Poliziesco, Recensione

THE CORRUPTOR

Titolo OriginaleThe Corruptor
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1999
Durata110'

TRAMA

Poliziotto bianco a Chinatown: è messo in coppia con un cinese dai sospetti intrallazzi con la malavita.

RECENSIONI

Producono Oliver Stone e Terence Chang, gloria del cinema made in Hong Kong. Sulla carta sembra un'operazione di routine per lanciare la stella di Chow Yun-Fat, l'eroe di A Better Tomorrow di John Woo: l'attore entra in scena con le doppie pistole, i ralenti, gli ardenti colori blu/arancio. Imprescindibile l'ambientazione a Chinatown, piccolo mondo a parte negli Stati-Uniti-di-Hollywood dove lo straniero può fare la gavetta per prendere la cittadinanza con tutti gli onori. Scontato l'espediente poliziesco da Insieme per forza (o Danko e quanti altri): coppia interraziale, reticenza, eroe/pivello, futura amicizia virile. Foley, però, non sposa gli stilemi del cinema d'azione asiatico, preferisce rifarsi alla violenza e ai chiaroscuri del poliziesco americano anni settanta. La parte iniziale è tutta un susseguirsi di sparatorie, stragi ed inseguimenti, sequenze troppiste che cozzano con la ricerca di realismo e di un messaggio grave, lontano dai propositi meramente spettacolari. E' come se Foley pagasse, in apertura, un dazio al cinema d'azione, per poi sporcare il genere con visioni e punti di vista anomali che da sempre caratterizzano il suo cinema: sguazza nel torbido, caricandolo di sangue ed erotismo, per rifondare l'eroismo e la purezza alla luce del chiaroscuro, nel caos dell'ambiguità, rifiutando la manichea suddivisione fra Bene e Male. La sceneggiatura di Robert Pucci edifica una complessa partita a scacchi fra doppiogiochisti, terreno fertile per far dialogare due principi all'apparenza inconciliabili: "Il fine giustifica i mezzi" e "Del fine non devi mai fidarti, dei mezzi, invece, non puoi fare a meno". Farsi corrompere, usare metodi sommari, scendere a compromessi con i propri ideali, è aprioristicamente (idealisticamente) condannabile senza appello o (realisticamente) necessario per sopravvivere in un gioco sporco? I padri, disillusi dall'esperienza, entrano in conflitto con i figli, accecati dai sani principi. La verità, come sempre, sta nel mezzo ed ha contorni molto sfumati: tanto che anche Foley, volutamente o meno che sia, non è in grado di distinguerla.