TRAMA
Alcuni alieni vogliono rapire i cartoni animati “Looney Tunes” per popolare un parco divertimenti: vengono da quest’ultimi sfidati a basket e Bugs Bunny chiede aiuto al campione sportivo Michael Jordan.
RECENSIONI
Lo spot della Nike, con Michael Jordan e Bugs Bunny, diretto qualche anno prima dallo stesso Joe Pytka, è gonfiato a lungometraggio affinché anche la gloriosa "Warner Bros", dopo Chi ha Incastrato Roger Rabbit della Disney (Lola Bunny imita Jessica Rabbit, ma possiede maggiore coscienza politica: non ci sta a farsi chiamare “bambola”) e Fuga dal Mondo dei Sogni di Ralph Bakshi, abbia il suo mix di live-action e animazione. Le interazioni carne/cartone, però e per fortuna, sono minime: il girato “dal vero” di Pytka (esordì, nel 1989, con un’altra commedia sportiva, Felice e Vincente) schiaccia i personaggi su di un cartone, fra impronta celebrativa della star dell'NBA (con la partecipazione di una ventina di noti giocatori di pallacanestro) e timidi tentativi di replicare lo spirito fanta-sentimentale di Steven Spielberg (annettendo la lagnosa hit di R. Kelly ‘I believe I can fly’). Si salvano le prove dei simpatici Wayne Knight e Bill Murray (non a caso co-produce l’artefice di Ghostbusters e Heavy Metal Ivan Reitman). Linfa vitale (carne e ossa) della jam sono, invece, i mitici personaggi creati da Fritz Freleng (il suo “Baseball Bugs” fa da prologo), Tex Avery e Chuck Jones, diretti da Tony Cervone e Bruce W. Smith, responsabili di un'animazione che occupa il 70% della pellicola, che diverte, sorprende con un soggetto folle ed è citazionista a più non posso (decine di personaggi Looney Tunes, varie caricature dei loro autori fra i volti del pubblico durante il match finale, omaggio al produttore Leon S. Schlesinger con la “Schlesinger Gym” in Warnerbroslandia, e così via, compresi Pulp Fiction e 2001: Odissea nello Spazio). Fra gli animatori/produttori il da-non-dimenticare Jerry Rees di Le Avventure del Piccolo Tostapane; fra i doppiatori nostrani (poveri noi), Simona Ventura e Sandro Ciotti.
