
Non parleremo dei film di Woody Allen dal punto di vista critico, dando per scontato il fatto che anche nei suoi film minori ci sono battute e momenti che molti altri film si sognano.
Non faremo la conta degli Oscar vinti e delle candidature, per quello basta dare un’occhiata a Wikipedia.
Non ci occuperemo nemmeno delle relazioni sentimentali di Woody Allen e dei vari sodalizi artistici che hanno creato.
Non affronteremo, poi, di certo, Woody Allen da un punto divista morale, sputando sentenze sul caso tornato ultimamente in auge relativo alle presunte violenze nei confronti della figlia Dylan, perché riteniamo che esistano apposite sedi per farlo e se in tali sedi il caso non è arrivato è perché probabilmente qualcuno di competente ha valutato la situazione sicuramente meglio di noi dalla nostra scrivania.
E allora da quale angolazione tratteremo l’opera di Woody Allen?
La esamineremo, come da tradizione del Barometro, dal punto di vista commerciale, per cercare di capire quanto e come dell’artista è arrivato, in termini numerici, e monetari, alla destinazione finale, cioè al pubblico.
Per andare al sodo: ma quanto hanno incassato i film di Woody Allen?
Per rispondere all’interrogativo, considerando una filmografia lunga più di 50 titoli che si estende per più di cinquant’anni, si potrebbe scrivere un libro. Ci sono però vari limiti da considerare, in particolare la difficoltà di reperire dati completi: per l’Italia è disponibile la posizione nel box-office stagionale ma i numeri di Cinetel sono fruibili solo a partire dal 1994, mentre fino al nuovo millennio mancano rilevazioni ufficiali degli incassi extra-americani. Gli unici dati completi (anche se non rivalutati), sono quindi quelli americani. Occorre perciò considerare il presente barometro più che altro come uno spunto per solleticare la curiosità di chi ama sviscerare, in modo soggettivo, l’oggettività dei numeri.
Procederemo analizzando le cinque decadi in cui Woody Allen ha realizzato film, ma prima consiglio di guardare lo schema riepilogativo che mostra in dollari il budget, il box-office globale e quello U.S.A., e in euro gli incassi italiani. Determinante per il raggruppamento dei dati le fonti di Cinetel, Boxofficemojo, HiParadeItalia e Wikipedia, oltre al prezioso supporto di Marianna D’Augello. Lo sguardo su Allen è solo per la sua opera come regista, i film di cui è solo interprete non sono stati inseriti. Il consiglio è di tenere lo schema sott’occhio mentre si legge, in modo da avere sempre i dati numerici a portata, poi vedete voi come vi trovate meglio.
TITOLO | ANNO | BUDGET | BOX-OFFICE GLOBALE | BOX-OFFICE U.S.A. | BOX-OFFICE ITALIA |
(in dollari) | (in dollari) | (in dollari) | (in euro) | ||
Che fai, rubi? | 1966 | 400.000 | |||
Prendi i soldi e scappa | 1969 | 1.530.000 | 3.040.000 | 2.590.000 | |
Il dittatore dello stato libero di Bananas | 1971 | 2.000.000 | 11.800.000 | ||
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) | 1972 | 2.000.000 | 18.016.290 | ||
Il dormiglione | 1973 | 2.000.000 | 18.344.729 | ||
Amore e guerra | 1975 | 3.000.000 | 20.123.742 | ||
Io e Annie | 1977 | 4.000.000 | 38.251.425 | ||
Interiors | 1978 | 3.100.000 | 10.432.366 | ||
Manhattan | 1979 | 9.000.000 | 33.946.780 | ||
Stardust Memories | 1980 | 10.000.000 | 10.389.003 | ||
Una commedia sexy in una notte di mezza estate | 1982 | 9.077.269 | |||
Zelig | 1983 | 11.798.616 | |||
Broadway Danny Rose | 1984 | 8.000.000 | 10.600.497 | ||
La rosa purpurea del Cairo | 1985 | 15.000.000 | 10.631.333 | ||
Hannah e le sue sorelle | 1986 | 6.400.000 | 40.084.041 | ||
