Drammatico, Sportivo

THE BOXER

Titolo OriginaleThe Boxer
NazioneU.S.A./Irlanda
Anno Produzione1998
Durata113’

TRAMA

Dopo aver scontato quattordici anni di galera per connivenza con l’IRA, il noto boxer Danny Flynn è schivato dagli ex-compagni e allontanato dall’ex-moglie, che si è risposata. Non s’avvilisce e mette su una palestra.

RECENSIONI

Lo sceneggiatore Terry George e Jim Sheridan, ispirandosi alla vita del boxer Barry McGuigan (che ha allenato Daniel Day-Lewis), optano per un racconto esemplare su di un pugile “pacifista” che, almeno durante i propri incontri (accoglie fra il pubblico sia cattolici che protestanti), tenta la via dell’antisettarismo e che, allegoria politica, sul ring non si dà per vinto ma non trasforma la violenza in un fine, neanche quando s’agita lo spauracchio della vittoria (notevole la scena durante il match al circolo inglese: l’avversario non demorde, lui non lo finisce). Ai due autori, però, questa volta non riesce il miracolo di Nel Nome del Padre: George non indovina la struttura drammaturgica e Sheridan denuda le proprie lacune. Arduo immedesimarsi nel dolore di personaggi che si riferiscono al passato o in un “sentire” evocato per interposta persona. In un quadrato dove lo spettacolo è in differita, risaltano maggiormente il buonismo didascalico del regista e l’inadeguatezza dei dialoghi altisonanti/lirici di George per facili sentimentalismi e riflessioni politiche. La prima parte è volutamente (troppo) trattenuta e sottotono per restituire il silenzio dell’isolamento dell’ex-detenuto, le sue due “prigioni” (dentro e fuori dal carcere, stretto fra l’odio e le rigide regole sociali). In seguito esplode il “presente” con la furia della guerra civile e Sheridan ci trasporta in prima persona nell’orrore, fra le strade di Belfast riprese come gli incontri di boxe, in cui la macchina da presa s’interponeva fra i combattenti creando originali semi-soggettive: una perfetta sinergia di musica e immagini (specialità di Sheridan) per scuotere gli animi e condurre il messaggio dolente che la violenza (la bomba durante il match per la distensione) genera solo rancore e alleva i bambini ai suoi abominevoli riti.