
TRAMA
Paul Shepherdson è richiamato dalla Cia: il micidiale killer sovietico Cassio è tornato a colpire. Gli affiancano un pivello dell’Fbi che conosce bene l’antagonista ma non sospetta minimamente che proprio Paul è Cassio.
RECENSIONI
Michael Brandt e Derek Haas (sceneggiatore/produttore) sono gli autori di penna dietro a Quel Treno per Yuma e 2 Fast 2 Furious: andavano all’università insieme e hanno venduto i diritti di questo script alla fine degli anni novanta. Richard Gere s’è appassionato al progetto e Brandt ha colto la palla al balzo per esordire nella regia, con l’intento estetico di rinverdire i fasti del genere spionistico da Guerra Fredda. Il tutto è all’insegna della copiosità di colpi di scena: il primo messo in campo, l’idea di un protagonista che dà la caccia a se stesso da sempre, è intrigante e fa chiudere un occhio sui tanti cliché collezionati. Le sorprese a seguire, farraginose per non dire disastrose, fanno crollare le buone speranze: guidano l’armata delle idiozie il pivello dell’Fbi che intuisce la vera identità di Cassio per “illuminazione divina” e il contro colpo di scena che sposta Cassio dalla parte dei buoni, perché Gere non ha più voglia di Affari Sporchi. Nel finale la precaria impalcatura rovina definitivamente, perché viene rivelata la vera identità del pivello. Per voglia di stupire, Brandt e Haas finiscono per disgustare.