Radio Days | 1987 | 16.000.000 | 14.800.000 | ||
Settembre | 1987 | 486.434 | |||
Un’altra donna | 1988 | 1.562.749 | |||
New York Stories, episodio Edipo relitto | 1989 | 15.000.000 | 10.763.469 | ||
Crimini e misfatti | 1989 | 18.254.702 | |||
Alice | 1990 | 12.000.000 | 7.331.647 | ||
Ombre e nebbia | 1991 | 14.000.000 | 2.735.731 | ||
Mariti e mogli | 1992 | 20.000.000 | 10.555.619 | ||
Misterioso omicidio a Manhattan | 1993 | 13.500.000 | 11.330.911 | ||
Pallottole su Broadway | 1994 | 20.000.000 | 13.383.747 | 2.868.549 | |
La dea dell’amore | 1995 | 15.000.000 | 26.000.000 | 6.468.498 | 4.684.733 |
Tutti dicono I Love You | 1996 | 20.000.000 | 9.759.200 | 2.874.338 | |
Harry a pezzi | 1997 | 20.000.000 | 10.686.841 | 3.172.154 | |
Celebrity | 1998 | 12.000.000 | 5.078.660 | 2.478.865 | |
Accordi e disaccordi | 1999 | 4.197.015 | 1.322.424 | ||
Criminali da strapazzo | 2000 | 25.000.000 | 29.934.477 | 17.266.359 | 3.152.774 |
La maledizione dello scorpione di giada | 2001 | 33.000.000 | 18.914.307 | 7.517.191 | 3.633.657 |
Hollywood Ending | 2002 | 16.000.000 | 14.569.744 | 4.850.753 | 1.415.392 |
Anything Else | 2003 | 18.000.000 | 13.585.075 | 3.212.310 | 1.982.743 |
Melinda e Melinda | 2004 | 20.129.327 | 3.869.782 | 1.515.795 | |
Match Point | 2005 | 15.000.000 | 85.638.656 | 23.151.529 | 9.239.305 |
Scoop | 2006 | 4.000.000 | 39.220.946 | 10.525.717 | 4.594.724 |
Sogni e delitti | 2007 | 15.000.000 | 22.687.639 | 973.018 | 4.387.375 |
Vicky Cristina Barcelona | 2008 | 15.000.000 | 96.409.300 | 23.216.709 | 5.881.197 |
Basta che funzioni | 2009 | 15.000.000 | 36.020.534 | 5.306.706 | 5.188.089 |
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni | 2010 | 22.000.000 | 36.015.260 | 3.248.246 | 4.591.728 |
Midnight in Paris | 2011 | 17.000.000 | 153.959.590 | 56.817.045 | 8.936.113 |
To Rome with Love | 2012 | 17.000.000 | 73.244.881 | 16.685.867 | 7.815.005 |
Blue Jasmine | 2013 | 18.000.000 | 99.104.804 | 33.405.481 | 4.126.819 |
Magic in the Moonlight | 2014 | 16.800.000 | 51.029.361 | 10.539.326 | 3.723.441 |
Irrational Man | 2015 | 11.000.000 | 27.391.084 | 4.030.360 | 3.300.046 |
Café Society | 2016 | 30.000.000 | 43.763.247 | 11.103.205 | 3.647.108 |
La ruota delle meraviglie – Wonder Wheel | 2017 | 25.000.000 | 15.889.124 | 1.404.061 | 3.019.306 |
Un giorno di pioggia a New York | 2019 | 25.000.000 | 22.002.504 | 3.554.315 | |
Rifkin’s Festival (2020) | 2020 | 2.000.000 | 595.006 |
GLI ANNI ’70
Escludendo Che fai, rubi?, rimontaggio del giapponese Kokusai himitsu keisatsu: Kagi no Kagi di Senkichi Taniguchi con un doppiaggio che ne stravolge il senso originale, e primo film ufficiale di Allen ma con una distribuzione assai limitata, l’esordio di Allen è considerato Prendi i soldi e scappa, irresistibile falso documentario ben prima che il termine mockumentary diventasse legale e modaiolo. Il debutto non fu con il botto, infatti dopo avere detratto tutti i costi produsse una perdita di $ 610.000. Occorre però considerare che parliamo solo di sfruttamento theatrical e relativo al periodo di uscita nelle sale americane. In Italia, ad esempio, arrivò in ritardo di oltre tre anni, il 21 dicembre 1972, dopo che era già uscito, il 1° settembre 1971, Il dittatore dello stato libero di Bananas, e così anche in altri paesi, quindi nel tempo ha sicuramente avuto modo di ribaltare il suo destino più che pareggiando i conti. In Italia nel box-office della stagione 1972-1973 si posizionò 65°, dopo L’avventura del Poseidon di Ronald Neame e prima di Sono stato io di Alberto Lattuada.
