(dal 1º novembre 2013 al 31 gennaio 2014)
Ci eravamo lasciati piangendo la totalità di segni meno con cui è cominciata la nuova stagione e ci accingiamo a commentare il secondo trimestre con tanto di champagne perché il segno più ha indiscutibilmente dominato. Cos’è successo in questi tre mesi? Senza farla troppo lunga, è uscito Sole a catinelle e il miracolo è avvenuto. Grazie al fenomeno Checco Zalone, di cui ci occuperemo nell’apposita sezione e che ha battuto ogni più rosea previsione, il bilancio dell’anno è andato in positivo.
Novembre 2013 segna addirittura un 33,5% in più nelle presenze rispetto allo stesso mese del 2012 e prima ancora che si entri nel vivo del Natale si è già più che in pareggio a livello annuale.
Dicembre, grazie anche all’uscita di film in grado di funzionare al botteghino, conferma il trend e l’anno 2013, in base ai dati forniti da Cinetel che copre ormai il 90% del mercato, si conclude con un + 6,56% a livello di presenze (97.380.572) e +1,45% come incassi (618 milioni 353 mila euro). Salta subito all’occhio che senza i 52 milioni di euro incassati e gli 8 milioni di presenze dovuti a Sole a catinelle, la crescita sarebbe stata assai più ridotta e a stento si sarebbe raggiunta la parità.
Con l’anno nuovo la situazione non cambia. Gennaio, infatti, grazie a titoli nazionali e stranieri forti, mantiene il trend positivo e ottiene percentuali rassicuranti: +26% negli incassi e +25% nelle presenze rispetto al 2013.
Il dato globale del 2013 si presta a un’ulteriore interpretazione: il calo del 3D. Se per i film per famiglie ormai l’incidenza della stereoscopia è praticamente inesistente, la curiosità verso questa rinnovata tecnica va scemando un po’ in generale. La cosa è evidente anche a livello numerico. Se nel 2012 gli spettatori con occhialoni sono stati 12 milioni, nel 2013 il dato si è ridotto a 7 milioni, il che si tramuta in 50 milioni di euro persi (112 milioni di euro incassati nel 2012 contro i 62 attuali). È quindi calato anche il prezzo medio del biglietto: 6,02 euro contro i 6,21 euro precedenti. Tale calo è dovuto certo al minor numero di biglietti 3D, ma ha contribuito sicuramente anche l’incidenza della Festa del Cinema.
Restando all’analisi dell’anno 2013, inevitabile data la collocazione di questo trimestre della nuova stagione, mostra un segnale positivo anche la quota di mercato detenuta dal cinema italiano che passa dal 26,5% al 31%. Checco Zalone è stato ovviamente fondamentale per questo sprint, ma un segno decisivo lo hanno dato anche Il principe abusivo e La migliore offerta. Ci si chiede cosa potrebbe accadere se oltre alle commedie, eccetto Zalone un po’ in declino, tornasse in auge il cinema di genere (e sono sicuro che prima o poi accadrà).
Buona, infine, l’idea di spostare l’uscita dei film al giovedì, giorno critico della settimana nelle stagioni precedenti, che ha visto così aumentare la vendita dei biglietti del 25,74%.
IL 2013 IN ITALIA E NEL MONDO
ITALIA 2013
01 – SOLE A CATINELLE – $69.903.094
02 – FROZEN – $25.344.434
03 – CATTIVISSIMO ME 2 – $21.587.196
04 – IRON MAN 3 – $20.910.968
05 – IL PRINCIPE ABUSIVO – $18.614.277
06 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $17.305.657
07 – FAST & FURIOUS 6 – $16.681.782
08 – UNA NOTTE DA LEONI 3 – $16.416.593
09 – DJANGO UNCHAINED – $16.283.123
10 – I CROODS – $15.148.219
Per facilitare il confronto con gli altri paesi il dato nazionale è espresso in dollari (la fonte è la Bibbia in merito, cioè BoxOfficeMojo, unita al nostrano “Giornale dello spettacolo”). 3 i film di animazione, 2 quelli italiani, 5 i sequel. A dominare è l’evasione da una realtà che, complice la crisi tutt’altro che risolta, spinge a cercare una via di fuga. Da notare anche la ripartizione nel calendario dei film di maggiore successo. I periodi canonici (Natale, autunno e inverno) sono rispettati, ma si dimostrano forti anche titoli usciti in primavera e a ridosso dell’estate. Una dimostrazione evidente dell’interesse del pubblico durante tutto l’anno. Forse, nonostante l’inevitabile calo fisiologico dovuto all’arsura e con una programmazione adeguata, anche in estate il cinema potrebbe funzionare. Al riguardo, per ottenere risultati nel lungo periodo, occorrerebbe perseverare, e gli ultimi due anni si è perso il poco che si era guadagnato in precedenza. Che dire, meditate distributori, meditate!
MONDO 2013
01 – IRON MAN 3 – $ 1.215.400.000
02 – CATTIVISSIMO ME 2 – $ 954.200.000
03 – HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO – $ 854.100.000
04 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $ 834.700.000
05 – FAST & FURIOUS 6 – $ 788.700.000
06 – FROZEN – $ 764.000.000
07 – MONSTERS UNIVERSITY – $ 743.600.000
08 – GRAVITY – $ 677.700.000
09 – L’UOMO D’ACCIAIO – $ 668.000.000
10 – THOR – THE DARK WORLD – $ 632.700.000
I dati globali confermano lo strapotere degli U.S.A., primo mercato a livello globale, la crescita esponenziale della Cina, sempre più determinante nel far quadrare i conti dei blockbuster americani, e il ribasso della maggior parte dei paesi europei, inclusa la Francia, solitamente fiore all’occhiello del Vecchio Continente, grazie anche a politiche di sostegno alla cinematografia e al prodotto nazionale, e invece anch’esse vittime del segno meno. A dominare è l’evasione tout court: 3 supereroi, 2 cartoni animati, 6 sequel (o prequel), l’unico vero outsider, che in pochi avrebbero pensato di trovare in questa classifica, è Gravity.
Media Salles ha presentato i dati del mercato cinematografico europeo, esaminando i risultati di 35 paesi: nel 2013 in Europa gli spettatori nelle sale cinematografiche sono stati 1.158,5 milioni, con un calo dell’1,8% rispetto ai 1.179,8 milioni del 2012. La situazione non è affatto uniforme, infatti mentre i 19 paesi dell’Europa Occidentale registrano un decremento superiore alla media del Continente (-4,6%), i 16 territori dell’Europa Centrale e Orientale e del Bacino del Mediterraneo chiudono l’anno con un aumento di spettatori del 6,6%.
U.S.A. 2013
01 – HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO – $ 418.182.152
02 – IRON MAN 3 – $ 409.013.994
03 – CATTIVISSIMO ME 2 – $ 368.061.265
04 – FROZEN – $ 337.450.104
05 – L’UOMO D’ACCIAIO – $ 291.045.518
06 – MONSTERS UNIVERSITY – $ 268.492.764
07 – GRAVITY – $ 258.875.011
08 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $ 249.681.194
09 – FAST & FURIOUS 6 – $ 238.679.850
10 – IL GRANDE E POTENTE OZ – $ 234.911.825
Il 2013 è stato un ottimo anno per il mercato più importante del mondo: 0,8% in più negli incassi rispetto al 2012 e leggerissimo calo nelle presenze (da 1.361 a 1.356 miliardi di biglietti), a dimostrazione dell’ottima tenuta, contrariamente all’Italia, dei biglietti a prezzo maggiorato per gli spettacoli in 3D. Analizzando il dettaglio dei numeri, si sono sfiorati gli 11 miliardi di dollari, superando i 10.837 miliardi di dollari dell’anno precedente, in cui l’incremento del box-office era stato, però, del 6%. A ben vedere non è quindi tutto oro quello che luccica, ma il dato è prima di tutto rassicurante dopo gli scossoni negativi degli anni post Avatar, in cui il declino del cinema nelle sale pareva cosa certa. Entrando nel dettaglio, 7 i sequel, 2 i film di animazione, 2 i film con supereroi. L’unica vera sorpresa è data anche in questo caso dalla presenza di Gravity, su cui in pochi scommettevano e che invece ha raccolto worldwide finora circa 700 milioni di dollari. Superiore alle attese anche i trionfi di Gru, con Cattivissimo me 2, che ha fatto polpette del diretto concorrente Monsters University, e di Frozen, che pare destinato a diventare uno dei film Disney più visti di tutti i tempi (è già in via di definizione un musical e nelle sale U.S.A. è uscita una versione karaoke per consentire di cantare le canzoni del film durante la visione). I film che hanno superato i 100 milioni di dollari sono 35, quelli che hanno superato i 200 sono 13, due titoli hanno superato i 300 milioni e ben due hanno oltrepassato la soglia dei 400 milioni di dollari. Per Hunger Games è record e il sequel batte il capitolo precedente (entrambi, comunque, con incassi superiori ai 400 milioni di dollari).
