Commedia

STREGATA DALLA LUNA

Titolo OriginaleMoonstruck
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1987
Genere
Durata102'

TRAMA

La vedova Loretta vuole sposare Johnny per ragione e non per sentimento. Ma quando incontra Ronny, il fratello minore del futuro sposo, la donna scopre la passione e le cose si complicano.

RECENSIONI

In New York City where love is king,
when boy meets girl here's what they say.

Quando la luna colpisce New York, la Grande Città del continente cinema, e Cher-che-incontra-Nicolas, allora, sicuramente, that's amore. "Colpiti" dalla luna sono i protagonisti italoamericani di questa commedia dei sentimenti vincitrice di tre premi oscar (Cher miglior attrice protagonista, Olympia Dukakis miglior attrice non protagonista, John Patrick Shanley migliore sceneggiatura originale) che racconta la storia di Loretta Castorini (Cher), vedova di trentasette anni che vive a Brooklyn con la famiglia e che, nell'arco di tre notti, si fidanza con Johnny Cammareri (Danny Aiello) e si innamora, ricambiata, di Ronny Cammareri (Nicolas Cage), fratello minore del primo. Il vero amore, alla fine, trionfa sempre. Ma come si (ri)presenta alla coppia la possibilità di un futuro non più segnato dalla malasorte - che aveva rovinato le prime unioni di Loretta e Ronny, lasciando sul campo due corpi mutili, Loretta senza un marito e Ronny senza una mano - e favorito finalmente dalla presenza benevola della luna?
Il film si apre proprio con l'inquadratura di una luna gigantesca che fa il suo ingresso dal nulla (dissolvenza in apertura) come un'apparizione sovraumana decisa a intervenire proprio in quel mondo. Circondata da una notte senza fine, è una luna attiva e «complice» che risveglia i personaggi e «attira la donna verso l'uomo». Rossa e ravvicinata, sembra essere l'altra faccia di quella «cold fruitless moon» che in Sogno di una notte di mezza estate minaccia il destino della coppia; e se non si mostra in nessun caso a Loretta e Johnny, mai realmente diretti insieme verso l'avventura del coniugale:

Rose - Loretta, ma tu lo ami [Johnny]?
Loretta - No.
Rose - Bene. Quando li ami ti fanno perdere la testa;

essa trova la coppia Loretta e Ronny disposta ad alzare lo sguardo e a perdere la testa verso il proprio sogno.

Nel film di Jewison la questione della felicità amorosa è solo in parte quella consueta della commedia, cioè se la donna e l'uomo riusciranno a stare insieme. Loretta sta per sposare un altro uomo e dal momento in cui conosce Ronny l'unione che stabilisce con lui è del tipo basato sulla rinuncia. La loro storia, difatti, diventa quella di un incontro che altro non è che un tentativo di lasciarsi definitivamente: Loretta accetta di rivedere Ronny a patto che lui poi la lasci in pace «per sempre». Questo accordo di separazione più o meno consensuale fra i due è davvero qualcosa di simile a un divorzio. Ed è già qualcosa di simile a un matrimonio quella sorta di sequenza del coniugale nella quale Loretta e Ronny si comportano come veri moglie e marito (Loretta gli cucina una bistecca al sangue che gli «dà sangue», Ronny la vuole ben cotta ma finisce per gustare quella preparata dalla donna), con tanto di scontro finale dall'aspetto vagamente domestico (Ronny rovescia di fronte a Loretta la tavola ancora apparecchiata). La coppia resterà divisa oppure no? Questa è la questione del film; e a partire da quella prima immagine del matrimonio sopra descritta, l'accento si sposta non solo dall'unione alla separazione, ma anche dall'unione alla ri-unione. La coppia, allora, resterà divisa oppure, attraverso la separazione, sarà in grado di ri-unirsi liberata stavolta dagli «errori commessi sin dall'inizio»?

Dal matrimonio al «rimatrimonio», avrebbe detto Stanley Cavell, che indica con questo termine un sottogenere della commedia hollywoodiana che mette in scena, appunto, la separazione che ri-unisce, «la realtà del matrimonio subordinata alla realtà del divorzio». Non è un caso che Cavell, nella "Prefazione all'edizione italiana" del suo volume Alla ricerca della felicità, inserisca Stregata dalla luna nella lista dei film «che hanno un'aria di commedie del rimatrimonio», per certe caratteristiche che evidentemente accomunano la commedia ai film del genere: temi come quelli della ri-unione e del risveglio di uomini e donne, dell'avventurosità della ricerca della felicità, dell'educazione della donna (Loretta ascolta da Ronny una lezione sull'amore: «ti amo ma non dell'amore che ti hanno insegnato»), della creazione di una donna nuova, e ancora sfondi shakespeariani, protagonisti eccentrici - non più sophisticated e screwball come nei film del rimatrimonio dell'era classica (alcuni titoli esemplari analizzati da Cavell sono Lady Eva e Scandalo a Filadelfia, Accadde una notte e L'orribile verità) ma, siamo nel 1987, italiani (un'italianità esibita, stereotipata e troppo italian per prendersi sul serio), soggetti al capriccio della malasorte e traumatizzati (nell'universo hard e feticistico del corpo maschile di età reaganiana, la mano amputata dell'uomo è una ferita dalle conseguenze imprevedibili) - e così via.