Con le opere successive Allen consolida la sua fama in patria con ottimi incassi, intorno ai 20 milioni di dollari non rivalutati che oggi sarebbero circa 75/80 milioni di dollari, cifre impensabili per un film di Allen negli States; nel frattempo aumenta la sua popolarità anche in Europa. La consacrazione avviene con Io e Annie che segna la definitiva entrata di Woody Allen tra i registi che fanno la Storia del cinema, si aggiudica quattro Oscar (miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale e Diane Keaton miglior attrice protagonista) ed è anche l’11° maggiore incasso negli Stati Uniti nel 1977. I 38 milioni di dollari incassati sul suolo americano, rivalutati nel 2020, sarebbero circa 163 milioni di dollari. Considerando le cifre senza rivalutazione è solo il quarto maggiore incasso in America di Allen (dopo Midnight in Paris, Hannah e le sue sorelle e Manhattan), ma tenendone invece conto, Io e Annie è indiscutibilmente il suo maggiore successo commerciale.
Dopo avere abbandonato la commedia per seguire le orme di Ingmar Bergman con Interiors (ma il pubblico, non solo americano, non lo segue), Woody Allen torna al successo commerciale con Manhattan. I quasi 40 milioni di dollari incassati in U.S.A. nel 1979 sarebbero oggi circa 142 milioni di dollari, il che lo pone come il secondo maggiore incasso del regista dopo Io e Annie. Nel 1979 fu il 17° maggiore incasso dell’anno nel mercato nordamericano. Successo incredibile anche in Italia dove non solo entra nella top-10 della stagione 1979/1980, ma raggiunge addirittura il podio conquistando la terza posizione, dopo Qua la mano di Pasquale Festa Campanile e prima di Il malato immaginario di Tonino Cervi. Si tratta sicuramente del film che ha permesso ad Allen di conquistare definitivamente il pubblico italiano ed è la sua unica opera che compare nella top-10 di una stagione nel nostro paese.
Per restare al box-office italiano, l’unico minimamente monitorabile per avere un’idea di come i film di Allen vengano accolti fuori dai confini americani, dopo un successo di nicchia e in progressivo calo con Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso… (86° posto box-office stagione 1972/1973), Il dormiglione (88° posto box-office stagione 1973/1974) e Amore e guerra (fuori dai primi 100 incassi del box-office della stagione 1975/1976), il riscontro per Io e Annie è superiore, anche se lontano dai fasti americani: nel box-office della stagione 1977/1978, in cui a dominare è Guerre Stellari con 9 miliardi di lire (circa 24,3 milioni di euro rivalutati a oggi), si colloca al 29° posto, dopo I ragazzi del coro di Robert Aldrich e prima di Ecce bombo di Nanni Moretti. Sarà, come abbiamo visto, Manhattan a consacrare definitivamente Woody Allen anche nel nostro paese.
GLI ANNI ’80
Con gli anni ’80 Allen consolida la sua fama e stabilizza il suo rapporto con il pubblico sfornando un film quasi ogni anno, a volte addirittura due, con budget sempre abbastanza contenuti (tra 6 e 16 milioni di dollari) e incassi americani che – a parte un paio di picchi in negativo (le due digressioni lontane dai toni leggeri della commedia Settembre e Un’altra donna) e uno in positivo (il grande successo di Hannah e le sue sorelle) – si attestano intorno ai 10 milioni di dollari. Superiore alla media, invece, l’incasso di Crimini e misfatti che in patria supera i 18 milioni di dollari, ma va meglio del solito, con quasi 15 milioni di dollari, anche Radio Days.