CINA 2013
01 – JOURNEY TO THE WEST: CONQUERING THE DEMONS – $ 196.740.000
02 – IRON MAN 3 – $ 121.200.000
03 – ZHI WO MEN ZHONG JIANG SHI QU DE QING CHUN (SO YOUNG) – $ 114.710.000
04 – PERSONAL TAILOR – $ 114.680.000
05 – PACIFIC RIM – $ 111.940.000
06 – DI RENJIE ZHI SHENDU LONGWANG (YOUNG DETECTIVE DEE) – $96 .400.000
07 – ZHONG GUO HE HUO REN (AMERICAN DREAMS IN CHINA) – $ 86.450.000
08 – POLICE STORY – $84.700.000
09 – FINDING MR. RIGHT – $82.680.000
10 – TINY TIMES – $77.600.000
Nel corso del 2013 in Cina sono state aperte oltre 5 mila sale cinematografiche e attualmente gli schermi operativi sono ben 18 mila 200. Un mercato enorme e in continua espansione destinato a diventare l’ago della bilancia per la contabilità delle major americane. Il rischio, evidente, è di una produzione ideata per compiacere il mercato cinese. La strada è stata aperta con Iron Man 3, che ha comportato la necessità di predisporre una versione ad hoc esclusivamente per la Cina (e i risultati non hanno deluso, perlomeno il box-office). A sorpresa, diversamente dal 2012, e nonostante limiti all’importazione di pellicole estere sempre più blandi, a dominare non è l’America, bensì il prodotto locale, con una quota di mercato che si attesta al 58,7% e un aumento degli incassi superiore al 54%. Pare che tale exploit sia dovuto, più che ai film a grande budget, a opere a budget medio e basso che sono stati capaci di imporsi su un pubblico prevalentemente giovane nei paesi lontani dalle grandi città.
In undicesima posizione, forte dei 70 milioni di dollari incassati, scalpita Gravity, che si conferma successo internazionale inaspettato, e Fast & Furious 6 (66 milioni 490 mila dollari) incassa più del doppio rispetto a Hunger Games – la ragazza di fuoco. Il primo cartone è I Croods (63 milioni di dollari), ma la vera sorpresa è l’incasso monster di Jurassic Park in versione 3D che raggiunge la cifra record, considerando che si tratta di una riedizione, di 55 milioni 890 mila dollari. Per dire, in Italia, dopo essere stata più volte annunciata, la riedizione del film di Spielberg convertita in formato stereoscopico non è nemmeno uscita.
GIAPPONE 2013
01 – KAZE TACHINU (THE WIND RISES) – $ 119.513.192
02 – MONSTERS UNIVERSITY – $ 90.141.508
03 – EIEN NO ZERO – $ 49.467.731
04 – TED – $ 43.994.113
05 – DORAEMON HIMITSU NO DOGU MUSEUM – $ 39.965.030
06 – LUPIN III VS. CONAN – $ 38.502.237
07 – MEITANTEI CONAN PRIVATE EYE – $ 36.054.366
08 – NAZOTOKI WA DINNER NO ATO (THE AFTER-DINNER MYSTERIES) – $ 32.111.311
09 – MIDSUMMER FORMULA – $ 31.813.084
10 – SOSHITE CHICHI NI NARU (LIKE FATHER, LIKE SON) – $ 31.133.900
Un tempo punta di diamante del mercato orientale, il Giappone conferma il passaggio del testimone alla Cina e dimostra la capacità del cinema nazionale di imporsi sui colossi americani, a inizio millennio assi pigliatutto del boxoffice. A dominare è Si alza il vento, che ribadisce il trionfo, oltre che del maestro Hayao Miyazaki, anche dell’animazione nelle preferenze del pubblico giapponese. Anche il primo film americano è un cartoon, e per Monsters University gli incassi sono davvero mostruosi, ma Frozen, deve ancora uscire. Curioso comunque che Monsters University surclassi Cattivissimo me 2, ovunque ai vertici del box-office stagionale, relegato (si da per dire) in 19vesima posizione con 24 milioni di dollari. Sorpresa per il riscontro più che positivo ottenuto da Ted, unico film americano non a cartoni in grado di bucare gli schermi del Sol Levante. Lone Ranger, con un incasso superiore ai 20 milioni di dollari, fa meglio di Fast & Furious 6 e World War Z.
FRANCIA 2013
01 – FROZEN – $45.013.866
02 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $ 44.136.953
03 – CATTIVISSIMO ME 2 – $ 40.876.376
04 – IRON MAN 3 – $ 38.962.258
05 – GRAVITY – $ 38.239.132
06 – DJANGO UNCHAINED – $ 37.297.979
07 – LES PROFS – $32.482.020
08 – HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO – $ 29.672.593
09 – NOW YOU SEE ME – $ 25.720.414
10 – FAST & FURIOUS 6 – $ 24.998.379
Il cinema francese torna sotto la soglia dei 200 milioni di presenze con una flessione negli incassi pari al 5,3% rispetto al 2012. Cifre sempre consistenti (1,2 miliardi di euro), quindi, ma in calo. C’è da dire che gli anni di boom creano spesso situazioni di questo tipo (succederà probabilmente anche in Italia l’anno prossimo), perché si tratta di singoli successi eclatanti in grado di condizionare i numeri complessivi ma non di creare un vero e proprio traino anche per le stagioni successive. E nel 2011 Quasi amici si è rivelato evento non ripetibile (166 milioni di dollari) , un po’ come Avatar a livello globale nel 2010. In diminuzione anche la quota di mercato dei film nazionali, che scende dal 40,3% al 30,3%. In parallelo si incrementa il mercato U.S.A., che sale al 54%. È di dicembre la notizia che la FNCF (Federazione dei Cinema) ha deciso che dal 2014 il biglietto d’ingresso in sala per i minori di 14 anni costerà 4 euro, tutti i giorni e per tutti i film. Questa iniziativa è conseguente alla decisione del governo che ha ridotto l’IVA sul biglietto del cinema al 5,5%, allo stesso livello di altri settori culturali (editoria e spettacoli dal vivo). Meditate governanti italiani, meditate. Da segnalare, infine, il successo colossale di Belle e Sebastien, uscito per le feste natalizie e già in 11esima posizione con 25 milioni di dollari.
GERMANIA 2013
01 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $ 83.973.656
02 – FACK JU GÖHTE – $ 65.378.142
03 – DJANGO UNCHAINED – $ 51.597.323
04 – FROZEN – $ 44.136.561
05 – HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO – $ 42.844.481
06 – CATTIVISSIMO ME 2 – $ 38.318.983
07 – DER MEDICUS (THE PHYSICIAN) – $ 32.335.307
08 – UNA NOTTE DA LEONI 3 – $ 31.163.448
09 – FAST & FURIOUS 6 – $ 29.915.431
10 – KOKOWÄÄH 2 – $26.057.114
Segno meno anche per il mercato tedesco, sia negli incassi (-2%) che, in misura superiore, nelle presenze (-4,7%). Reggono quindi meglio, rispetto ad esempio all’Italia, i film in 3D, grazie anche al trionfo di Lo Hobbit – la desolazione di Smaug, film più visto dell’anno. Da notare, però, che il secondo classificato, la teen-comedy locale Fack ju Göhte, supera il film di Peter Jackson a livello di presenze. Gli esperti del settore identificano nella particolare mitezza del clima estivo la principale causa del decremento. Tra gli exploit si segnala Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe, co-produzione Germania/U.S.A., che si piazza al 17º posto con più di 18 milioni di dollari.
SPAGNA 2013
01 – LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG – $ 22.747.196
02 – FROZEN – $ 19.697.927
03 – I CROODS – $ 18.545.419
04 – CATTIVISSIMO ME 2 – $ 17.553.152
05 – WORLD WAR Z – $ 16.291.919
06 – HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO – $ 14.677.692
07 – MONSTERS UNIVERSITY – $ 14.627.988
08 – DJANGO UNCHAINED – $ 14.328.129
09 – NOW YOU SEE ME – $ 14.011.019
10 – I PUFFI 2 – $ 13.115.994
In Spagna è profondo rosso: -17% nei biglietti venduti e -16% negli incassi. Il peggior risultato degli ultimi 10 anni. La quota dei film nazionali scende al 14% perdendo 5 punti. Non è una novità la posizione della Spagna nelle retrovie, a causa anche di una situazione socio-economica non particolarmente positiva. Ma alla crisi e alla disoccupazione si devono sommare anche le politiche governative, ritenute particolarmente penalizzanti nei confronti del prodotto nazionale (tagli ai contributi pubblici e aumento dell’Iva sul costo di biglietto). Nessun film locale in top-ten ma strapotere americano. Il primo film che batte, almeno in parte, bandiera spagnola (in co-produzione con il Canada) è La madre, al 16º posto con più di 10 milioni di dollari.
FLOP
Anche in questo trimestre non sono mancati i flop. Meno, in proporzione, rispetto ai tre mesi precedenti, grazie probabilmente all’arrivo dell’inverno vero e proprio, che corrisponde con i mesi di maggiore afflusso nelle sale.
Il primo film aveva incassato in America 162 milioni di dollari più altri 110 dal resto del mondo. L’Italia aveva partecipato in sordina all’evento, limitando gli incassi a circa un milione di dollari (più o meno 800 mila euro). Il secondo capitolo replica la situazione senza troppe varianti. Calo fisiologico in U.S.A., ma ancora successo (134 milioni di dollari), e 113 milioni di dollari dai mercati extra-americani. L’Italia riduce ulteriormente l’entusiasmo, ma questa volta la Warner Bros va cauta e fa uscire il film in sole 40 copie limitando al massimo il marketing. Nel week-end di debutto è 14esimo, con una media di 2.553 euro. La media regge alla seconda settimana (2.203 euro), ma il numero risibile di copie (scese a 17) impedisce al film di beneficiarne e lo colloca al 19° posto.