Se talvolta le qualità singolari dei personaggi caricano le loro (re)azioni ed eccedono fino al limite del non sopportabile (sono tali quasi tutte le scenate di Ronny fatte per raccontarsi o dichiararsi a Loretta), esse trovano però il proprio giusto contrappeso nella sfumatura psicologica che esalta il non detto e ispessisce lo sguardo di direzioni non apparenti. Non è certamente priva di spessore Loretta, personaggio che il film sembra problematizzare ulteriormente. «Una mia tesi di fondo - dice Cavell - è che le commedie del rimatrimonio abbiano un loro modo particolare [...] di insistere sull'identità della donna reale che interpreta ognuno di questi film; e sempre per mezzo di una qualche duplicazione o scissione della sua presenza sullo schermo». In Stregata dalla luna, la sequenza della vestizione di Loretta - in cui la donna, sola in casa e nel quadro, si prepara per l'appuntamento con Ronny al Metropolitan - descrive non solo la metamorfosi dalla naturalezza alla sofisticazione, dalla vecchia Loretta alla donna nuova capace di amare e riconoscere il proprio desiderio dell'altro, ma anche lo "spostamento immobile" che manifesta la realtà della star Cher: un passaggio da un'immagine all'altra dichiarato attraverso il leggero incalzare della macchina da presa il volto truccato della diva, i dettagli del suo corpo semivestito; attraverso il gesto di provarsi quello che è pure e indubbiamente un abito di scena; attraverso la carrellata che si avvicina al riflesso di Loretta/Cher nello specchio; attraverso, infine, la dissolvenza incrociata che chiude la sequenza e fissa l'ambiguità della presenza/assenza-essenza della donna nell'immagine.

Ma qual è l'immagine richiesta dalla commedia, ovvero la migliore immagine possibile, dalla quale sono stati spazzati via i primi errori e in cui la donna e l'uomo si riconoscono reciprocamente? C'è un primo riconoscimento di fronte al Metropolitan Opera, quando Loretta e Ronny si cercano e alla fine si trovano in mezzo alla folla, l'uno di fronte all'altra, entrambi bellissimi nei loro abiti nuovi. È un momento in cui il mondo intorno a loro non ha più alcuna importanza. Ma l'unione perfetta, intesa come promessa di felicità reciproca e rinnovabile in ogni istante dai membri della coppia, richiede, affinché funzioni, non solo le ragioni della notte (quelle del corpo e del letto, dell'abito da sera e della notte di New York), ma anche le ragioni del giorno.

Il giorno arriva dopo che Loretta e Ronny hanno tentato, ancora senza successo, di lasciarsi un'ultima volta. È l'alba e Loretta ha appena abbandonato la casa di Ronny; cammina quasi danzando in una strada deserta, indossa gli abiti della sera prima e il commento sonoro prolunga la musica della notte (l'opera e Puccini e La bohème) e il suo sogno d'amore nel nuovo giorno. Rientrata in casa, Loretta trova la madre Rose (Dukakis) in cucina ed è ormai consapevole che la sua trasformazione è definitiva:

Rose - I tuoi capelli sono diversi.
Loretta - Mamma, anche il resto è diverso.

Questa immagine del cambiamento, per non restare monca, cioè ancorata al passato, non può riguardare solo la luna, ma deve coniugare la notte e il giorno, «i sogni e le responsabilità» (Cavell), aprendo così la via alla vita matrimoniale. Quando Ronny raggiunge Loretta afferma, di fronte alla famiglia di lei, che anche lui ha abbandonato la casa della prima unione :

Ronny - Loretta Castorini, vuoi tu sposarmi?
Loretta - Sì Ronny, giuro davanti a questi testimoni che ti sposo.
Rose - Loretta, lo ami?
Loretta - Ma', lo amo da morire.
Rose - Oh gesù, questo non va bene.

Non c'è ombra di inquietudine in questa risoluzione rassicurante e chiusa; e forse ha ragione il nonno di Loretta quando pronuncia in lacrime le parole «sono confuso». Come una sentenza finale, esse non ricadono unicamente sull'istituzione della nuova coppia e instillano il sospetto che ciò che abbiamo appena visto sia solo un bel sogno.

Ma Stregata dalla luna tiene fino in fondo, grazie anche alle belle prove degli attori, quel delicato equilibrio fra superficie e profondo, fra cielo e terreno, fra notte e giorno, che fa del film non solo un probabile candidato al genere del rimatrimonio, ma anche un'opera nonostante tutto insolita, sfaccettata, un po' nostalgica e comunque riuscita. Poco importa se la luna ci conduce immediatamente al lieto fine: fa parte del contratto della commedia, e nel mondo delle seconde possibilità e dei secondi matrimoni le cose vanno fatte «per bene», con tutti gli scongiuri narrativi e formali possibili. Dopotutto, «questa è Hollywood», chiosa così la commedia dei sentimenti del nuovo decennio (Pretty Woman di Garry Marshall è del 1990); e se Los Angeles è la città dei sogni, New York ha sempre la luna. That's America.