Fantapolitica, Recensione, Thriller

VA’ E UCCIDI

Titolo OriginaleThe Manchurian Candidate
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1962
Durata120'
Sceneggiatura
Tratto dadall'omonimo romanzo di Richard Condon
Fotografia
Scenografia
Costumi

TRAMA

Di ritorno dalla guerra in Corea, il sergente Raymond Shaw viene insignito della massima onorificenza militare, la Medaglia d’Onore del Congresso. In realtà è un boia telecomandato.

RECENSIONI

In the sixties, with the release of Birdman of Alcatraz, All Fall Down, Manchurian Candidate, Seven Days in May and The Train, I was considered to be among the most important directors internationally.

Fatta eccezione per Colpevole innocente (1957), lungometraggio d'esordio tempestato da inconvenienti di lavorazione, e L'uomo di Alcatraz (1962), pellicola d'impegno civile limitata dall'impossibilità di girare nel vero penitenziario di San Francisco, la produzione cinematografica degli anni '60 di John Frankenheimer rappresenta un imponente corpus che ha intaccato il canone della tarda classicità hollywoodiana. Ricorrendo a procedimenti linguistici messi a punto nella gavetta televisiva e avvalendosi di cast eccellenti (Burt Lancaster, Karl Malden, Angela Lansbury, Janet Leigh) nonché di apporti tecnici di assoluto valore (Lionel Lindon e James Wong Howe come direttori della fotografia, Richard Sylbert alle scenografie e Saul Bass quale visual consultant), il cineasta newyorkese ha sgretolato film dopo film le regole visive e produttive del cinema americano degli anni '50, prediligendo riprese on location e svecchiando moduli rappresentativi ormai incapaci di fare presa sulla realtà . Più vecchio di una decina d'anni (classe 1930) dei cosiddetti movie brats (Scorsese, Coppola, De Palma...), Frankenheimer ha dato una spallata al frusto repertorio classico, muovendo da una prospettiva personale contraddistinta dal realismo aggressivo e preparando il terreno alla libertà espressiva della New Hollywood.

The first film I really instigated and had complete control over was The Manchurian Candidate. This is the film I did exactly as I wanted.

Quinto lungometraggio di John Michael Frankenheimer, Va' e uccidi, inverosimile stravolgimento di The Manchurian Candidate, è il primo film da lui coprodotto (insieme allo sceneggiatore George Axelrod e a Frank Sinatra) nonché la sua prima pellicola controllata integralmente: l'impetuosa visualità del trentaduenne cineasta newyorkese può finalmente esprimersi senza freni o limitazioni produttive, confidando nell'appoggio incondizionato di Frank Sinatra, che accettò persino di rinunciare all'amica Lucille Ball in favore di Angela Lansbury nel ruolo della Signora Iselin, assecondando così la scelta del giovane regista. Sventuratamente profetico nell'anticipare l'omicidio Kennedy e fantasiosamente sbrigliato nella rappresentazione delle tecniche di brainwashing, The Manchurian Candidate è tratto dall'omonimo romanzo di Richard Condon, libro passato tra le mani di molti produttori e rifiutato da ogni studio di Hollywood. Sollecitato da Axelrod, Frankenheimer lesse il romanzo di Condon e insieme acquistarono i diritti a un costo relativamente basso, ma fu solo grazie a Sinatra, entusiasta all'idea di fare il film, che il progetto poté spiccare il volo.

Also, the most important aspect is that this country was just recovering from the McCarthy era and nothing had ever been filmed about it. I wanted to do a picture that showed both how ludicrous McCarthy-style far-right politics are and how dangerous the far-left is also, how they were really exactly the same thing, and the idiocy of it all.