L’esperienza maturata da Richard Curtis come sceneggiatore (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones) e regista (Love Actually) di commedie romantiche non compie il miracolo. Il gioco imbastito con il tempo e i sentimenti è infatti rifiutato quasi ovunque. In U.S.A. è proprio flop e le prime uscite limitate con media modesta ne impediscono la successiva copertura wide. In Italia trova l’accoglienza di ben 218 sale, ma il primo week-end gli incassi latitano (7° posto, 345 mila euro di incasso e media per sala modesta di 1.584 euro) e il secondo il crollo è notevole (12° posto, 117 mila euro e media sconsolante di 874 euro). Alla terza settimana solo tre sale continuano a proiettarlo. Nel resto del mondo riscontri in linea tranne, colpo di scena, per la Corea del Sud, paese in cui il film incassa la bellezza di 23 milioni 435 mila euro (16° posto nella classifica dei film più visti del 2013 prima di blockbuster come Thor: The Dark World, Now You See Me e L’uomo d’acciaio).
La formula di Robert Rodriguez è sempre la stessa: citazioni, cast stellare, violenza sopra le righe, massimo risultato con il minimo mezzo. Riesce a divertire senza prendersi mai sul serio, fedele al suo stile, forse ancora meglio del solito, ma il pubblico evidentemente si è stancato e questa volta decide di non partecipare all’evento. Se Machete aveva incassato 26 milioni 593 mila euro in U.S.A. e più di 44 milioni globalmente, il secondo capitolo subisce una brusca battuta d’arresto: 8 milioni di dollari dagli U.S.A. e solo 15 milioni a livello planetario. Nemmeno la Russia (che comunque ha l’incasso più alto per i mercati extra-americani con 2 milioni 563 mila dollari) questa volta permette di pareggiare i conti. In Italia il debutto è al 6° posto (361 mila euro, in 193 sale, con una media mediocre di 1.870 euro); alla seconda settimana resiste in top-ten in decima posizione, ma la media cala ulteriormente, e alla terza resta in sole 10 sale e boccheggia al 36° posto con cifre ridicole e una media raso terra (422 euro). A questo punto vedrà la luce degli schermi il terzo film della serie i cui trailer sono visibili in Machete Kills?
Fare un remake è sempre rischioso, perché il confronto con l’originale è inevitabile, se poi il film è recente il rischio raddoppia, perché la memoria è ancora fresca. Ma gli americani, si sa, preferiscono rifare piuttosto che investire nel sostegno di un film straniero. Per dire, l’originale di Park ChanWook è stato distribuito nel 2005 in appena 28 sale incassando 707 mila 481 dollari (che non è poco data la distribuzione limitata). Al rifacimento a opera di Spike Lee, comunque, in proporzione va molto peggio: 2 milioni 194 mila euro in ben 583 schermi. I mercati extra-americani aggiungono solo altri 2 milioni 667 mila euro. Disastro a livello globale, quindi, in considerazione anche del budget di 30 milioni di dollari, modesto ma ben lungi dall’essere recuperato. Grande fiducia dall’Italia dove la Universal gli mette a disposizione 136 schermi per un debutto in 12esima posizione con 115 mila 719 euro e una media piuttosto bassa di 851 euro. Alla seconda settimana è già al 28esimo posto. Stroncatura unanime della critica. L’aggettivo che calza a pennello per l’operazione è fallimentare.
Puntualmente ogni anno arriva il film a target esclusivo teenager dove giovani poveri e belli si riscattano nel ballo vincendo un’agguerritissima competizione. All’opera di Benson Lee va peggio di altri, nonostante (o forse proprio per questo) l’elemento centrale sia il ballo piuttosto che le scaramucce sentimentali dei protagonisti. Non aiuta il prezzo da usura dovuto alla distribuzione in 3D che allontana sicuramente il target primario di riferimento. In U.S.A. distribuzione wide ma incassi di appena 8 milioni 888 mila dollari. Dal resto del mondo altri 7 milioni 661 mila dollari (nessun paese raggiunge il milione di dollari nonostante la distribuzione planetaria). Non coperto il budget medio-basso di 20 milioni di dollari. In Italia è visibile in 114 schermi, ma la media è decisamente modesta (738 euro) e nel primo week-end il film debutta al 14° posto. Scompare di scena subito.
Sylvester Stallone le ha provate tutte: affidarsi a un regista di culto come Walter Hill (Jimmy Bobo – Bullet To the Head), rinnovare il mito facendo coppia con l’altra icona eighties Arnold Schwarzenegger (Escape Plan – Fuga dall’inferno), tentare la carta della trasversalità coinvolgendo un attore di culto come Robert De Niro (Il grande match). Eppure il pubblico non ha risposto all’appello, partecipando solo al revival di gruppo I mercenari 1 e 2. Interessante sondarne le cause. Appurata la professionalità dei film che ha interpretato non resta che constatare la disaffezione del pubblico. Il fatto è che le giovani generazioni non sembrano interessate e i nostalgici degli anni ’80 sono proprio quelli che adesso hanno tra i 40 e i 50 anni, il pubblico che è più difficile schiodare dal divano di casa e che scarica a più non posso non rendendosi nemmeno conto che sta commettendo un reato. Forse un ulteriore tentativo potrebbe essere quello di affidarsi a un’icona contemporanea in modo da agganciare i teen-ager attuali. Insomma, provaci ancora Sly!
Rinverdire il mito di Frankenstein, aggiornandolo a un’estetica goticheggiante, nel tentativo di unire action e fantasy per attirare il teenager a caccia di brividi a buon mercato. Se altre volte il miscuglio ha funzionato (la saga Underworld), almeno a livello di incassi, in questo caso il pubblico ha preso le distanze dal progetto. In U.S.A. il debutto è al 6º posto, con appena 8 milioni 610 mila dollari in 2.753 sale, e anche in Italia gli spettatori preferiscono altro. Il film di Stuart Beattie esordisce infatti al 7º posto con 442 mila 590 euro. Dopo la prima settimana il film ha incassato worldwide 28 milioni 261 mila dollari. Ha ancora un paio di settimane per imporsi e i mercati esteri potrebbero rivelarsi strategici. Improbabile, però, che doppi i 65 milioni di dollari del budget e sia in grado di pareggiare i conti già con il theatrical. Data la destinazione, a uso e consumo esclusivo degli adolescenti, siamo sicuri che la scelta di Aaron Eckhart come protagonista, bravo ma non così popolare, sia stata strategica?
Nuova sezione a stretto confine con i FLOP, infatti alcuni titoli potrebbero rientrare in entrambe le categorie. Mediamente, però, si tratta di quei film che sono stati soffocati dall’eccesso di uscite e quindi penalizzati dalla mancata metabolizzazione del pubblico che una volta messo a fuoco il titolo non lo ha poi trovato nelle sale, perché già sostituito da un altro. Oppure si tratta di film che hanno avuto la sfortuna di uscire in concomitanza con altri di grande successo che hanno finito per focalizzare, per quel periodo, l’attenzione degli spettatori.
È il caso di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, che nel week-end di apertura se l’è dovuta vedere nientepopodimeno che con Checco Zalone. Se la cava discretamente a livello di posizione (terzo), ma nonostante 351 sale gli restano le briciole (774 mila 503 euro) e anche a fine corsa non va oltre un milione 600 mila euro. Gli va meglio in U.S.A., dove supera i 106 milioni di dollari, mentre nel resto del mondo fa il botto solo in Gran Bretagna, con oltre 25 milioni di dollari. Budget di 55 milioni di dollari, comunque, ampiamente ripagato.
Altri film, passati come saette nelle sale senza che l’occhio e la voglia di vederli abbia avuto modo di spingere all’azione, cioè dentro le sale, vittime quindi dell’irrazionalità della programmazione, sono stati:
DATA DI USCITA 31 OTTOBRE 2013 – INCASSO € 222.317
È dal 1995, quando la francese Celine e l’americano Jesse si sono incontrati casualmente in treno, che siamo testimoni del progredire della loro storia, prima di non amore ma di passione (Prima dell’alba) e poi d’amore (Prima del tramonto). È quindi con un certa trepidazione che si entra in contatto nuovamente con loro, per vedere a che punto sono arrivati e fare il punto delle loro, e di riflesso nostre, vite. Una delle poche occasioni cinematografiche in cui i personaggi crescono insieme agli spettatori. Dopo il deludente secondo capitolo, il ritorno di Celine e Jesse non scontenta. Peccato non sia così facile accorgersene. Esce in una sessantina di schermi mentre l’Italia pensa unicamente a Sole a catinelle e nel week-end si ferma al 15° posto. Migliora nettamente nei feriali, dove entra in top-ten, ma non ha il tempo di esprimere il suo potenziale e già alla seconda settimana viene rapidamente smontato. Godrà sicuramente di una seconda vita in dvd.
