Bellico, Fantascienza

WORLD INVASION

TRAMA

Gli alieni invadono la Terra.

RECENSIONI

Un'invasione aliena con le seguenti modalità: la città di Los Angeles, un breve flashforward, una festa per presentare i personaggi, un attacco extra-terrestre improvviso e violento che coglie alla sprovvista chiunque, grandi astronavi a sovrastare il cielo, la macchina da presa che diventa manuale insieme all'azione che si fa convulsa, mostri in cui carne e circuiti sono un tutt'uno, un piccolo grumo di umanità a fronteggiare l'inaspettato. Vi sembra un film già visto? Al di là delle tante opere affini, Skyline, girato dopo ma uscito strategicamente prima, è praticamente la fotocopia low-budget di World Invasion, con l'unica differenza che il lato umano della trita vicenda vede in difesa gente comune e non militari.

La sovrapposizione del soggetto e dell'apparato visivo dipende dalla Hydralux, società dei fratelli Greg e Colin Strause che hanno diretto Skyline e curato gli effetti visivi di World Invasion. Medesimo anche il risultato fallimentare, con qualche merito in più per il film di Jonathan Liebesman che non si limita a ostentare l'outlet degli effetti speciali ma si cimenta anche in sequenze complicate e tecnicamente efficaci. A inquinare la professionalità dell'impianto è una sceneggiatura ridotta all'osso in cui c'è spazio solo per contenuti patriottici esaltanti la forza, l'eroismo, il coraggio e lo spirito di sacrificio dell'apparato militare. Un film che sembra quindi uno spot grondante retorica a favore dell'esercito americano. Inutile parlare di personaggi, sono tutte pedine di un war movie in cui si spara ininterrottamente dall'inizio alla fine senza capire sempre verso chi e a favore di cosa.

A parte il protagonista Aaron Eckhart, ogni tanto riconoscibile, gli altri personaggi risultano indistinguibili e cadono nel vuoto i fiacchi tentativi di creare un coinvolgimento nei loro confronti. Curioso come all'aumento di frenesia e concitazione dell'azione corrisponda un distacco sempre maggiore dello spettatore, provato dalla quasi immediata perdita di coordinate a cui agganciarsi per seguire il racconto. Uno spaesamento che, pari a quello dei personaggi, potrebbe risultare contagioso e spiazzante, ma che la regia sfrutta unicamente a fini pseudo spettacolari saccheggiando idee (soprattutto quella di una contingenza imprevista e fulminea con cui fare i conti) e stili altrui (in origine fu Cloverfield, poi venne District 9) che hanno già esaurito tutta la loro carica eversiva.