Cortometraggio, Grottesco, Recensione

X2000

Titolo OriginaleX2000
NazioneFrancia
Anno Produzione1998
Genere
Durata9'
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

La mattina del 1º gennaio 2000 in un appartamento.

RECENSIONI

Sono i responsabili del programma cortometraggi di Canal + che mi hanno contattato. Dato che avevano già comprato diversi miei corti, mi hanno domandato se m'interessava. A priori, la fantascienza non è proprio il mio forte, ma per l'appunto mi è sembrato interessante tentare di dare una visione dell'anno 2000 diversa dalla fantascienza.

L'alba. Un salotto in cui tutte le superfici disponibili sono ricoperte di bicchieri, piatti sporchi, bottiglie vuote. Un insetto si arrampica sul vetro della finestra (Bonne année 2000). Un uomo si sveglia. E' a letto con una donna più anziana di lui. L'uomo va in cucina. Si versa un bicchiere d'acqua. Vi galleggiano, come in un brodo primordiale, due aspirine. L'uomo va in salotto. Vede due ragazzi che dormono assieme in un sacco a pelo. Sono identici. L'uomo va alla finestra, guarda fuori. Nel palazzo di fronte, una coppia sta facendo l'amore. L'uomo si installa nel vano della finestra. Nel frattempo la donna si è alzata. Vaga per le stanze, getta uno sguardo in salotto e si allontana. Va a prepararsi un bagno. Rumore di vetri rotti. Nel salotto, l'uomo è a terra. Fissa pensoso i ragazzi. Lo fissano. Gli occhi sbarrati. Morti? L'uomo raccoglie dei cocci di  vetro, va a gettarli in cucina. Vede una formica. Due. Tre. Ne schiaccia una, che non muore, continuando a trascinarsi. Solleva il secchio della spazzatura: una colonia (Jean farà una cosa simile nell'incipit di Sotto la sabbia). La donna è nella vasca: a occhi chiusi, si gode il bagno (come Tatiana in Regarde la mer e Julie in Swimming pool). Entra l'uomo, cui la donna domanda:
- Come va?
- Insomma...
- Che c'è che non va?
- Le formiche attaccano.

Sul piede dell'uomo si arrampicano le formiche.
Nel caso di X2000, miraggio di un Eden sfuggente che ha la densità del sogno e l'essenzialità della premonizione, le spiegazioni sono più che mai superflue: conta solo l'eleganza sublime delle immagini, il tono felicemente insensato delle invenzioni, la sottile desolazione che pervade quello che è forse il miglior corto (finora) realizzato da Ozon.