Drammatico, Recensione

UN PADRE IN PRESTITO

Titolo OriginaleSecond Best
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1999
Durata105’

TRAMA

Un single quarantenne di una cittadina del Galles vuole adottare un bambino di dieci anni problematico, legato in modo morboso al padre che è in prigione.

RECENSIONI

Terza regia del direttore della fotografia Chris Menges che, tornato in patria dopo la parentesi hollywoodiana (CrissCross), ritrova il passo felice di Un Mondo a Parte, quella potente carica umanistica del racconto che predilige lo sguardo da e sull’infanzia, sensibile e commovente senza essere mai patetico. Difficile trovare la giusta misura: il cinema americano dei codici scade facilmente in artifizi ricattatori, mentre la direzione autorale-arty, a volte, pone narcisisticamente in secondo piano la materia rispetto allo stile e al ‘messaggio’. Ci vuole anche chi, come Menges (e Randa Haines, ad esempio), conosca il valore dell’umiltà che si mette al servizio di una storia e l’abilità, d’altro canto, di restituirne la tridimensionalità anche attraverso la forma, l’estetica (magnifica la fotografia verde-Galles), la sinergia di altri elementi espressivi (ottimo il commento sonoro). Eccellente direttore d’attori (menzione per John Hurt, nonostante la piccola parte), Menges offre a William Hurt uno dei ruoli più riusciti ed insoliti: con capelli ricci e occhiali, interpreta un uomo timido, solitario, mite, sincero, premuroso. Il racconto di David Cook (romanzo e sceneggiatura) crea un parallelo fra il ragazzino ed il padre adottivo, vittime di un’infanzia difficile (flashback a seguire) e alla ricerca di un equilibrio, pronti a scontrarsi ma anche a darsi sostegno l’un con l’altro, consci che le difficoltà dell’incomunicabilità sono patrimonio condiviso, uniti, anche, dal comune timore delle figure femminili. Il disegno di entrambi è appassionante, a tutto tondo, ricco di spunti di riflessione: il ragazzino è una specie di gatto selvatico, che graffia e poi cerca affetto. È la messinscena di una competizione fra tenerezza e durezza, per il primo posto (il titolo originale: ‘di seconda mano’) di padre nel cuore del bimbo. I figli non sono un oggetto ma una missione.