Hannah e le sue sorelle è uno dei film più celebrati di Allen, vincitore di tre Oscar – sceneggiatura e attore (Michael Caine) e attrice (Dianne Wiest) non protagonisti – e grande successo commerciale in patria. Fu il primo film di Allen a debuttare in città diverse da New York e la media nelle 54 sale in cui fu programmato fu strepitosa (23.441 dollari). Come spesso accade, però, l’estensione delle sale (che diventarono gradualmente 761) ridimensionò progressivamente il dato, ma resta uno dei suoi maggiori incassi americani. Con la rivalutazione resta comunque dietro a Manhattan e Io e Annie.
Non avendo il supporto dei mercati extra-americani e potendo contare solo sulla posizione (e non sugli incassi) per il box-office italiano, anche per questa decade il dato nostrano può essere significativo per farsi un’idea sull’andamento al di fuori dell’America. Occorre sempre tenere in considerazione che Italia, Spagna e Francia hanno sempre affollato le sale per i film di Allen. Ma vediamo i dati più nel dettaglio. Il decennio parte con Stardust memories, film tra i meno amati anche dalla critica più complice che lo definisce ombelicale, pretenzioso e derivativo e che nel box-office della stagione 1980/1981 si posiziona 47°. In crescendo la posizione delle sue successive commedie: Una commedia sexy di una notte di mezza estate è 25° nel box-office della stagione 1983/1984 e Zelig 18° nel box-office della stagione 1983/1984. Nella stagione 1984/1985 escono due film di Allen: in settembre Broadway Danny Rose che al termine della stagione è 29°, in maggio La rosa purpurea del Cairo che è molto apprezzato sia dalla critica che dal pubblico e si posiziona 16°. Curioso come gli Oscar conquistati e l’eco del grande successo in patria di Hannah e le sue sorelle abbiano avuto poca influenza sul destino commerciale del film in Italia. L’opera, infatti, ha una buona accoglienza, ma in linea, se non inferiore, rispetto ad altri titoli del regista, infatti a fine stagione 1985/1986 si posiziona solo 30°, dopo Ginger e Fred di Federico Fellini e prima di I pompieri di Neri Parenti.
Un riscontro in linea con i successivi Radio Days (33° nel box-office della stagione 1986/1987), con il condiviso New York Stories, di cui Allen dirige l’episodio “Edipo relitto” (mentre le regie degli altri due sono di Martin Scorsese e Francis Ford Coppola) e che è 27° nel box-office della stagione 1988/1989, e con Crimini e misfatti (31° nel box-office della stagione 1989/1990). Discorso a parte per i drammatici Settembre e Un’altra donna. Se il primo (di cui sarebbe curioso scoprire la versione, che non vedremo mai, girata con un cast quasi completamente differente, ma poi rigirato perché per Allen insoddisfacente) anche in Italia ha poco appeal (è 79° nel box-office della stagione 1987/1988), il secondo riesce invece, probabilmente grazie anche a migliori strategie distributive, ad attirare l’attenzione del pubblico, nonostante non si tratti di una commedia (a fine stagione 1988/1989 è infatti 36°).
GLI ANNI ’90
Gli anni ’90 si concretizza sempre di più un cambio di interesse geografico nei confronti di Allen. È l’intellettuale amato in Europa, mentre perde progressivamente appeal negli Stati Uniti. Sul mercato americano la decade procede senza picchi significativi. Non c’è, come in precedenza, un film in grado di diventare campione d’incassi, anzi, i numeri tendono ad assottigliarsi sempre più. I 10 milioni di dollari diventano un obiettivo non sempre raggiungibile, infatti più della metà dei titoli della decade ottiene incassi al di sotto di tale soglia. In parallelo aumentano invece i budget, che si avvicinano ai 20 milioni di dollari. Sempre più fondamentale, quindi, il supporto dei mercati extra-americani per far quadrare i conti.
Il maggiore incasso americano del decennio è Pallottole su Broadway, quello più basso Accordi e disaccordi, che è l’incasso più basso anche sul mercato italiano (si posiziona 67° nel box-office stagionale). Non fa particolare presa neanche Mariti e mogli, nonostante esca sull’onda della separazione da Mia Farrow (e sia una delle sue opere più riuscite, ma questo è un parere personale).
