Fantascienza, Recensione

THE DIVERGENT SERIES: INSURGENT

TRAMA

Tris e gli “Intrepidi” fuggitivi trovano riparo dai “Pacifici” ma la crudele Jeanine sta cercando “Divergenti” da sacrificare in esperimenti per aprire una scatola lasciata dagli Antichi che, crede, risolverà per sempre il problema della loro esistenza.

RECENSIONI

Secondo capitolo, leggermente più curato nella confezione, con nuovi sceneggiatori che si allontanano oltremodo dal romanzo di Veronica Roth (tutta la parte delle simulazioni e della scatola “magica”), mentre la messinscena rincorre maggiormente l’azione, generando maggiore noia in ogni passaggio “ponderante”, fatto di dialoghi convenzionali, basiche psicologie, povere filosofie e morali. Nonostante tutto, gli esiti non si discostano troppo dal capitolo precedente, perché il dinamismo aggrada e i crucci morali della protagonista, anche solo per la loro presenza, aggiungono un tocco meno superficiale. Il ritmo, se si escludono rade cadute di tono, tiene come l’impalcatura, nonostante i tecnici degli effetti speciali si divertano proprio, nelle scene delle simulazioni, a mostrare la realtà che si sgretola. La sorpresa finale fa il suo effetto ma è spiazzante in senso negativo che i personaggi esultino per essa, quando in un qualsiasi altro film di fantascienza i Fondatori, per l’esperimento svolto, sarebbero stati i cattivi della parabola. Spiazza anche (sempre in senso negativo) il voltafaccia del traditore interpretato da Miles Teller che, in seguito, fa il cortigiano della villain di turno e, senza troppa soluzione di continuità, torna ad allearsi con gli eroi che, d’altro canto, non fanno una piega sulla sua mutevolezza.