TRAMA
Parigi, 1830: nello scontro con l’Alchimista, “fantasma” assassino, l’investigatore Vidocq resta ucciso. Il suo giornalista e biografo indaga sull’identità del criminale.
RECENSIONI
Eugène François Vidocq (1775-1857), scrivendo le “Mémoires” (1832), praticamente inventò il giallo, il noir e il moderno feuilleton. Un ladro, galeotto, poliziotto, spia e detective, Vidocq s’iscrive perfettamente nella tradizione “fantasy” francese dei film di Louis Feuillaude, fra Fantomas e I Vampiri. Era già stato protagonista di un serial Tv (“Le nuove avventure di Vidocq”, 1971) con Claude Brasseur e di Uno Scandalo a Parigi di Douglas Sirk: in questa versione dell’esordiente Pitof, genietto degli effetti speciali (la Giovanna d’Arco di Luc Besson, l’Asterix di Claude Zidi, l’Alien di Jean-Pierre Jeunet, di cui il sodale Marc Caro qui cura la grafica dei personaggi), collabora alla sceneggiatura il Jean-Christophe Grangé de I Fiumi di Porpora, di cui si replicano l’esoterismo satanico, le matrici horror nel poliziesco e, purtroppo, le manchevolezze di una trama poco plausibile che traballa sempre più. Sublime il laido ciccione di Depardieu, cupa e inquietante, con rosso fuoco alla Jeunet (appunto), la Parigi immaginata, con estro creativo, dal regista, che lavora molto di riprese claustrofobiche, fra macchina da presa addosso agli interpreti, montaggio convulso e continui trucchi visivi.