La presenza di molte star in piccole parti che accettano paga sindacale pur di lavorare con lui diventa marchio di fabbrica delle produzioni di Allen e aiuta molto la resa commerciale dei suoi film. Il bianco e nero, invece, pare spaventare. Al riguardo ci si domanda cosa avrebbero incassato Celebrity senza Leonardo DiCaprio e Ombre e nebbia senza Madonna. La presenza del regista anche come interprete, invece, non sembra fare la differenza sull’esito commerciale dei suoi film.
Nel box-office italiano i maggiori numeri della decade li fa La dea dell’amore, che nel nostro paese incassa quasi quanto in patria, e sfiora la top-10 (è 13° a fine stagione) a dimostrazione di come il pubblico italiano continui a seguire Woody Allen a differenza di quello americano, in fase di stanca. Ma in Italia se la cavano bene anche Misterioso omicidio a Manhattan (25° posto), Pallottole su Broadway (27°), Tutti dicono I Love You (28°), per cui incide di sicuro anche il fatto che è in parte girato anche nel nostro paese, e Harry a pezzi (29°). Anche da noi lo star power aiuta sia Celebrity (46°) che Ombre e nebbia (42°). Accoglienza tiepida anche al di qua dell’oceano, poi, per Mariti e mogli, solo 41°.
Curiosità: in Italia Alice (41° posto) fa meglio di Revenge di Tony Scott.
GLI ANNI ’00
Con il nuovo millennio si prosegue qualche anno senza fuochi d’artificio, anzi, con un andamento decisamente calante, fino a quando con Match Point si entra in una sorta di nuovo corso, sia perché New York smette di essere il centro del mondo per Woody Allen, sia perché i suoi film tornano a farsi prepotentemente sentire al box-office. Ma andiamo con ordine.
Criminali da strapazzo, con un incasso di 17,2 milioni di dollari, rappresenta il maggiore successo commerciale per Allen sul mercato americano dai tempi di Crimini e misfatti nel 1989, e lo sarà fino a Match Point nel 2005. Curiosamente, però, è anche uno dei pochi film di Allen che incassa di più in patria che nei mercati extra americani, tanto che il totale di 29,9 milioni di dollari non gli permette di ripagare con il solo theatrical il budget, sostanzioso per un film di Allen, di 25 milioni di dollari.
Il successivo La maledizione dello scorpione di giada è invece il film più costoso di Allen, ma anche uno dei suoi maggiori insuccessi, soprattutto a causa dell’andamento in patria. Viene però rivalutato in seguito, quindi a beneficiarne sono altri canali di sfruttamento.
Il primo lustro del nuovo millennio segna quindi un andamento particolarmente moscio e fino a Match Point si susseguono i flop. Non sono sufficienti ad attirare gli spettatori i festival cinematografici più blasonati che si contendono i film di Allen dedicandogli sontuose aperture: Hollywood Ending apre Cannes e Anything Else invece Venezia. Hollywood Ending, però, è anche il primo film di Woody Allen che nel Regno Unito non viene distribuito nelle sale ma direttamente in home video e il riscontro è bassino anche in Italia, di solito assai generosa (non rientra nemmeno nei primi 100 incassi della stagione). Non lascia particolare traccia al box-office neanche Melinda e Melinda (in Italia a fine stagione è 84°).
Con Match Point tutto cambia, non tanto in U.S.A., anche se era da Hannah e le sue sorelle che un film di Allen non superava i 20 milioni di dollari di incasso, quanto nel resto del mondo, con un totale di 85,6 milioni di dollari. Cosa è cambiato? Di sicuro i luoghi di riferimento, siamo a Londra (ma per pure esigenze commerciali, in quanto quella di girare a Londra era una clausola prevista dalla finanziatrice BBC Films), ma anche un cambio di registro, sempre brillante ma più incline a dramma e thriller che alla commedia. È il film di cui si dice “non sembra neanche di Woody Allen!” e questo pare giovare alla resa commerciale dell’opera. Una sorta di svecchiamento dell’immagine di Allen che fa bene agli incassi. Parte della critica più integralista, però, come sempre accade quando il successo esplode, prende le distanze dal film, reo di scelte (musicali, letterarie, narrative) meno sofisticate e più vicine al “presunto gusto del pubblico” (comunque se fosse così semplice ipotizzare il “presunto gusto del pubblico” sarebbe più semplice anche confezionare successi). In Italia Match Point supera i 9 milioni di euro di incasso, un milione e mezzo di persone lo vanno a vedere in sala e a fine stagione è 12°, dopo La fabbrica di cioccolato con Johnny Depp e prima di I fantastici quattro di Tim Story.
