

Donne nel cinema di regime fra tradizione e modernità, appena uscito per le edizioni Falsopiano, rappresenta un ennesimo tassello sulla produzione cinematografica italiana di regime.
_x000D_L’approccio metodologico assunto tiene conto della più recente letteratura italiana e internazionale sull’argomento e si inserisce nel campo degli studi culturali piuttosto che di genere. E infatti l’indagine è indirizzata a delineare il variegato e spesso contraddittorio contesto storico, sociologico e culturale dell’Italia fascista, considerato imprescindibile per la comprensione dei significati che i corpi, i gesti, i comportamenti, le battute e gli ideali dei diversi personaggi femminili trasmettono. L’indiscussa protagonista del grande schermo è la “donna giovane” in particolare nella commedia, il genere per eccellenza di quegli anni. Da questo studio, che si avvale di non solo di testi filmici ma anche di fonti non cinematografiche, affiora una tipologia muliebre divisa tra tradizione e modernità nonostante il verbo fascista mirasse a propagandare l’immagine edulcorata della donna “madre e moglie esemplare”. Adolescenti in fiore, adultere, angeli della patria, vittime sacrificali, femmes fatales, donne volitive, angeli inquieti, donne “in vetrina” (telefoniste, commesse, dattilografe, indossatrici) sono le principali tipologie muliebri al centro del libro. Assia Noris, Isa Miranda, Maria Denis, Alida Valli, Mariella Lotti, Clara Calamai, Elsa Merlini, Lilia Silvi, Luisa Ferida, Elisa Cegani, ecc… , Dive dell’epoca, oggi per lo più dimenticate, hanno dato un volto a queste donne creando uno star system italiano che il volume di Nicoletto radiografa per la prima volta nella sua complessità.