Animazione

ANIMA BUENOS AIRES

TRAMA

Humor, tango ed emozione si fondono in un film che rivela l’anima nascosta di Buenos Aires attraverso lo sguardo dei più importanti artisti dell’animazione e della grafica argentina.

RECENSIONI


Il titolo spiega alla perfezione il progetto: raccontare l’anima di una città, nel caso specifico Buenos Aires, quindi il groviglio di bellezza e contraddizioni che la caratterizzano, attraverso un film di animazione che amalgama stili differenti. Si va dall’animazione 2D al collage, dal fotomontaggio alla stop-motion e al fumetto. Fil rouge il tango, che lega nella soavità musicale i quattro episodi che compongono l’originale quadro. Il primo, Meado por los perros, è il più riuscito. Si affida a una tecnica mista dove domina il collage e racconta di un macellaio di quartiere che si trova a subire la concorrenza di un enorme centro commerciale e a perdere così la totalità della clientela. Con leggerezza, brio, umorismo dissacrante e cinismo, il corto mostra le conseguenze del consumismo sul tessuto sociale.


Meno efficace, perché indeciso nella stilizzazione e un po’ prevedibile nell’assunto (una critica alle convenzioni attraverso la purezza dello sguardo infantile), il secondo raccordo, Claustrópolis, in cui un ragazzino ricco e solitario si trova ad entrare nel turbine creativo di una vivace writer. Dal forte impatto, invece, il terzo episodio, Bu-Bu, una contaminazione del genere noir con il fumetto che mostra cosa succede in un povero sobborgo periferico quando apre un’enorme fabbrica di caramelle. La voce narrante, dall’incedere magnetico, è quella irresistibile di un simpatico e verace malavitoso locale.
 


Conclude l’affresco Mi Buenos Aires herido, che sull’onda della nostalgia opta per il surreale nel raccontare metaforicamente, e con afflato poetico, storia, usi e costumi dell’Argentina. La tetralogia si apprezza per l’originalità dell’approccio, grazie soprattutto alle colonna sonora che smussa le differenze stilistiche e tematiche, ma l’insieme è discontinuo e non tutti gli episodi hanno la stessa potenza espressiva. Rappresenta comunque un tentativo di cavalcare gli  stereotipi con stile.