I successivi film della decade beneficiano tutti di questo nuovo slancio (anche una cosina come Scoop, capace di incassare quasi 40 milioni di dollari in tutto il mondo, si potrebbe chiamare “effetto Scarlett”), tranne Sogni e delitti, punta minima in U.S.A. (per trovare un film che abbia incassato di meno occorre andare indietro fino al 1987 con Settembre) e accolto bene solo nel nostro paese con un incasso di 6,8 milioni di dollari che è il più alto del mondo; la fiducia nel film in America è talmente bassa che l’uscita è in sole 107 sale cinematografiche.
Il maggiore incasso del decennio è però Vicky Cristina Barcelona, in cui all’”effetto Scarlett” si sommano l’esotismo spagnolo (va dove ti portano i finanziatori) e l’Oscar a Penelope Cruz come migliore attrice non protagonista.
I primi dieci anni del nuovo millennio si concludono con Basta che funzioni, con cui Allen torna a New York e alla commedia, ma il vecchio corso non piace al pubblico americano che gli volta nuovamente le spalle, mentre l’incasso italiano è ancora una volta il più alto del mondo.
GLI ANNI ’10
Un decennio determinante per la carriera di Woody Allen, in cui il regista americano passa dalle stelle alle stalle, il tutto in pochissimi anni in cui, da star celebrata e riverita, diventa persona non gradita (i motivi, che non indagheremo, sono sempre gli stessi, già confutati ma tornati in auge). Dieci anni in cui c’è sia il maggior successo commerciale oggettivamente documentato di Allen che il suo maggiore insuccesso.
Si comincia con Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, che rientra nella categoria “Opps! Qual è pure?” e rappresenta la quarta tappa a Londra dopo Match Point, Scoop e Sogni e delitti. Incassi U.S.A. assai modesti riscattati da un discreto andamento internazionale guidato questa volta dalla Francia, ma il budget un po’ più alto degli standard impedisce di far quadrare i conti con il solo theatrical.
Segue l’apice commerciale di Woody Allen, con la tappa francese Midnight in Paris. Un film apprezzato dalla critica, anche se quella più integralista storce un po’ il naso per quella Francia idealizzata a stretto confine con la superficialità e i luoghi comuni, ma amato incondizionatamente dal pubblico di ogni latitudine, con risultati superiori alla media dei suoi film non solo negli Stati Uniti (56,8 milioni di dollari), ma anche in Brasile (7,8 milioni di dollari), Australia (7,3 milioni di dollari) e Corea del Sud (2,2 milioni di dollari). Il maggiore incasso europeo è prevedibilmente quello francese (14,5 milioni di dollari), ma Italia e Spagna seguono a ruota con più di 10 milioni di dollari. Di aiuto anche l’Oscar che Allen riceve per la sceneggiatura originale. Se ci si basa esclusivamente sui numeri, quindi senza rivalutazioni, rappresenta l’apice commerciale di Allen, il suo maggiore incasso mondiale di tutti i tempi.
I film successivi della decade sono tutti successi, almeno fino a Café Society, ma andiamo per ordine.
To Rome With Love è il film di Allen meno amato dalla critica, ma la location italiana con tutti gli stereotipi del caso, il ritorno sulle scene di Roberto Benigni e dello stesso Allen e la presenza di Penelope Cruz, attirano un pubblico internazionale che risponde all’appello con un incasso mondiale assai soddisfacente (73,2 milioni di dollari). Dopo gli Stati Uniti è, come previsto, quello italiano il maggiore incasso al mondo, mentre rispondono con minore entusiasmo mercati solitamente generosi come Spagna (4,2 milioni di dollari) e Francia (appena 3,8 milioni di dollari).
