TRAMA
L’eroe di guerra Coriolano, convinto a entrare in politica, finisce preda di un complotto e bandito da Roma cerca la sua vendetta, alleandosi con il suo acerrimo nemico.
RECENSIONI
CORIOLANUS
Il teatro della guerra, il teatrino arido della politica: sono i palcoscenici su cui si muove Caio Marzio Coriolano, eroe bellico di una tra le più lunghe e meno rappresentate tragedie shakespeariane. Ralph Fiennes la sceglie per il suo debutto dietro la macchina da presa, trasformando la Roma immaginata dal Bardo mezzo millennio fa in uno scenario da est Europa di oggi, desaturato e polveroso, in cui l'unico colore è lo scarlatto del sangue che Coriolano si bea di portare sul volto, insieme alle tante cicatrici. L'operazione di Fiennes si inserisce nel solco delle attualizzazioni dell'opera di Shakespeare, come già il Romeo+Giulietta di Luhrmann o l'Hamlet 2000 di Almereyda: qui però in chiave nettamente meno pop e glamour. Il regista non tenta la carta della modernità straniante rispetto al testo originale, sebbene alcuni escamotage siano comuni alle opere citate (uno su tutti, l'uso di tg e talk show in sostituzione del coro teatrale): il suo intento non è tanto quello di spiazzare inserendo Shakespeare in contesto contemporaneo, quanto quello di plasmare stilemi del thriller politico attuale intorno all'opera originale. Anziché giocare sullo stridere del linguaggio aulico in un contesto tanto moderno, Fiennes scava nel testo per amplificarne la violenza cruda e dare ai corpi sulla scena il giusto peso specifico e trasformare la guerra in seducente richiamo del sangue. Così ogni scontro fisico tra Coriolano e il nemico giurato Aufidio, nelle interpretazioni di Fiennes e Gerald Butler, trascende il mix di stima e terrore presente nel testo per mutarsi in corpo a corpo dalla ingombrante valenza omoerotica; così qualcosa di quasi incestuoso e sensuale s'insinua nel legame viscerale fra Coriolano e la madre che lo istiga alla lotta, una meravigliosa Vanessa Redgrave, feroce e sanguigna. Fiennes porta in scena la fisicità pesante, perturbante e quasi aliena che caratterizzava il suo indimenticato Amon Goeth, si stravacca come un novello Kurtz sul trono momentaneamente offerto da una sedia per dentisti e porge allo spettatore un pulsante cuore di tenebra grondante sangue e vendetta.