Fantascienza, Recensione

ULTIMATUM ALLA TERRA (1951)

Titolo OriginaleThe day the Earth stood still
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1951
Durata92’

TRAMA

Giunto sulla Terra con un disco volante, l’alieno Klaatu ha un messaggio di vita o di morte per gli esseri umani ma, divisi dai dissidi politici, i governanti del Mondo non riescono a trovare un accordo per riunirsi. L’extraterrestre, allora, tenta di comunicare con gli scienziati.

RECENSIONI

Più che sugli alieni, è un film su e per l’essere umano. L’espediente della creatura “divina” dal Cielo, diretta emanazione di un Giudizio Universale (assume il nome di Carpenter, cioè “falegname” e resusciterà), è il migliore per ridimensionare la portata dell’Uomo, rimarcarne l’ottusità e relativizzarne progressi e civilizzazione. Robert Wise pilota una drammaturgia che riesce a mantenere la giusta dose di realismo per infervorare gli animi sul tema della Pace, agganciandosi alle problematiche del suo tempo. Nessuna predominanza degli effetti speciali: il film vive del suo monito, sempre attuale, e dell’originalità di una fantascienza non terroristica ma “cristologica” (che diverge anche dal racconto alla base del 1940, “Farewell to the master” di Harry Bates, meno consolatorio). Un classico, fra i primi del genere insieme a La Cosa da un altro Mondo, che aveva una visione degli alieni diametralmente opposta ma generata dalla stessa fobia nucleare (la Guerra Fredda) e dell’ignoto (la ricerca spaziale muoveva i primi passi importanti).