Fantascienza

STAR TREK – LA NEMESI

TRAMA

Un colpo di stato su Romulus porta al potere Shinzon, un clone di Picard che minaccia la Terra con un’arma di distruzione di massa.

RECENSIONI

L'Eco e le Voci

Il quarto capitolo cinematografico della “Next Generation” è l’eco di una voce seriale che reclama la propria unicità (dal serial originale), riallacciandosi al passato di Generazioni (il passaggio di testimoni: addio a Riker, Troi e Data), Primo Contatto (Picard catturato e la minaccia alla Terra) e Insurrezione (coscienza etica e politica). Dall’alto di una saggezza che conglomera lo Yin e lo Yang, l’anziano capitano Picard tenta inutilmente di convincere Shinzon (gioventù che brucia in fretta) ad abbandonare la parte oscura (su Remus non arriva la Luce), quella che violenta (il consigliere Troi) e non crea. Il clone (nel racconto, nelle esistenze emulatrici e nel cinema) diventa nemesi nel momento in cui crede di autodeterminarsi rinnegando l’originale, addossando la responsabilità del proprio essere a ciò che la vita ha fatto di lui, invece che chiedersi cosa stia facendo della propria vita. La saga degli esploratori spaziali startrekiani (dove curiosità e voglia di migliorare definiscono il buon essere umano), invece, sa sempre dove andare e affida le coordinate allo sceneggiatore John Logan (Il Gladiatore), perché ancora di tragedia classica, intrigo di corte, cattivo imperatore (l’ottimo Tom Hardy) e (mancati) Spartacus si tratta. Mentre agiscono inseguiti dalle jeep (tocco naïf?), inserendosi alla Daitarn 3 (dentro la navicella in volo!), evadendo in modo rocambolesco e dando il meglio di se stessi in un memorabile, lungo duello finale fra astronavi, i doppi (Picard/Shinzon, Data/prototipo, Riker/Tribuno) si chiedono se conti di più il patrimonio genetico, l’esperienza o la scintilla umana. Ordine e Caos si fronteggiano, schegge di un unico specchio che piange la perdita necessaria di una parte di se stesso (l’ambigua scena del “contatto suicida” fra Shinzon e Picard, con disperata rassegnazione del primo e paralisi del secondo). Fra i popoli in lotta prevale il buon senso, non resta che cancellare le brutte copie di se stessi e fermare la macchina di guerra, con il sacrificio volontario di un essere che nessuno crede umano.