DATA DI USCITA 7 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 1.499.489
L’attesa opera di Denis Villeneuve, alla prova del film di genere dopo il folgorante La donna che canta, è anch’esso penalizzato dalla Zalone-mania, che alla seconda settimana aggiunge più di 11 milioni di euro al già cospicuo bottino, lasciando a Prisoners, invece al suo debutto, solo 609 mila 500 euro. Alla seconda settimana le cose non migliorano e il film scende al 6° posto. Alla terza è già fuori dalla top-ten. Speriamo vada meglio all’imperdibile Enemy, sempre di Villeneuve e sempre con Jack Gyllenhaal, film meno di genere e più personale per cui non è ancora stabilita una data di uscita.
DATA DI USCITA 14 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 316.649
La trasposizione del primo romanzo del ciclo di Malaussène, di Daniel Pennac, debutta al 9° posto in 107 sale, con un incasso in quattro giorni di 164 mila 458 euro. Scompare subito sia dalla classifica che dalle sale. In Francia non va molto meglio, debutta al 12° posto in 283 sale per poi scendere alla 16esima posizione la settimana successiva, raggiungendo un incasso complessivo di un milione 143 mila dollari. Allo scarso successo si aggiungono anche riscontri critici non particolarmente positivi. Una maggiore visibilità lo avrebbe comunque avvantaggiato.
DATA DI USCITA 14 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 1.437.907
Non lascia particolare traccia il biopic sulla vita di Steve Jobs di Joshua Michael Stern, con Ashton Kutcher nel ruolo più difficile della sua carriera (dopo quello di marito di Demi Moore). Il debutto è al 5° posto (685 mila euro in 232 schermi). Guadagna posizioni nei giorni feriali, ma le nuove uscite del week-end successivo lo relegano al 7° posto, con una media non entusiasmante (1.860 euro). Crolla alla terza settimana, dove sprofonda in 16esima posizione perdendo il 75% degli incassi rispetto al week-end precedente. In U.S.A. esce wide ma raccoglie solo 16 milioni 131 mila dollari e il resto del mondo ne aggiunge altri 19 milioni 800 mila. Si tratta di un progetto low-budget, quindi i costi di 12 milioni di dollari sono comunque ripagati. Top degli incassi in Russia, con quasi 6 milioni di dollari.
IN SOLITARIO
DATA DI USCITA 21 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 614.464
L’uomo, il mare, a metà strada tra All is lost e Vita di Pi. Alzi la mano chi si è accorto della presenza di questo film nei cinema. Debutta all’ottavo posto in 178 sale (323 mila 557 euro) con una media per schermo non esaltante (1.818 euro), ma al secondo week-end già crolla in 14esima posizione, aggiungendo altri 113 mila 929 euro, e diminuendo copie (101) e media per sala (1.128 euro, una delle peggiori della classifica). Gli è andata meglio in Francia, dove però non ha sfondato (5 milioni 588 mila dollari e 70esimo posto nella classifica degli incassi del 2013).
DATA DI USCITA 16 GENNAIO 2014 – INCASSO € 1.099.693
Tralasciando l’annoso interrogativo che ronza nella testa non appena il titolo compare sui tamburini (“era proprio necessario?”), la decisione di collocarlo a metà gennaio non giova al risultato. L’iniziale posizionamento in novembre non era probabilmente delle migliori, forse sarebbe andata meglio con un day-and-date con gli Stati Uniti (metà ottobre). Comunque sia il film appare e scompare senza essere in grado di fissarsi sulla retina e nella memoria. Debutto al 7º posto con 696 mila euro e una media discreta (2.961 euro), ma soccombe al ritmo incalzante delle nuove uscite e al secondo week-end è già fuori dalla top-ten. Negli U.S.A. incassa 35 milioni 266 mila dollari che, uniti ai 49 milioni 524 mila euro dei mercati extra-americani, permettono di rientrare dei costi (budget di 30 milioni di dollari).
LAST VEGAS
DATA DI USCITA 23 GENNAIO 2014 – INCASSO € 633.480
Sulle orme di The Hangover, quello che potrebbe essere ribattezzato “una notte da tromboni”, con quattro star senescenti alle prese con i crucci della vecchiaia e il matrimonio a Las Vegas di uno del gruppo con una giovane lolita. La piacevolezza dell’insieme è purtroppo inficiata da un moralismo indigesto che limita ogni possibile implicazione tra buonismo e luoghi comuni. Può essere inserito nel filone ottuagenario, quindi film âgée per pubblico âgée. Meglio comunque di Marigold Hotel. In Italia è stato meteora. Debutta nel week-end in ottava posizione (404 mila 837 euro) e media non eccelsa (1.910 euro in 212 sale) e scompare rapidamente di scena. Anche in questo caso trattasi di film penalizzato dall’incalzante ritmo delle nuove uscite.
PEPPA PIG: VACANZE AL SOLE E ALTRE STORIE
DATA DI USCITA GENNAIO 2014 – INCASSO € 2.694.571
Creata nel 2004 in Gran Bretagna da Phil Davies (produzione e dialoghi), Mark Beker (disegni e storia) e Neville Astley (storia e animazione), Peppa Pig è sbarcata in Italia nel 2010 diventando rapidamente beniamina della tv dei piccoli (target indicativo dai tre ai cinque anni). Oggi il cartone è un brand riconoscibile in 180 paesi al mondo, tanti i territori in cui è distribuito. La voglia di multiprogrammazione che contraddistingue il futuro delle sale cinematografiche ha visto lungo (il successo di Violetta ha insegnato) e con la complicità della Warner Bros ha portato nella sale 10 nuovi episodi della sesta serie. Una sorta di anteprima per snidare un pubblico nuovo formato dai piccolissimi accompagnati dai loro genitori. La scelta si è verificata lungimirante e vincente perché in sole 4 giornate (due sabati e due domeniche), e solo in orari pomeridiani, il film ha fatto il tutto esaurito. Determinante il marketing pressante e mirato. Nelle due domeniche (il 12 e il 19 gennaio) è stato addirittura il più visto del giorno. Tutti felici e contenti quindi, anche se una puntualizzazione è d’uopo. In molti si aspettavano un lungometraggio, e da più parti si è utilizzato proprio questo termine, quando in realtà si è trattato di un trasferimento della televisione al cinema con la semplice concentrazione di alcuni episodi in un’unica soluzione. Tra l’altro per una durata di soli 50 minuti, cosa che ha permesso un numero di repliche pari a quelle previste per un film normale. Al riguardo, visto il minutaggio così limitato, stona un po’ l’applicazione del prezzo pieno. Insomma, una grande furbata. Un ultimo suggerimento: data la destinazione dell’evento, non sarebbe stato giusto far pagare il prezzo pieno ai bambini e quello ridotto agli adulti? Meditate esercenti e distributori, meditate. La lezione del 3D, bollito in pochi anni, dovrebbe insegnare. Affezionarsi è difficile, disaffezionarsi è un attimo!
Trimestre ricco di opere provenienti dal recente festival di Venezia. Se a qualcuno è andata bene, anche meglio di ogni più rosea ipotesi, non sono pochi i film che non hanno beneficiato della vetrina veneziana. Che sia a causa delle opere stesse, forse non così imperdibili? O del posizionamento dei film in sala nel periodo dell’anno più fitto di uscite? A voi spettatori l’ardua sentenza, oltre alla possibilità di recuperare quello che non siete riusciti a intercettare.
DATA DI USCITA 31 OTTOBRE 2013 – INCASSO € 97.577
Il film greco, vincitore del Leone d’argento per la Miglior Regia a Alexandros Avranas e della Coppa Volpi come Migliore Attore a Themis Panou, viene distribuito da EyeMoon Pictures in poche copie (16) ottenendo numeri per forza di cose bassi (debutto al 20° posto con 43 mila 922 euro) ma una media per sala discreta (2.745 euro). Nelle sale ha comunque vita breve e alla seconda settimana è già fuori dalla top-20.
DATA DI USCITA 31 OTTOBRE 2013 – INCASSO € 625.491
Vince il Premio del Pubblico RaroVideo come Miglior Film della 28. Settimana Internazionale della Critica ed è distribuito dalla Tucker Film in concomitanza con Sole a catinelle. Il confronto non si pone, perché l’opera prima di Matteo Oleotto trova la disponibilità di 10 schermi contro i 1.121 di Checco Zalone, però è il film con la seconda media per copia del week-end: ben 9.569 euro, un vero record, grazie al tutto esaurito ottenuto, oltre a Roma e Milano, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, patria del progetto. Oleotto, infatti, è nato a Gorizia, e il team artistico e tecnico che ha collaborato al film proviene da Slovenia e Friuli. Nelle settimane successive l’opera esce nelle altre città capo-zona e gradualmente la sua diffusione si estende, finendo per superare le 50 copie in circolazione. La strategia produce i suoi risultati e il film continua a distinguersi per la buona media per sala che è capace di conquistare. Riesce così a farsi notare per tutto il mese di novembre e le prime settimane di dicembre mantenendo posizioni nelle retrovie grazie a un andamento costante che testimonia l’interesse del pubblico.
DATA DI USCITA 14 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 101.105
Tranne pochi fermi supporter il film di Paul Schrader, sceneggiato da Bret Easton Ellis con una rediviva Lindsay Lohan e il pornodivo James Deen, è passato Fuori Concorso raccogliendo soprattutto giudizi negativi. Viene distribuito dalla nuova società Adler Entertainment un po’ a sorpresa e senza alcun marketing e il pubblico non accorre. Anzi, pare proprio darsela a gambe. Il debutto è al 14° posto del box-office con la peggior media per sala del week-end (786 euro per 126 schermi). La scomparsa dalla programmazione è immediata.
