TRAMA
Una giornata nella vita di Ricardo Villalobos.
RECENSIONI
Ricardo Villalobos, Dj e compositore di musica elettronica, è il cuore visivo e sonoro del documentario eponimo di Romuald Karmakar, già a Venezia qualche anno fa con il film di fiction Der Totmacher. L’autore opta per la pura documentazione-contemplazione dell’atto performativo e creativo, alternando la captazione degli “eventi” (a Berlino come a Ibiza, per la prima volta la performance di un Dj viene filmata come un concerto, ovvero nel pieno rispetto dell’unità di tempo) ad un blocco centrale in sala di registrazione che rende conto del processo creativo in tutte le fasi: dall’ascolto alla selezione dei brani, dall’estrapolazione di suoni raveliani alla loro rielaborazione sintetica. Villalobos non si mette a nudo, non parla di sé ma si dice indirettamente parlando del suo lavoro, descrivendo ed illustrando, come in un film didattico di Rossellini, il proprio “sistema”. In un certo senso, enuncia un’ossessione che “esplode” in due tempi: nello studio, sorta di gabinetto caligariano metallico e acustico, un’estensione o espansione del sé, e in scena. Il grande, mostruoso mixer, una foresta di cavi in grado di manipolare all’infinito il sospiro del mondo, diviene così una sorta di oggetto “protesico” in grado involontariamente di ipostatizzare l’ossessione e la “follia” del suo creatore.
