TRAMA
Toby Young è un irriverente e scombinato giornalista londinese di star: assunto dal boss della rivista newyorchese “Sharps”, fatica a trovare un ruolo in un mondo più patinato e compromesso.
RECENSIONI
Il best seller autobiografico di Toby Young, “Un alieno a Vanity Fair”, è spudoratamente piegato al format di Il Diavolo Veste Prada (il racconto simile si presta), vale a dire edulcorato e standardizzato. La carica demenziale/insolente del comico inglese Simon Pegg viene, a un certo punto, mitigata e fatta rientrare nella tipica commedia hollywoodiana edificante/sentimentale/a lieto fine. Ciò non toglie che, per quanto secondo schema, tutto funzioni a meraviglia, fatta la tara di qualche trovata comica desueta (il trans): l’esordiente Robert Weide è un esperto di comicità, anche a livello figurativo (la scena nella Disco newyorkese, il finale allegorico dove Young viene “imbucato” fra la folla), proviene da una lunga carriera come produttore/regista di documentari su noti comici del passato, ed è la spina dorsale del serial di successo (negli U.S.A.) “Curb your enthusiasm” con Larry David. Gli interpreti sono tutti provetti, il meccanismo classico del “peter sellers” molesto che distrugge l’Hollywood Party è arricchito da un disegno “scomodo” del protagonista, fra l’insopportabile e l’apprezzabile in rapporto all’ipocrisia dei colleghi: Toby Young ha l’impudenza dei fratelli Marx (di cui Weide è sfegatato fan) e una cafonaggine presuntuosa da commedia all’italiana, che cavalca però gag scatologiche già viste (da Tutti Pazzi per Mary in poi: i danni al cagnolino e tutte le trashate sessuali). Lo sceneggiatore Peter Straughan indovina anche l’ambiguo disegno de Il Grande Lebowski Jeff Bridges (sempre più carismatico), ma l’irriverenza non andava imbrigliata: quando il protagonista deve scegliere fra essere uomo d’onore o di successo, fra l’eletta e la tentatrice, sogno e realtà, la ferocia si stempera e non resta che guardare altrove, magari alla piacevole vena cinefila, che cita La Dolce Vita, Le Tentazioni del Dottor Antonio, Il Disprezzo (!), un’improbabile biografia di Madre Teresa di Calcutta, Con Air (il miglior film della storia secondo Toby Young!) e lo sconosciuto Quando l'Amore è Poesia (1956).