TRAMA
La catastrofica vita quotidiana del ragionier Ugo Fantozzi: qui subisce, anche, una clinica per dimagrire, la probabile infedeltà della moglie, il fanatismo ciclistico del nuovo mega-direttore e una crociera da schiavo.
RECENSIONI
Dopo le due puntate di gran successo dirette da Luciano Salce negli anni settanta, Paolo Villaggio (che con Salce ha litigato) si appropria in tutto e per tutto della sua creatura, curandone anche la regia con l’ausilio del giovanissimo Neri Parenti. Non re-inventa e fotocopia stile e modi dei due episodi precedenti ma il risultato è l’ultimo accettabile dell’intera saga e l’ultimo a rifarsi a un romanzo del comico genovese, dato alle stampe l’anno precedente. Se le invenzioni sono un poco ripetitive e meno surreali (ma la sfiga ci vede benissimo e scrive nel cielo “Il Mega Presidente è uno stronzo!”), molte scene sono fra le più memorabili e citate per rappresentare il proverbiale personaggio: le sevizie nella clinica-lager che culminano con il furto di polpette, la moglie Pina (Milena Vukotic sostituisce Liù Bosisio) che s’innamora del fornaio di Diego Abatantuono (un brano straziante nel suo passare dalla peccatrice di un potenziale adulterio alla creatura infelice schernita dall’oggetto d’amore), la disastrosa e vessatoria Coppa Cobram di ciclismo (con incidenti mortali…).