DATA DI USCITA 21 NOVEMBRE 2013 – INCASSO € 125.535
Presentata nella sezione Orizzonti, l’opera prima di Enrico Maria Artale ha ottenuto un incoraggiante riscontro critico che deve avere spinto la Universal a fare le cose in grande. Ma il lancio è allo sbaraglio. Difficile, infatti, che dopo la fugace apparizione a Venezia, senza il supporto di alcun marketing, qualcuno sia interessato al film. Cade quindi nel vuoto l’uscita monster in 172 copie: 13° posto con quasi 100 mila euro di incasso ma media per sala desolante di appena 581 euro. Scompare immediatamente.
DATA DI USCITA 12 DICEMBRE 2013 – INCASSO € 1.004.666
Uberto Pasolini vince il Premio Orizzonti per la Migliore Regia e il film si ritaglia una piccola fama di chicca imperdibile, grazie al favore del pubblico, che lo accoglie con entusiasmo e scroscianti applausi. Trova quindi la strada della distribuzione e la collocazione a ridosso del Natale risulta appropriata. La BIM adotta la politica dei piccoli passi. Nel primo week-end la release è limitata a 19 sale, quindi l’incasso è irrisorio (91.583 euro e 12° posto al box-office), ma la media è la seconda migliore della classifica, ben 4 mila 820 euro (lo batte solo Lo Hobbit – la Desolazione di Smaug con 5 mila 24 euro). Alla seconda settimana gli schermi passano a 50, la media si riduce (2 mila 467 euro) e il film entra in top-ten al 10° posto. L’invasione dei film natalizi ne impedisce una più intensa diffusione, ma l’opera di Pasolini mantiene un discreto trend costante e resiste nella programmazione, grazie al passaparola positivo, fin dopo le festività.
DATA DI USCITA 19 DICEMBRE 2013 – INCASSO € 5.446.245
Il vincitore del premio come Migliore Sceneggiatura era inizialmente previsto per febbraio, poi la Lucky Red lo ha anticipato a Natale. Ottima idea perché il film si è rivelato perfetto per le festività. Meno lungimirante la scelta, a livello internazionale, di puntare maggiormente sul lato brillante, con un poster che pare quello di una commedia e un trailer che brucia alcune battute dando un’idea un po’ fuorviante. Comunque sia il film è stato in grado di reggersi sulla sua solidità: sceneggiatura di ferro, regia incisiva, protagonista (Judi Dench) strepitosa. I numeri non sono mai grandissimi, ma l’andamento è costante e il dato significativo è rappresentato dalla media per sala, nel primo week-end seconda dell’intera classifica (3 mila 500 euro in 158 schermi). Si difende bene durante tutto il periodo natalizio ed è uno dei pochi titoli in grado di affrontare le nuove uscite di gennaio senza uscire subito di scena. Le candidature agli Oscar gli regalano nuova visibilità e un’eventuale vittoria, piuttosto remota, aiuterebbe ulteriormente gli incassi. Analogo l’andamento a livello internazionale. In U.S.A. uscita limitata a 835 sale e incasso di 27 milioni 380 mila dollari. Il record europeo è prevedibilmente della Gran Bretagna (17 milioni 533 mila dollari), ma dopo l’Australia (più di 8 milioni di dollari) il maggiore incasso viene proprio dall’Italia.
DATA DI USCITA 1 GENNAIO 2014 – INCASSO € 5.103.205
Confesso, quando l’ho visto in anteprima mondiale al festival di Venezia, di avere pensato: “Che gatta da pelare si è presa la Lucky Red con questo film cupo e noiosetto che deluderà i fan dell’originale e non permetterà alle nuove generazioni di avvicinarsi”. Invece mi sono dovuto ricredere perché la magica data di uscita del 1° gennaio, che sembra in grado di dare carburante a qualunque film, compie il miracolo e permette al film di Shinji Aramaki di raggiungere risultati inaspettati. Al di là del gradimento, difficile da valutare, in molti hanno risposto all’appello, tra l’altro anche parecchi bambini, spinti probabilmente da genitori nostalgici a caccia di ricordi quando il film è, invece, tutt’altro che adatto a un pubblico infantile. Comunque sia ottimo il riscontro, meglio addirittura del Giappone, dove è stato rifiutato dal pubblico, meno accondiscendente con il cambio di rotta adottato rispetto al cartone televisivo. Nel debutto, infatti, è battuto da The Wind Rises all’ottava settimana di programmazione e a fine corsa si ferma a soli 4 milioni 452 mila dollari. Record, invece, in Francia, dove si avvicina ai 22 milioni di dollari (è al 17° posto nella classifica annuale, meglio de I Croods e Monsters University).
DATA DI USCITA 9 GENNAIO 2014 – INCASSO € 908.649
Presentato a Venezia, ma nel 2012, viene più volte annunciato e poi rimandato dalla Filmauro, neanche fosse una patata bollente. La scelta di un sovraffollato gennaio non si rivela delle migliori perché risulta difficile farsi notare e distinguersi tra tanti titoli in cerca di pubblico. Il debutto, un po’ allo sbaraglio perché senza troppo preavviso, è al 10º posto, con 473 mila 292 euro e una media discreta di 3 mila 155 euro in 150 sale. Alla seconda settimana il calo è contenuto (-35%), grazie anche a un aumento delle sale (che passano a 173), ma la media cala a 1.801 euro. Nel fitto cartellone c’è poco spazio per sviluppare le potenzialità dimostrate e l’uscita di scena è piuttosto rapida.
Festeggia l’Italia grazie sicuramente a Checco Zalone, ma non solo. Sono tanti, infatti, i titoli di successo (grande, medio e inaspettato) in questo secondo trimestre della stagione. C’è anche qualche delusione rispetto alle aspettative, ma molte meno del previsto. Partendo dai numeri, come specificato nell’introduzione, il segnale positivo è dato dall’aumento della quota di mercato detenuta dal cinema italiano che passa dal 26,5% al 31%.
Tra i successi, e grandi, rientra sicuramente Un boss in salotto di Luca Miniero che, forte della magica data di uscita del 1° gennaio incassa nel primo giorno di programmazione un milione e mezzo di euro e domina le prime settimane del 2014 arrivando a fine mese, a sfruttamento non ancora concluso, vicino ai 12 milioni di euro (per la precisione 11 milioni 976 mila euro). Per ora il maggiore incasso nazionale del 2014.
Delude invece L’ultima ruota del carro, l’ambizioso progetto di Giovanni Veronesi scelto per aprire il Festival di Roma che ripercorre 40 anni di storia italiana seguendo la vita di un autista di camion. Non strategica l’uscita insieme a Stai lontana da me e mentre Sole a catinelle fa ancora sfracelli al botteghino. Debutta in quarta posizione con 839 mila euro in 373 sale e alla settimana successiva, con una media in calo, è già sesto. Conclude la posizione in top-ten, al nono posto, alla terza settimana, e alla quarta deve lasciare spazio alle nuove uscite e finisce al 17° posto con 61 sale a disposizione. L’incasso finale non raggiunge i 2 milioni di euro (un milione 970 mila per la precisione).
Il mese di gennaio si distingue, oltre che per il film di Miniero, Un boss in salotto, anche per Il capitale umano e Tutta colpa di Freud. Il film di Paolo Virzì gode di un’ottima promozione grazie alle invettive della comunità brianzola, critica nei confronti della rappresentazione della Brianza, con un duello a distanza tra il regista e l’assessore al Turismo e Sport della provincia Monza-Brianza, il leghista Andrea Monti, che ha acceso i riflettori sul film. Conseguenza: ottimo debutto al secondo posto, con un milione 641 mila euro e la migliore media per sala della top-ten (4.688 euro), un calo contenuto alla seconda settimana (sempre la seconda posizione con una media, 3.648 euro, ancora alta) e primi cedimenti alla terza settimana con l’arrivo di Leonardo di Caprio e di un altro titolo italiano di successo, la commedia Tutta colpa di Freud. A programmazione ancora in corso si sono già superati i 5 milioni di euro. Ottimo, come si diceva, il debutto nelle sale del film di Paolo Genovese, che conquista subito cifre importanti: oltre due milioni nei primi due week-end, con una tenuta record dietro al successo strabiliante di The Wolf of Wall Street. A fine gennaio, dopo appena due settimane, il film è già vicino ai 5 milioni di euro.
Tra i flop nazionali sicuramente Come il vento, nonostante gli sforzi di Valeria Golino in un ruolo difficile (Armida Miserere, una delle prime donne direttrici di carcere), che a fine novembre esce in 42 copie ottenendo la peggior media per sala della classifica (708 euro) e si piazza al 18º posto, con neanche 30 mila euro. Un dato che ne condiziona l’andamento, infatti scompare quasi subito di scena. Discorso analogo per Something Good di Luca Barbareschi che viene distribuito in ben 171 sale a inizio novembre ma incassa poco meno di 75 mila euro, con una media per sala disastrosa di 437 euro.
Molti i titoli d’essai in un trimestre in cui il troppo impera, ma nonostante risultati a volte discreti nessun film diventa un caso e riesce a imporsi nel lungo periodo.
François Ozon con Giovane e Bella si affaccia in top-ten con una media discreta nella prima settimana, ma nonostante il chiacchiericcio intorno al presunto tema del film, che ha infiammato le riviste scandalistiche, resta fenomeno di nicchia e non raggiunge i 500 mila euro di incasso complessivo.
