TRAMA
Un giornalista televisivo sospetta che il procuratore, prossimo ad essere eletto governatore, abbia falsificato più volte le prove contro gli indiziati nei processi che ha vinto. Per smascherarlo, fa in modo che tutti gli indizi di un omicidio ricadano su di lui.
RECENSIONI
Era l’occasione di Peter Hyams per tornare in auge, non poteva sbagliare rifacendo un gioiello di thriller come L’Alibi era Perfetto di Fritz Lang (1956) e la presenza di Michael Douglas (insieme in Condannato a Morte per Mancanza di Indizi) era di buon auspicio. Non è mai stato un grande regista, ma la rara peculiarità di firmare anche la fotografia (sempre notevole per certe soluzioni tecniche) delle pellicole che dirige e il professionismo dimostrato nel passare da un genere all’altro gli hanno (avevano) ritagliato un posto d’onore fra gli artigiani di Hollywood: robaccia come D’Artagnan poteva essere solo un (grave) incidente di percorso. Con quest’opera, però, di cui firma anche sceneggiatura e produzione, s’è definitivamente scavato la fossa sulla memoria. Non funziona niente: da Jesse Metcalfe pieno di sé sin dalla prima inquadratura (la sua antipatia rovina il 40% del film), al personaggio di Michael Douglas che parte convenzionale e resta solo uno schizzo, sprecato da una sceneggiatura dispersiva ed acquosa, che disattende anche la tensione del thriller per dedicarsi alla storia sentimentale fra i due sciapi protagonisti, muniti di dialoghi ad effetto e battute della peggior specie. L’altro 60% del film è annichilito dalla commedia di caratteri, quanto mai fuori luogo in un legal thriller (vedi la vecchia rimbambita delle cassette di sicurezza), da involontarie scene scult (l’auto del poliziotto cattivo che, in un garage deserto, insegue la ragazza facendo vari numeri per provocarla, manco fosse La Macchina Nera) e da imbarazzanti impalcature, vedi la parte finale tirata via incomprensibilmente (dato che tutta la pellicola si dilunga in companatici), alla ricerca di colpi di scena che non stanno in piedi e con sviste grossolane in tempo reale (nello stesso secondo, lei scopre il suo doppio gioco e ha già chiamato la polizia per arrestarlo).
