STRAFUMATI

Titolo OriginalePineapple Express
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2008
Genere
  • 66650
Durata112'
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Dale assiste ad un omicidio mentre si sta fumando una canna. Terrorizzato scappa a casa del suo spacciatore personale Saul. Peccato che per colpa di un mozzicone lasciato nel luogo del delitto, una banda di criminali è pronta a dargli la caccia…

RECENSIONI

Fra tutte le proprietà , alla Cannabis si affida quella di far piacere “i film di merda” (Dale, alias Seth Rogen, alias sceneggiatore) e,secondo l’etichettatura convenzionale, “Strafumati” dovrebbe collocarsi proprio tra questi.
Di primo acchito appare come uno Stoner movie leggermente ottuso, pieno d’appetito dissacrante per il cinema di genere , in cui l’aura comica gioca con le atmosfere tipiche del b movie.
Si tratta in realtà di un oggetto anomalo, studiato con una freschezza creativa che sussurra, in preda ad autoironici deliri di onnipotenza, la propria indipendenza e, allo stesso tempo, dipendenza dal cinema che lo alimenta. Per stare sul tema, la dipendenza è proprio quella della marijuana, in quel Cross Joint totemico che i due compagni si fumano allegramente e si pone come deus ex machina della storia. Erba di qua ed erba di là, si torna sempre lì, ed è su questa che bisogna soffermarci, soprattutto sul sincretico prodotto che è la Pineapple Express (mix di varie tipologie), ovvero il manifesto programmatico del film. Nell’inevitabile commistione di più input/marie/citazioni, Green (vedendo il suo curriculum, questa regia sa di marchetta, ma in fondo se ne esce con intelligenza) e combriccola non si abbandonano al classico inno della comicità demenziale, fatto di parodia esplicita così sovraccaricata di finzione che diventa autonoma, anzi se ne discostano. L’evoluzione morale dei protagonisti, che si purificano dal vizio, passando da pigri pantofolai ad action-man di prima categoria, e sgominano la banda dei cattivi, è il trionfo dell’indipendenza degli autori. Con l’incendio della serra del boss (stesso luogo della base militare segreta del prologo [1]), se ne dipartono anche tutti i modelli cinematografici [2] dai quali Strafumati attinge, una meta che oltre un trionfo è il più forte degli “sballi”. Fidatevi, è subliminale: l’Erba se la sono fumata tutta: “We gonna rock down to Electric Avenue and then we'll take it higher!!” (Eddy Grant Electric Avenue).

[1] La malavita e la controparte legale sono le facce della stessa medaglia, entrambe vengono abbrustolite nei loro sistemi.

[2] Il distacco è spassoso anche a livello figurativo, nella citazione stessa. Oltre al dialogo sull’eutanasia di Eastwood da “mettere in pausa” perché “non c’è tempo di pensarci” , l’oggetto della burla è il tarantino style. Due sequenze sono fondamentali: l’inseguimento in macchina che vede sfondare, quindi superare, il vetro pieno di succo (Pulp Fiction) e la pausa di silenzio alla tavola calda dopo qualche minuto di riflussi logorroici (un po’ tutto il cinema di Quentin). Di iconoclastie nel vero senso della parola ce ne sono in quantità, persino lo spaccarsi in testa le spade Jedi/luci al neon in un combattimento alla Commando (anche questi giocattolini non interessano).