L’acclamato ritorno di Asghar Farhadi con Il Passato, dopo l’Oscar per Una Separazione e il premio a Berenice Bejo come migliore attrice a Cannes, non produce gli effetti sperati. Debutta a fine novembre in decima posizione, con 174 mila 830 in 57 schermi e una media tra le migliori della classifica (3.067 euro), ma con l’aumento di copie della settimana successiva (che passano a 72) la media cala (2.020 euro), così come la posizione in classifica (12º). Alla terza settimana è già 20º e alla quarta è già fuori dalla top-20. La mancata candidatura agli Oscar non gli regala una seconda chance di ripresa. Alla fine il totale supera di poco i 500 mila euro. Gli avrebbe forse giovato un’uscita a ridosso del festival.
Va un po’ meglio a Roman Polanski con Venere in pelliccia che, però, gode anche di una distribuzione maggiore. Il debutto in 137 copie è al 7º posto, con una buona media per sala (2.756 euro). Al secondo week-end scende al 9º posto, ma la media rimane discreta (2.129 euro), mentre crolla alla terza settimana (1.166 euro) in cui esce dalla top-ten. Il bottino finale è di circa un milione 230 mila euro. I 3 milioni 561 mila euro del precedente Carnage sono, però, piuttosto lontani.
Va meglio a Moliere in bicicletta, grazie a un’uscita ponderata da parte di Teodora che comincia con poche sale per poi aumentare gradualmente le copie in circolazione. Nel week-end di debutto, a inizio dicembre, si affaccia in 15 copie, con un’ottima media di 3.519 euro che dimostra le discrete potenzialità commerciali dell’opera. Arriverà a coprire 54 schermi e chiude la sua corsa, ma è ancora in qualche sala, superando ampiamente gli 800 mila euro.
Discorso analogo per Lunchbox, presentato a Cannes alla Settimana Internazionale della Critica. Debutta infatti in sole 18 sale ma ottiene una media prodigiosa di 3.871 euro. Il dato si ridimensiona con il raddoppio delle copie, ma il film si mantiene in top-20 per tutto il mese di dicembre raggiungendo i 370 mila euro.
Ormai il cinema è sempre più contenuti speciali. Non solo film, quindi, ma anche documentari, concerti, maratone, spettacoli teatrali, opere liriche, visite guidate ai musei più famosi del mondo. E anche se si tratta di film, non solo lungometraggi contemporanei, ma anche restauri di classici e miti che hanno fatto la storia del cinema e/o del costume. Le possibilità, con l’avvento del digitale (ricordo che dal 2014 – il termine è stato posticipato al 30 giugno – cesseranno ufficialmente le proiezioni in pellicola), sono infinite e trasformano sempre di più la sala cinematografica in luogo di incontro dove condividere un evento. La risposta del pubblico è in crescita. Lo confermano i dati ufficiali che indicano che i “contenuti complementari”, a parità di offerta rispetto al 2012 (da 61 a 69), hanno triplicato gli spettatori (da 319 mila a 963 mila) e più che raddoppiato gli incassi (da 2,8 a 7,2 milioni di euro).
A dimostrazione di ciò, il caso di alcuni eventi previsti per alcune giornate e poi prolungati fino al week-end successivo grazie all’ottima media per sala conseguita (Pompei e Hannah Arendt, il film sulla filosofa tedesca di Margarethe von Trotta, tra gli altri).
Il problema di questi interessanti utilizzi trasversali è per ora solo il prezzo, spesso eccessivo. Spendere 8 o 10 euro per un film di cui si ha il dvd in salotto non è molto invogliante. Per i film ridigitalizzati si potrebbe ipotizzare un prezzo politico di 5 euro. E non si capisce perché gli altri eventi debbano comunque costare più di un normale cinema. Il rischio è quello di creare disaffezione prima ancora di consolidare una tendenza positiva in atto. Meditate distributori ed esercenti, meditate.
Ecco un elenco, tutt’altro che esaustivo, di alcuni degli eventi più significativi e più seguiti dal pubblico in questo secondo scorcio di stagione (dopo il titolo i dati relativi a incasso / spettatori):
6 novembre 2013: MARCO MENGONI – IL VIAGGIO – € 160.470 / 16.784
12 novembre 2013: MUSE – IL CONCERTO – € 219.749 / spettatori 18.993
13 novembre 2013: WOLF CHILDREN – I BAMBINI LUPO AME E YUKI – € 85.224 / 9.091
18 novembre 2013: ENZO AVITABILE MUSIC LIFE – € 9.647 / 963
19 novembre 2013: MACBETH – NATIONAL THEATRE LIVE – € 41.232 / 4.992
25 novembre 2013: POMPEI – € 71.698 / 7.180
26 novembre 2013: POMPEI – € 38.646 / 3.849
3 dicembre 2013: INDEBITO (REBETIKO) – € 80.750 / 10.883
10 dicembre 2013: FRANKENSTEIN – DI DANNY BOYLE – € 20.993 / 2.556
16 dicembre 2013: NOTRE-DAME DE PARIS – € 19.459 / 1.818
17 dicembre 2013: IL NATALE DELLA MAMMA IMPERFETTA – € 26.232 – 3.520
27 gennaio 2014: HANNAH ARENDT – € 81.963 / 12.505
ROYAL OPERA HOUSE 2013-2014 – € 37.291 / 2.772
28 gennaio 2014: HANNAH ARENDT – € 76.476 / 11.888
BOX OFFICE DAL 01/08/2013 AL 31/01/2014
01 – SOLE A CATINELLE – € 51.929.831
02 – FROZEN – € 18.968.317
03 – CATTIVISSIMO ME 2 – € 15.960.016
04 – LO HOBBIT: LA DESOLAZIONE DI SMAUG – € 12.780.163
05 – UN BOSS IN SALOTTO – € 11.975.961
06 – COLPI DI FORTUNA – € 10.942.676
07 – MONSTERS UNIVERSITY – € 9.072.324
08 – UN FANTASTICO VIA VAI – € 9.046.352
09 – THOR: THE DARK WORLD – € 8.358.291
10 – HUNGER GAMES – LA RAGAZZA DI FUOCO – € 3.615.597
Quanto a Lo Hobbit – la desolazione di Smaug, continua a perdere spettatori rispetto al primo film della trilogia, che a sua volta era in calo rispetto alla saga precedente. Sono circa 4 milioni gli euro in meno in Italia rispetto a Un viaggio inaspettato, e anche a livello internazionale il trend è in calo. Parliamo comunque di cifre da capogiro. Se Un viaggio inaspettato aveva incassato globalmente un miliardo e 17 milioni di dollari (sedicesimo incasso di tutti i tempi), La desolazione di Smaug è per ora giunto a 858 milioni di dollari, ma lo sfruttamento non è ancora concluso. Una curiosità per l’Italia è nel numero degli spettatori (1.679.360), inferiori rispetto a quelli di Un boss in salotto (1.829.894), con una differenza dovuta al sovrapprezzo per il 3D.
Migliora anche la saga Hunger Games. Il primo film è stato un fenomeno soprattutto americano e l’obiettivo dichiarato della seconda puntata era quello di conquistare i mercati esteri. Sfida decisamente vinta. In Italia Hunger Games non aveva raggiunto nemmeno i 3 milioni di euro, cifra che La ragazza di fuoco supera già nel primo week-end. A livello mondiale, Hunger Games si era fermato a 691 milioni di dollari, mentre il sequel, a sfruttamento ancora in corso, è già a 862 milioni di dollari. È ancora record negli Stati Uniti dove il film ha finora incassato 422 milioni di dollari, il dodicesimo maggiore incasso domestico di tutti i tempi. A questo punto chi la ferma più Jennifer Lawrence?
DATA DI USCITA 31 OTTOBRE 2013 – INCASSO € 51.929.831
Il film dei record. Dopo l’ottimo debutto (2 milioni 237 mila euro nel giovedì di esordio) l’opera di Gennaro Nunziante prende il volo nel primo week-end di programmazione ottenendo record su record. Nel secondo giorno incassa 5 milioni 238 mila 878 euro, battendo Harry Potter e i doni della morte parte 2 a cui spettava il record precedente (3 milioni 185 mila 844 euro) e dopo il primo week-end è già a 18 milioni 606 mila 811 euro battendo, in questo caso, se stesso (il record precedente spettava infatti a Che bella giornata, con 12 milioni 116 mila 593 euro). Media per sala stratosferica pari a 16 mila 598 euro e le sale che lo programmano sono davvero tante (1.121, che diventano 1.250 estendendo il computo a quelle non incluse nel circuito Cinetel). E siamo solo agli inizi. Grazie a ottimi feriali, fino all’8 novembre abbondantemente superiori al milione di euro, a un secondo week-end ancora da record (11 milioni 49 mila 285 euro con una media per sala vicina ai 10 mila euro), a un terzo che sarebbe un sogno per qualunque film (6 milioni 370 mila 892 euro e media ancora ottima di 6 mila 595 euro), il film diventa in breve tempo il film più visto del 2013 e il salvatore delle percentuali, che dal profondo rosso risalgono al sereno variabile permettendo all’anno di chiudersi in attivo. Ci vuole l’arrivo di Thor: The Dark World per scalzare Zalone dal top della classifica, posizione che Sole a catinelle mantiene invariata per 20 giornate consecutive. A livello generale, il film supera gli 8 milioni di spettatori, collocandosi all’ottavo posto nella classifica dei film italiani più visti dal 1980 a oggi, a un passo da Il ciclone (il podio è ancora di Titanic, grazie anche alla recente release in 3D, con 13 milioni 707 mila spettatori). Sempre a livello generale, ma guardando gli incassi, Sole a catinelle sale invece al terzo posto, preceduto da Avatar (66 milioni 800 mila euro) e Titanic (71 milioni 100 mila euro). Dietro al prodigio dei numeri resta un grande punto interrogativo. Come mai tanto successo per un film divertente, ma nel complesso piuttosto modesto? Il film è Checco Zalone e lui è personaggio trasversale, in grado di piacere a tutti, sia a chi capisce la sua ironia, sia a chi inconsapevolmente la subisce. Dando stoccate a destra e a sinistra, senza mordere più di tanto, riesce quindi a compiacere una platea globale. Che dire, chapeau! Quanto tutto ciò abbia a che fare strettamente con il cinema e la sua magia è difficile dirlo, ma si tratta comunque di un prestigio non da poco. Da verificare anche quanto un singolo film possa far bene al cinema in senso lato, scatenando un effetto contagio. Sarà il tempo a valutarlo. Di sicuro, una stagione che si salva per un singolo titolo non è del tutto sana come i numeri lasciano intendere.
