Commedia, Drammatico

ATTRICI

TRAMA

Marceline è un’attrice ossessionata dal personaggio di Natalia Petrovna, l’eroina di “Un mese in campagna” di Turgenev, pièce che sta provando con grande difficoltà.

RECENSIONI

Ci piace Valeria Bruni Tedeschi, ci piace il modo (spudorato?) in cui ha deciso di mettersi in gioco: rampolla di una ricca famiglia, famosa attrice internazionale, sorella di una donna (ancor più) famosa, vezzosa fanciulla alle prese con i tormenti interiori di chi ha tutto e che tuttavia mette in scena una quarantenne come lei, che sbatte la testa contro il muro e che non si accontenta del tutto che ha: vuole anche la felicità. Ci piace perché quelli che rappresenta sono tormenti veri, importanti o futili che siano. Ci piace come gioca sulla possibilità di ritrovarsi nel personaggio che interpreta (ma non di necessità), del suo lieve sbattersene di quello che si può pensare del suo lamento («Ma come osa? Li vorrei io i suoi problemi!»). Se È più facile per un cammello... era una commedia agra a tratti deliziosa, tutta imperniata sulla dimensione familiare, qui si vira sull'autobiografia privata di un'attrice affermata che vuole un figlio. E che deve averlo ora o mai più. Di qui l'analisi del suo vissuto, i rapporti con la madre, con il regista/Amalric («Voglio dei corpi! Non della psicologia!» potrebbe/dovrebbe evocare Chéreau), con un giovane attore (Garrel) e una sua vecchia compagna di corsi.
Solito convulso gioco di specchi: autoreferenzialità a manetta, a tratti amena, a tratti farsesca, sempre intelligente