TRAMA
L’avvocata Erin Bruner, viene assunta per difendere padre Moore, il sacerdote accusato della morte di Emily Rose, una studentessa che, considerata posseduta dal demonio, sarebbe morta a causa di un esorcismo fallito.
RECENSIONI
Tratto da una storia vera, The exorcism of Emily Rose (grosso successo ai botteghini americani) ha una base molto interessante: l'avvocato agnostico, per far assolvere il sacerdote che difende dall'accusa di omicidio, deve sostenere la tesi della possessione e lo farà servendosi di motivazioni - non religiose o spirituali, ma - antropologiche. L'opera mantenendosi sul crinale realistico e tendendo alla ricostruzione delle vicende attraverso il dibattito in tribunale e le relative testimonianze, da cui poi dipartono i flashback, è pertanto un'inedita via di mezzo tra il film processuale e l'horror (fuori luogo i paralleli con L'esorcista di Friedkin), non rinunciando Derrickson alle convenzioni su cui si fondano l'uno e l'altro filone. Se la fotografia di Tom Stern (gli ultimi Eastwood) è apprezzabile e così l'interpretazione degli attori, purtroppo la rozza regia, sbilanciandosi, casca sui canoni più vieti del film de paura: l'autore punta infatti sulla macelleria e l'effettaccio (oltre che su un utilizzo smodato degli effetti sonori, abuso piuttosto di moda) e, cancellando qualsiasi chiaroscuro e ambiguità, annulla le indubbie potenzialità del soggetto, relegando il film spesso e volentieri nella gabbia dello stereotipo che avrebbe potuto e dovuto evitare. Peccato.