Ottimo l’andamento di The Counselor – il procuratore, che debutta direttamente al primo posto a metà gennaio pur non reggendo nel tempo, a causa probabilmente di un passaparola penalizzante. A fine gennaio il film di Ridley Scott con il cast all-star ha comunque superato i 3 milioni di euro di incasso. E basta dire che è un flop. È costato 25 milioni di dollari e nel mondo ha già ricavato più di 70 milioni di dollari. Diciamo che dato il tenore dei talenti coinvolti ci si aspettava di più, ma è già in pari ed è sicuramente da rivalutare.
Ottima anche l’accoglienza per The Butler – un maggiordomo alla Casa Bianca, anche lui baciato dalla magica data del 1° gennaio che tutto può, anche trasformare uno sceneggiato televisivo in un grande successo. In Italia (4 milioni 831 mila euro) come nel mondo (168 milioni di dollari), anche se si tratta di un caso soprattutto americano (117 milioni di dollari).
Dei film degli Oscar (Nebraska, The Wolf of Wall Street, American Hustle, Blue Jasmine), parleremo invece nel prossimo numero.
La rubrica relativa alla corrispondenza è oggi monopolizzata dall’intervista a Silvano Andreini, esercente cinematografico ligure, che è stato molto disponibile a raccontarci la sua esperienza. Un tentativo di capire il cinema empatizzando con chi fa in modo che possiamo vederlo. Un ruolo, quello dell’esercente, spesso sottovalutato e non approfondito.
– Non è tempo di bilanci stagionali, visto che al cinema funziona più o meno come a scuola e la stagione comincia ad agosto per terminare a luglio, ma dovendo commentare l’andamento del 2013, cosa diresti? Il cinema gode o no, almeno in Italia, di buona salute?
Per noi questo principio ha un ulteriore valore, perché chiudiamo per ferie 10 giorni in giugno e da fine giugno ci trasferiamo per due mesi nello spazio arena allestito presso il cinema (in caso di pioggia la proiezione è garantita) nei giardini pubblici di La Spezia. Nel 2013 l’andamento del cinema italiano, come dimostrano i dati forniti, assomiglia a una strada fatta di sali e scendi: sale la produzione tricolore, scende il consumo in sala. È un quadro ricco di contraddizioni che risente pesantemente della sfavorevole congiuntura economica. Il decremento nel numero di biglietti venduti non si traduce per forza in un minor consumo di cinema: nuove modalità di fruizione si fanno largo, dal video on demand alla rete. Abbiamo la possibilità di vedere un film su internet a 1 euro e di acquistarlo per 5. Bisogna naturalmente considerare che in Italia le sale che sono da attrezzare con il digitale sono ancora tante, e il passaggio costituisce un pesante esborso economico per il piccolo esercizio: le sale a gestione familiare e quelle della comunità andrebbero adeguatamente sostenute, senza contare che molti dei proiettori digitali attualmente in uso diverranno presto obsoleti. Per il calo di spettatori del 2013 anche la distribuzione ha le sue colpe e certe scelte masochistiche del passato non andrebbero più ripetute. Fortunatamente con La grande bellezza, uscito in concomitanza con il suo passaggio a Cannes, non si è ripetuto l’errore fatto l’anno scorso con Reality. I risultati al botteghino parlano chiaro. Si parla tanto della Francia come modello da seguire in ambito culturale, i francesi affrontano le questioni con razionalità e prendono una decisione. Noi invece non abbiamo ancora stabilito se l’audiovisivo nazionale è un patrimonio culturale che va preservato e tramandato o qualcosa che può essere tranquillamente lasciato al mercato. Quindi, dovendo parlare del 2013, non si può essere soddisfatti, anche se in Italia si fa presto a dimenticare e tutti esultano per i buoni risultati di fine anno, e ringraziano Checco Zalone perché porta la gente al cinema, dimenticandosi dei 3 o 4 film alla settimana che non trovano sale o finiscono nel dimenticatoio la settimana successiva.
– scendendo più nel dettaglio, della tua situazione specifica cosa ci puoi raccontare?
Il cinema “Il Nuovo” vive soprattutto grazie alla fidelizzazione creata negli anni, una sala in centro città che ha resistito ai 10 schermi Multiplex che, a differenza di altre situazioni, si trova praticamente anch’esso in città. La distanza tra “Il Nuovo” e il Multiplex è di poco più di 5 minuti d’auto. La mia sala ha la sua forza nella copertura di orari e giorni per quasi 350 giorni all’anno, arena estiva compresa, siamo aperti tutti i giorni dal pomeriggio a sera tarda; cosa unica per le sale di provincia, e questo ha fatto sì che “Il Nuovo” diventasse punto di riferimento per i cinefili non solo di Spezia e provincia, ma anche provenienti da fuori (dalla vicina Toscana). Tante sono le rassegne e le sinergie con altri locali e molti gli avvenimenti, anche la programmazione scolastica fa la sua parte. Inoltre da aprile 2012 programmo l’ultimo cinema parrocchiale della città e gestisco un’altra sala nella vicina Lerici. Tutto ciò ha permesso di creare un piccolo circuito di qualità in cui il pubblico si è riconosciuto.
– il 31 dicembre 2013 è arrivato, la digitalizzazione dovrebbe essere una realtà. È davvero così? Quali le difficoltà e i punti di forza derivanti dall’abbandono della pellicola?
110 dieci anni di onorata carriera. Questo il lunghissimo lasso temporale che la pellicola ha avuto a sua disposizione per entrare nel cuore di tutti coloro che amano il cinema. Un abisso se pensiamo a quanto brevi siano state le vite di altri prodotti o strumenti tecnologici.
Un lunghissimo secolo che ha permesso, a partire dai fratelli Lumière nel lontano 1895, di iniziare un’epopea che ha consentito a tantissimi cineasti di affermarsi come vere e proprie icone di quella che viene definita la “settima arte”. 8 su 10. Un numero che lascia poco spazio alle discussioni. Questa è la percentuale di registi che hanno abbandonato le pizze in 35 mm a favore delle telecamere digitali. Io credo che con il digitale si perda la vera essenza di quello che è il cinema, anche se bisogna ammettere che da quando ho messo il digitale i clienti mi hanno fatto notare una qualità del sonoro nettamente superiore che grazie a nuove tipologie di compressione audio, raggiunge vette d’eccellenza inarrivabili sino a pochissimo tempo fa. Secondo il mio parere resta il fatto che con l’avvento del digitale si perdono quelle che erano le vere sensazioni che il cinema sapeva trasmettere, rendendo tutto più artificiale e meno credibile.
– nella vostra regione, come siete messi al riguardo?
Sebbene ad oggi la percentuale di digitalizzazione della nostra Liguria rasenti ormai il 70% sono ancora molte le sale che rischiano di chiudere i battenti, lasciando di conseguenza a casa moltissime persone che lavorano nel settore. “Il Nuovo”, come detto, ha digitalizzato l’estate 2013, grazie ad un bando regionale che copre il 60% dei costi, in più siamo stati finanziati anche da Media Europa grazie ad una programmazione che è stata apprezzata in sede di bando. Solo un’altra sala a Genova, oltre a noi, è rientrata nei parametri richiesti. Abbiamo appoggiato anche la raccolta fondi per la sala parrocchiale che dovrebbe adeguarsi entro l’estate 2014, mentre per l’Astoria Lerici siamo ancora al palo essendo entrati a bandi chiusi. L’adeguamento di una struttura cinematografica al digitale può costare da 50 a 70 milia euro, cifre davvero impensabili per una piccola realtà. Il passaggio al digitale apporta sicuramente significativi miglioramenti sotto l’aspetto qualitativo, al di là di quelli che possono essere i gusti della singola persona o dei registi. A questo si aggiungono però numerose problematiche di tipo economico, che vedono da una parte la gioia dei distributori, per il sensibile abbassamento dei costi di distribuzione, e dall’altra gli esercenti, che si trovano ad affrontare un passaggio non proprio economico in un momento molto difficile.