Blue Jasmine è un altro grande successo di critica e pubblico e porta a Cate Blanchet il secondo Oscar. Rappresenta la migliore media per schermo di apertura per un film di Woody Allen. Al debutto incassa infatti 612 mila dollari in sole sei sale. Un esordio folgorante che anticipa il grande successo del film, sia in U.S.A. con 33,4 milioni di dollari, sia negli altri mercati che con un incasso di 65,6 milioni di dollari rappresentano il 66,3% del totale di 99,1 milioni di dollari. Il riscontro è solido non solo in America, ma anche in Francia (12,6 milioni di dollari) e Regno Unito (8,3 milioni di dollari); un po’ freddino, invece, il pubblico italiano, nonostante l’uscita pre-natalizia. Allen, comunque, è ancora nel novero degli artisti che contano, infatti riceve la sua ultima candidatura all’Oscar per la sceneggiatura di un film.
Con Magic in the Moonlight inizia il sodalizio con Emma Stone che proseguirà con Irrational Man. Se il primo, grazie agli incassi dei mercati extra-americani (che incidono sul totale nella misura del 79,3%), riesce a far quadrare i conti, il secondo va particolarmente male negli Stati Uniti (nonostante l’uscita in 925 sale), ma riesce a rientrare dei costi con il solo theatrical a causa del discreto riscontro internazionale e del budget particolarmente basso (11 milioni di dollari).
Cosa che non accade con il successivo Café Society, film che inaugura la poco fortunata era Amazon. Il film in realtà ha incassi niente male (ancora una volta apertura scintillante a Cannes), ma deve rientrare di un budget decisamente fuori standard per Allen (30 milioni di dollari). Tutto ciò ci fa capire come gli spettatori dei film di Allen, a parte pochi casi in grado di interessare un pubblico vario e quasi generalista, siano fondamentalmente sempre gli stessi e un budget medio/alto, che richiede quindi incassi medio/alti per essere ripagato, può trasformare un film in un insuccesso commerciale. Il fatto che insieme ad Allen invecchi anche il suo pubblico non pare supportato da alcun ricambio generazionale.
Un distacco che si fa particolarmente sentire con il successivo La ruota delle meraviglie. Il film con Kate Winslet non brilla infatti in nessun mercato. In Francia esce il 31 gennaio 2018 e con 20.147 biglietti venduti segna il debutto più basso per un film di Allen negli ultimi 15 anni. Nonostante un risultato non particolarmente brillante (circa 3 milioni di euro), è ancora una volta quello italiano il miglior risultato al mondo. Anche questa volta è il budget superiore alla media (25 milioni di dollari, sarà la luce di Storaro?) a dare il colpo di grazia definitivo alla resa commerciale del film, comunque modesta anche in proporzione alle opere precedenti.
Con le rinnovate accuse sostenute da Ronan Farrow, il movimento #MeToo di cui Allen diventa bersaglio e il pubblico schieramento, a sfavore, di tanti attori che hanno lavorato con lui, Allen viene abbastanza bruscamente estromesso dallo star system e anche Amazon ne prende le distanze (segue causa milionaria intentata da Allen, poi rientrata in seguito ad accordo di cui non sono stati resi noti i termini). Come conseguenza diretta Allen non viene più distribuito negli States e ne risente anche la distribuzione internazionale. Un giorno di pioggia a New York incassa globalmente 22 milioni di dollari a fronte di 25 milioni di dollari di budget, mentre Rifkin’s Festival prova a rialzare la testa aprendo San Sebastian, ma incappa nell’era Covid, penalizzante per tutti, finendo per incassare briciole.
Termina così, almeno per ora, la storia commerciale dell’uomo che ci ha fatto sganasciare dalle risate e riflettere con leggerezza sulle pulsioni umane e sulla nostra precarietà, i cui film hanno incassato, solo in America, più di 600 milioni di dollari, ma sommando tutti i dati disponibili si supera ampiamente il miliardo di dollari. Più di 100 milioni di euro arrivano solo dall’Italia con gli incassi a partire dal 1994.
Un grande artista dei nostri tempi che sarà il tempo a ridimensionare o glorificare. A lui, in ogni caso, poco importa. Ce lo ricorda nelle righe finali della sua autobiografia “A proposito di niente”: “di vivere nel cuore e nella mente del pubblico non mi importa niente, preferisco vivere a casa mia”.
Amen.