Politicamente progressista, il regista newyorkese si è sempre contraddistinto per il peso assoluto dato al valore della libertà, valore continuamente messo in pericolo dalla bestialità degli istinti da una parte e dalla normatività dei codici comportamentali dall'altra. Un cineasta profondamente umanista che nella sua disomogenea filmografia non ha fatto altro che enunciare una concezione della libertà come equidistanza sia dallo spontaneismo irrazionale che dal conformismo intransigente. Ma se dal punto di vista tematico Frankenheimer è un liberal in qualche modo moderato, stilisticamente possiede una spregiudicatezza e un'aggressività inequivocabilmente radicali. Ne è riprova The Manchurian Candidate, girato prevalentemente con lenti grandangolari e in real location: si tratta di uno stile che Frankenheimer ha sviluppato negli show televisivi live per la CBS e la NBC negli anni '50. Tuttavia, pur avendolo già utilizzato sporadicamente nei suoi film precedenti, è in questa pellicola che lo impiega quasi di continuo, dando alle immagini una marcata profondità di campo proveniente dagli obiettivi grandangolari.

It was the first time I'd had the courage, the assurance and self-confidence to go back to what I really had been good at in television.

Considerato da Frankenheimer uno dei migliori script su cui abbia mai lavorato, l'adattamento di Axelrod fu modificato pochissimo e, dopo due settimane di prove preliminari, le riprese durarono 41 giorni. La celebre sequenza del brainwashing venne filmata secondo sei combinazioni diverse, alternando attori e scenografie: al montaggio fu affidato il compito di assemblare le singole parti. L'idea della distorsione percettiva era già contenuta nel romanzo di Condon, ma l'intuizione della panoramica a 360°, realizzata grazie a set su rotaie fatti slittare a seconda della posizione della mdp, fu totalmente frutto dell'inventiva del regista. Dal momento che Frankenheimer era impegnato nelle riprese e non aveva il tempo necessario per progettare la configurazione del montaggio di questa scena, chiese ad Axelrod, che non aveva mai montato una singola sequenza in vita sua, di basarsi sulla sceneggiatura e mettere qualcosa assieme. Script alla mano, Axelrod segnò sulla sceneggiatura le variazioni che avrebbe voluto vedere sullo schermo. Il montatore Ferris Webster mise le inquadrature insieme e il risultato fu pressappoco quello definitivo, con leggere correzioni apportate in un secondo momento. Ma la creatività visuale del cineasta non conosce davvero pause: oltre a comporre inquadrature caratterizzate dalla presenza di volti immobili in primissimo piano col resto dell'immagine in movimento sullo sfondo, Frankenheimer lavora sull'intersezione tra riprese televisive visualizzate sui monitor e riprese cinematografiche simultanee, azzardando persino momenti di concitatissimo overlapping dialogue (la sequenza in cui il Senatore Iselin denuncia la presenza di comunisti infiltrati nel Dipartimento della Difesa).

On another level we believed that we lived in a society that was brainwashed. And I wanted to do something about it.

Raymond è un boia telecomandato sguinzagliato per le strade di New York e Washington. L'onore ha il volto inespressivo di Laurence Harvey, la cospirazione quello imperturbabile della regina di quadri. L'atto eroico del sergente Shaw è pura rappresentazione, come la guerra, come il cinema. "Prendi le carte e comincia a fare un solitario!" Esce la donna di quadri e Raymond è pronto a uccidere. È un'immagine a riattivare il condizionamento: il controllo visivo è l'autentico campo di battaglia. Impastando realtà e illusione, nella scena del brainwashing Frankenheimer ci tratta come soggetti condizionati, con una panoramica a 360° ci persuade di assistere ad una riunione di floricoltura: il massimo di visibilità coincide col massimo d'illusiorietà. Nel finale Raymond è appostato nella cabina e si appresta a colpire. Il capitano Marco scopre dove è nascosto e si precipita verso di lui. Il montaggio alternato intreccia Hitchcock (Foreign Correspondent) e Welles (il deep focus) in un ibrido sconcertante. E dopo aver eliminato sua madre e il senatore Iselin, Raymond gira il fucile verso di sé: il solo modo per sfuggire al controllo è non esserci. Epilogo: Bennett Marco improvvisa un elogio funebre per il sergente Shaw. Poi volta le spalle alla macchina da presa e tuona: "Al diavolo! Al diavolo!". Nella guerra psichica la retorica slitta nel grottesco. Irrimediabilmente.