– C’è qualche film che ti ha particolarmente soddisfatto durante il 2013?
Se devo vederlo come spettatore ed esercente, avendolo programmato nel mio cinema, è senza dubbio La grande bellezza, e mi fa particolarmente felice il suo percorso del dopo Cannes, dove credo la nostra stampa non sia stata troppo tenera. Nella mia personale classifica seguono: Django, Prisoners, Still Life, Il passato e un piccolo film che meritava di più Qualcosa nell’aria.
– Qualche delusione?
Il polpettone Lincoln , il deludente Promised Land , il trash Il Grande Gatsby e i terribili Diana e Amanti passeggeri.
– la pirateria è sempre più diffusa, non c’è coscienza nell’utente di infrangere la legge, semplicemente è possibile farlo quindi si fa. Esiste secondo te un modo per arginare il problema?
Il day & date è uno degli strumenti per combattere la pirateria. Far uscire in contemporanea i film in tutto il mondo eviterebbe che l’utenza fosse “tentata” dal vederli in versione pirata, ma è dimostrato che questo non basta. Siamo tutti d’accordo quando si dice che la sala cinematografica, invece, è tutta un’altra storia. “Andare al cinema” non è come stare a casa a guardare un film. È vissuto, giustamente, come un evento e un’esperienza diversa. Intanto è sociale, non vai al cinema da solo. E poi richiede un impegno diverso in termini di tempo ed energie: vestirsi, uscire, raggiungere la sala, ecc. ecc. Non è mica come guardarsi un film sul computer in pigiama alla sera quando si è un po’ annoiati. Diciamoci la verità: la qualità della visione a casa, tra blu-ray, schermi hd e impianti home theater, ha raggiunto una qualità che spesso induce anche il cinefilo più agguerrito a preferire una visione casalinga rispetto alla sala, soprattutto per una quantità sterminata di film che non sono considerabili “eventi”. Quindi la domanda è: quanti di quelli abituati a scaricare un film gratis, lo farebbero comunque anche se esce day & date? Quindi non c’è speranza? Se pensiamo al cinema in toto per me la risposta è semplice. L’educazione e la cultura alla visione legale dei film deve passare obbligatoriamente dall’home video. Purtroppo siamo molto indietro rispetto alle esigenze degli spettatori. Creare una library soddisfacente di film legali da “cliccare” è l’unica strada per combattere la pirateria, anche quella della sala cinematografica. Chi vuole andare al cinema a vedere il film in prima visione, lo vedrà al cinema. A chi se lo vuole scaricare dobbiamo invece proporre urgentemente un’alternativa legale che lo stimoli in altre direzioni. La stessa tecnologia, se si volesse, potrebbe bloccare l’accesso illegale. Il problema verrebbe risolto dal chip in modo semplice. Negli Stati Uniti sono stati già sperimentati dei chip che bloccano l’accesso. Qualche anno fa c’era un intero Paese, il nostro, che vedeva le partite di calcio con schede taroccate in continuo aggiornamento. Quando il mondo calcio ha deciso di bloccare il tutto, questo è avvenuto, ma il mondo del cinema non è così “potente”. E poi in Italia la maggioranza degli studenti sa che la pirateria online è un reato, ma nel degrado etico culturale, lo scaricare un film non è considerato grave da quella fascia che rappresenta il futuro del nostro paese.
– quali i film più attesi per il 2014?
Personalmente i film del 2014 che attendo sono 12 anni schiavo, torna Steve McQueen, dopo avere messo in chiaro di essere uno dei registi più interessanti degli ultimi anni, Noah, il nuovo film del grande Darren Aronofsky, con Russell Crowe, un uomo scelto da Dio per un compito grandioso prima che un’inondazione apocalittica distrugga il mondo, Grand Budapest Hotel, il nuovo bizzarro progetto di Wes Anderson e A proposito di Davis. I film dei fratelli Coen sono sempre un evento, poi Storia di una ladra di libri, Margherita di Nanni Moretti e infine un consiglio, avendolo già visto al Festival di Roma, Her, di Spike Jonz, che mette in scena, con l’aiuto di Joaquin Phoenix e di una Scarlett Johansson mai sul set, la storia d’amore tra un uomo e un’intelligenza artificiale stupefacentemente “umana”.
– la programmazione d’essai premia?
Sicuramente la programmazione d’essai, per quello che mi riguarda, premia, nell’ordine, l’amore per il cinema, la passione con cui si affronta tutti i giorni il lavoro e si combatte in una trincea dove non sei praticamente tutelato da distributori e agenzie di noleggio, e poi, se si vuole essere venali, è premiato anche il nostro personalissimo “box office”.
– cosa ne pensi della multiprogrammazione? Alleato del cinema o rivale?
Favorevolissimo alla multiprogrammazione, anche se ostacolata da distributori e agenzie. Da quando ho messo il digitale ho puntato da subito ad aumentare quello che tutti chiamano prodotto alternativo ai film e che invece ritengo complementare alla classica programmazione. Con la multiprogrammazione è possibile intercettare più pubblici e maggiormente differenziati. È chiaro che ci vogliono soprattutto più contenuti, capaci di raggiungere diverse audience. Bisogna far capire a una nuova generazione che il cinema non è solo quello che hanno visto in televisione.
– funzionano le promozioni nei confronti del pubblico, il tentativo di fidelizzare gli spettatori attraverso tessere, sconti e promozioni?
Da noi funziona benissimo, abbiamo 3 card per fasce di età : La Tarantino Card fino ai 27 anni di età, la Richard Gere dai 28 ai 64 anni e la Servillo ultra 65, queste tessere non solo permettono sconti, ma anche altre agevolazioni come sconti su altre attività: vedi teatro e librerie. Inoltre funziona anche il biglietto cumulativo cucina+cinema con i locali convenzionati.
– come esercente sei libero di programmare ciò che preferisci oppure hai dei vincoli?
Diciamo che nonostante tutti i tentavi di essere libero di programmare molte volte devi scendere a compromessi con le agenzie di noleggio, con alcune, anzi, sei ostacolato e non ti permettono di lavorare, con ricatti assurdi che tutto il settore fa finta di non vedere, addirittura per le programmazioni rivolte alle scuole. Non ci sono regole, la bravura sta nell’uscire indenne da questa guerra fatti di “minimi garantiti”, mancanza di copie e sudditanza nei confronti dei multiplex, anche per quel prodotto d’essai che non appartiene ai grandi complessi ma molte volte torna utile per coprire una sala, magari in doppia programmazione.
– puoi spiegare il meccanismo del minimo garantito? Esiste per tutti i film? Non rischia di penalizzare i bacini di utenza meno capienti?
Come dicevo il minimo garantito è un’altra assurdità inventata per mettere in difficoltà le piccole sale. Si tratta di un prezzo che l’esercente sarà obbligato a corrispondere alla distribuzione appena verrà staccato anche un solo biglietto, insieme a una percentuale sugli incassi, variabile solitamente dal 45 al 50%, applicabile qualora con l’incasso si superi il minimo garantito. Il distributore tratterrà una percentuale per sé trasmettendo il residuo alla casa di produzione. Basti pensare che per fare una rassegna nella mia sala di Lerici vengono chiesti 200 euro di minimo garantito su un film già nel mercato Home Video, considerando un affluenza media di 60, 70 presenze ad una media biglietto di poco superiore ai 4 euro. Non esiste per tutti i film, almeno in Liguria, ma se lo programmi con il fine settimana incluso.
– la vittoria de La grande bellezza hai Golden Globes ha scatenato entusiasmi e anatemi. Dove ti collochi? Lo avete programmato? Com’è stato accolto?
La Grande Bellezza mi ha dato tante soddisfazioni, essendo stato programmato in esclusiva al Nuovo per 4 settimane e poi recuperandolo anche nelle arene estive per più volte. Questa cosa mi gratifica. Il film lo avevo chiesto da subito dopo la presentazione alle Giornate Professionali di Sorrento nel 2012, perché dal trailer si capiva tutta la sua potenza. In sala è stato accolto bene e avendolo in esclusiva nel mio cinema ho visto avvicinarsi anche quel pubblico che non vedevo da tempo. Per fortuna questo al Nuovo succede spesso, scelgo film che crescono con il passaparola. Ultimi casi al Nuovo: Still Life, Moliere in Bicicletta e Lunchbox.
– In Italia si continuano a produrre in prevalenza commedie. È il pubblico che le cerca oppure le subisce in assenza di alternative?
Su questo argomento bisogna stendere un velo pietoso, come pietose sono quasi tutte queste commedie, salvo rare eccezioni. La commedia, genere in cui siamo stati maestri, è ora infarcita di televisione e fiction, quindi il pubblico è costretto più che altro a subirle. Molte volte mi diverto a fare sondaggi sul pubblico che regolarmente va a vedere solo questo questo tipo di prodotto e ho delle risposte per me confortanti: non si divertono e ridono poco, ma vanno per vedere qualcosa di “leggero”. Qui sta l’essenza del nostro modo di andare al cinema. Non cerchiamo di trovare delle emozioni, magari anche delle sane risate di commedie di altri paesi all’avanguardia in questo genere, ma scappiamo solo dalla tristezza e dai problemi che attanagliano la nostra “Italietta”.
E anche per questo trimestre è tutto.
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