di vedere il sequel su grande schermo. Vedremo cosa succederà con il terzo capitolo, Sempre più bello, previsto per il 2022, soprattutto come sarà distribuito.

La ragazza di Stillwater (200 mila euro). Matt Damon, il regista de Il caso Spotlight, la presentazione a Cannes, l’ispirazione all’omicidio di Meredith Kercher, eppure il film, nonostante più di 300 sale a disposizione, non se lo fila nessuno. Accade lo stesso più o meno ovunque, con un incasso mondiale di appena 19,6 milioni di dollari a fronte di un budget di 20 milioni di dollari.

The Last Duel (865 mila euro). È il flop più inspiegabile perché porta la firma di Ridley Scott, è stato presentato a Venezia, ha avuto ottimi riscontri critici e ha un cast prestigioso che include Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck e Matt Damon (ancora lui, sarà solo una coincidenza?), questi ultimi due anche co-sceneggiatori. Eppure è stato un disastro totale dal punto divista economico: budget di 100 milioni di dollari e incasso mondiale di appena 27,4 milioni di dollari. Per il regista la colpa dell’insuccesso è dei millennials cresciuti sui cellulari, ma a mancare sembra essere stato soprattutto il target maturo, il più riluttante a tornare in sala.