TRAMA
Usa 2008: lo scoppio della crisi finanziaria visto dai manager che l’hanno provocata.
RECENSIONI
Trasposizione dell'omonimo libro di Andrew Ross Sorkin. Curtis Hanson romanza la crisi finanziaria per l’opera televisiva trasmessa in Usa dal canale HBO: il film focalizza sui responsabili, i manager dell'alta finanza (da Lehman Brothers a Goldman Sachs) che girano intorno a Henry Paulson, segretario del Tesoro dell'amministrazione Bush, alle prese col tentativo disperato di evitare lo scoppio della bolla speculativa del 2008. Il lavoro, denso di scambi e battute veloci, si presenta quindi come un continuo rimpallo tra squali che, arroccati alla difesa dei soli interessi personali, si applicano all'impossibile salvataggio delle società tra spartizione dei dividendi e campagna elettorale. Nella scelta di escludere la gente comune, che viene cristallizzata da sentenze esterne (Wilkinson: Le persone si comportano ancora normalmente, come se niente fosse), il regista di L.A. Confidential gira una tragedia da camera, teatrale, con molte stanze del potere e pochi esterni: una scatola chiusa colta a catastrofe avvenuta, che si limita a certificare la crisi e annunciarla (o nasconderla) alla cittadinanza. Ben scritto, interpretato e diretto, il film sconta a tratti il contenitore televisivo nella scelta delle soluzioni convenzionali e delle battute più didattiche; ma dall’altra parte sfrutta lo schermo domestico per tentare la particolarità, apertamente divulgativa e dalla parte del popolo, possibile ripartenza rispetto al più imbrigliato cinema hollywoodiano. E queste maschere di potenti, basti vedere le smorfie di William Hurt (Paulson), isolano chiaramente l'elemento ridicolo e grottesco intrinseco nei pochi, incapaci burattinai che tirano le fila globali. Celebrata per i suoi attori, la pellicola è anche un gioco tra divi a rischio leziosità, che regala il brivido di James Woods nella parte di Richard Fuld (il chairman del fallimento Lehman Brothers).
